SOGNANDO DI CADERE..

..VERSO L'ALTO !

 

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Maggio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
    1 2 3 4 5
6 7 8 9 10 11 12
13 14 15 16 17 18 19
20 21 22 23 24 25 26
27 28 29 30 31    
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 4
 

 

_______ SETTIMO CAPITOLO _______ [ SECONDA PARTE ]

Post n°30 pubblicato il 07 Luglio 2009 da SPATIPETS

 

 

 

 

 

U

MIDONE

 

 

 

 

 

 

 

L’ultimo temporale in cui aveva abitato si chiamava “Tempobbrutto”. Non vi si era trovato troppo bene. In quel posto c’era troppo vento! Non riusciva a farsi cullare scendendo a terra, ma come partiva, per fare il suo lavoro, dal cielo, subito arrivava a toccare giù. Lui il suo lavoro lo faceva lo stesso, ma non si divertiva molto con Tempobbrutto. Con Umidone invece si trovava bene. Intanto c’era più spazio per la sua goccia perché Umidone era più grande, poi, quando scendeva a terra, essendo Umidone un tipo tranquillo, aveva il tempo di godersi il volo, cullandosi tra le folate del dolce “Ventino”, un vento con un carattere calmo, che lo portava a spasso per tutta l’aria del bosco, prima di farlo posare, magari in un prato verde di menta. Ora Umidone era impegnato in trattative col suo amico, il “Mare del Lungo Evaporare” che, come sempre, era in ritardo nel portare il vapore che serviva a Umidone a far piovere sul bosco. Il vapore del Mare del Lungo Evaporare era particolare e Umidone senza non poteva fare. Si formava solo se nel mondo del bosco non c’era nessuno che piangeva; ma questo non era difficile. Il difficile era che serviva anche che tutti gli abitanti del bosco dicessero contemporaneamente:

<<Strabidonski>>.

Ma anche questo era facile che succedesse. Ci voleva, però, un’altra cosa: che almeno qualcuno desse un bacio a qualcun altro. Per questo il Mare del Lungo Evaporare era sempre in ritardo con Umidone. Non era colpa sua, ma il bosco stava aspettando, stava aspettando… un Bacio.

Il Mago nel frattempo, disteso sulle pietre di gomma del Monte Ciccia, aspettava che arrivasse Fix dal cielo, per poter poi fare la magia del Vaso magico e salvare il bosco. Il posto che aveva scelto non era a caso: dal Monte Ciccia poteva scrutare in lontananza l’arrivo dei temporali e, una volta avvistati, andargli incontro. Per fare più presto, il Mago avrebbe preso la rincorsa e, dalla vetta, si sarebbe lanciato nel vuoto per poi cadere sulle rocce che, essendo di gomma, l’avrebbero rimbalzato a mille e più distanze nella direzione d’arrivo dei temporali. Facendolo così arrivare in tempo per trovare l’ultima goccia, il nostro amico, Fix.

 

Era già ritornato due volte sopra il Monte Ciccia, il Mago, dopo essere andato incontro a già due altri temporali, e non aver trovato Stogaio. Uno era “Sgnapatrac”, un temporale senza pioggia, che adoperava per bagnare dove passava, il vino.

Il Mago era tornato a fatica dai posti dove era passato Sgnapatrac, perché, se anche facesse di tutto per non bagnarsi, era impossibile anche per lui non bere il vino che era nell’aria e che Sgnapatrac faceva uscire da tutte le bottiglie, le caraffe, le botti, le cantine del bosco. Passato Sgnapatrac, tutto il vino ritornava da dove era partito ma, quello bevuto ormai… faceva il suo effetto!

Tutti gli abitanti della parte del bosco dove era passato Sgnapatrac, erano così ubriachi che saltavano, ridevano, cantavano, andavano, tornavano, volavano, suonavano e ballavano per giorni e giorni. Il Mago si ricordava di aver sentito un miagolare cantato che faceva così:

<<Miiiaaoooo, sento un Trillooo!, uno Squilloooo! Non son Brillooo, ma Ubriachilloooo, e non mi guastaaa non aver rispostaaa, ma curioso sotto sottooo, sogno ancora un cuore rottoooo!! Consolato dal formaggioooo, tiro avanti con coraggioooo, la mia errante vita felinaaaa; aspettando una gattinaaaa!!!!!>>.

Non capì mai, il Mago, chi fosse che “miagolasse” così, ma il vino fa fare cose strane. Anche agli abitanti del Bosco Magico.

Con l’altro temporale invece non successe niente. Era il temporale di nome: “Schhht!”. Un tipo silenzioso, tanto che ci si accorgeva dove era passato solo perché era bagnato il bosco. A Schhht! il Mago chiese se c’era Fix con lui, e dovette chiederglielo cinquecentonovantasei volte e mezza prima di avere risposta:

<<No!>>.

Quella era la seconda volta che andava incontro a un temporale e cominciava a stancarsi. Buttarsi dalla cima del Monte Ciccia era faticoso, rimbalzare poi sulle rocce di gomma e volare lontano, ancor di più. Quando arrivava a rimbalzare sulle rocce sentiva spiaccicarsi il suo… il suo… come chiamarlo? Il suo “Magico Tortone Riempipantalone”.

Si! Il suo Magico Tortone Riempipantalone, che dopo gli faceva un prurito, ma un prurito, che si grattava poi per due giorni interi più due volte ancora. Nel momento però dello slancio, il momento in cui cominciava a prendere il volo, era meraviglioso sentire il fischio del vento, l’aria che sbuffava al passaggio di quel corpo tutto tondo. Volare a velocità folle appiccicava al Mago i vestiti, ma tanto tanto, che la cintura gli entrava nel pancione e per riuscire a tirarla fuori, il Mago, doveva distendersi sulla schiena, chiudere bocca e naso e gonfiare forte la pancia. L’ultima volta gli erano entrate anche le scarpe tra le dita dei piedi, tanto da farlo camminare sulle mani, sulle mani si!, già! Si si, ecco!

Il Ciabattino Formichino dovette lavorare col contagocce e il “Liquido Pomposo” per liberargli i piedi. Una volta fatto gocciolare il Liquido Pomposo tra le fessure delle calzature, che s’erano fatte tutte dure, ma avevano ancora delle aperture, il Ciabattino Formichino chiamò il Liquido:

<<”Pomposo!, Pomposooo!>>.

Il Liquido Pomposo era un tipo che tutte le volte veniva chiamato e sentiva pronunciare il suo nome, rispondeva borioso e scontroso gonfiandosi innervosito:

<<BlopBlup, BlupBlop, lasciami stare, Fssss>>.

Rispondendo gonfiandosi, il Liquido Pomposo, fece così allargare le scarpe del Mago staccandogliele dai piedi. Per riconoscenza, quella volta, il Mago diede al Liquido Pomposo una bolla di sapone dove vivere e gonfiarsi in tutta calma e tranquillità.

 

L’Umano intanto continuava a cercare:

<<Ho usato i miei sensi, ma non riesco a trovare chi cerco. Ho anche sognato, ma ancora adesso non so quanto sia servito venire qua, nel Bosco Magico, per cercare il modo di essere di più. Se almeno fossi sicuro che c’è veramente! Ma se perdo anche la speranza mi cacceranno sicuramente dal bosco. Non so come, ma da questo posto, qualcuno o qualche cosa farà si che me ne vada. E con ragione! Non posso stare in questo posto e portare la Negatività.

Il Lupo, il Sole, la Cuoca Magica, Barcobaleno, la Fabbrica delle Parole, il Gatto Matto, i Girasoli, i Sogni… il Mago, (il Mago, già, il Mago. Cosa starà facendo in questo momento?).

Non posso tradire tutti quanti non riuscendo a trovare chi cerco. So di quanta ospitalità sono capaci gli abitanti del bosco, quanto sono disposti a fare per aiutarmi… ma comunque dovranno salvarsi. Quando sarà il momento di decidere di loro stessi, per forza di cose, salveranno il bosco. Il mondo magico delle colorate visioni, di cui io sono ospite, deve essere salvato altrimenti morirebbe anche il mondo degli Umani!

Non ci sarebbe più spazio per immaginare e sperare… sognare. Gli Umani, il Bosco Magico, tutti abbiamo bisogno che ci sia questo. Tutto questo. E perché possa continuare ad esserci, in pratica, io devo continuare a cercare e, infine trovare, chi mi farà essere di più. La pena per il fallimento di tutto ciò è la Morte.

Il Dubbio, la Paura, ora sento che li ho incontrati, li ho tra le mie ossa, il mio respiro si è fatto più ansimante, il mio sguardo tremante, il mio passo incerto. Ora tutto è più cupo, molto più cupo, ma non mi arrendo, ce la farò!, ce la farò!>>

 

 

 

 

 
 
 

_______ SETTIMO CAPITOLO _______ [ PRIMA PARTE ]

Post n°29 pubblicato il 03 Luglio 2009 da SPATIPETS

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

F

IX

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

C’

era qualcuno che di pensieri felici ne aveva tanti.

Abitava su una goccia d’acqua e miele.

Si chiamava: Stogaio Senonmirodo, detto: “Fix”.

Fix viveva nei temporali e scendeva sul Bosco Magico solo quando pioveva. Lui era l’ultima goccia di pioggia che toccava terra, perché portava così un po’ di dolcezza col suo miele. Il Mago l’avrebbe aspettato fuori, all’aperto, notte e giorno. Doveva trovarlo a tutti i costi, altrimenti l’Umano si sarebbe perso e non avrebbe più trovato chi cercava, portando così, nel mondo magico, la negatività che non c’era mai stata prima,e mescolare le cose dei due mondi tra di loro era pericoloso.

Stogaio, detto Fix, non sapeva di essere così importante per il Mago e tutto il bosco. Forse, se avesse saputo che l’Umano, per non portare la negatività nel mondo del Bosco Magico, avrebbe dovuto trovare a tutti i costi chi cercava, si sarebbe fatto lanciare da “Umidone”, il temporale dove al momento abitava con la sua goccia d’acqua e miele, sul bosco, andando incontro al Mago che l’aspettava.

 
 
 

_______ SESTO CAPITOLO _______ [ TERZA PARTE ]

Post n°28 pubblicato il 02 Luglio 2009 da SPATIPETS

 

 

 

 

...

 

 

 

Sorridendo il Mago girò intorno all’Orco Sporco e si trovò a scendere la collina dalla parte opposta. Ogni tanto incontrava un “Boschino”, così si chiamavano gli abitanti del Bosco Magico, che portava all’Orco Sporco nuove cose da mangiare. Caramelle, borse di soldi, carrelli della spesa, cassette musicali, eccetera, eccetera. Ma l’orco non avrebbe mai mangiato altro che il tempo… forse….

Un Boschino indicò al Mago le Balle di Cannone, che non erano proiettili per la guerra, ma tutte le frottole raccontate da : Cannone. Un tubicino di rame parlante, tanto perfido, soprannominato così perché le sparava grosse, e tutte le balle si ammassavano una sull’altra, formando un quadrato preciso preciso. All’angolo il Mago si fermò davanti a un cappello bianco, steso a mezz’aria, che faceva ombra ai Lombrichi Magazzinieri, che erano in pausa.

Per lavoro, i Lombrichi Magazzinieri sistemavano la collina ogni duecentomila anni. Ogni lombrico poteva lavorare per il tempo di un battito di ciglia e poi si riposava, e, anche se erano tanti, sembrava a tutti che i lavori andassero un po’ a rilento su quella collina.

Il Mago battè le mani 16 volte e mezzo e uno scatolone trasparente si fermò davanti a lui.

<<Beh! Sicuramente questo è vuoto>>.

Lo prese e scese la collina passando davanti all’Orco Sporco che mangiava, mangiava, mangiava…

 

Tornato a casa, il Mago si mise al lavoro. Mentre un altro fiore del vaso s’era seccato. Ma seccato seccato! E stava facendo fagotto per andarsene

<<Sono stufo di fare profumo e vedere che va sprecato per negatività, me ne vado!>> e sbattendo la porta uscì.

<<Mi restano pochi fiori, e se non mi sbrigo, l’Umano resterà senza guida, si perderà per sempre nel Bosco Magico e io non saprò mai se ha trovato chi cercava>>.

Preso il Manuale del Mago e tutti gli ingredienti, scese in piscina.

<<Non ho un pentolone così grande da far stare tutto dentro e poter cucinare tutto insieme!>>.

Provò e riprovò la formula magica, ma del Vaso non c’era segno.

<<E si che la formula ce l’ho ed è anche facile da fare… un momento, lo scatolone è vuoto! Ecco perché non funziona!>>

<<Si, ma dove vado a riempirlo? Mi serve qualcuno che abbia pensieri felici da darmi, e tanti anche, chi mai sarà?>>

 

 

 

 

 

 

 
 
 

_______ SESTO CAPITOLO _______ [ SECONDA PARTE ]

Post n°27 pubblicato il 27 Giugno 2009 da SPATIPETS

 

 

 

L’

ORCO SPORCO

 

 

 

 

 

 

 

Partì subito per la casa dell’Orco Sporco, facendo attenzione ad indossare, prima di partire, un abito fatto di petali di rosa neri. Arrivato al sentiero che portava alla casa dell’Orco Sporco, chiamò forte:

<<Orco!! Orco Sporco, sei in casa?>>

Lo spostamento d’aria, fece crollare mezza collina, fatta di lancette d’orologio, prima che si sentisse la risposta dell’Orco Sporco:

<<Siiii!!!!!>>.

Il Mago si chiuse bene nel suo abito di petali neri, e cominciò a salire il sentiero. Dopo la prima curva, schivò una statua di burro andato a male. Salendo ancora, per un pezzo, camminò su un ammasso di ferro vecchio, poi si trovò in una pozza d’acqua nera, dove galleggiavano pezzi di pasticcio e bottiglie di plastica. Dopo la pozza, ci furono le ragnatele fatte di spaghetti, ci fu la pioggia di fagioli marci, la giungla di canne da pesca sporche luride e altre mille schifezze. Ma il vestito di petali, riparava il Mago da tutto quello sporco. Arrivato in cima alla collina, il Mago, si trovò di fronte l’Orco Sporco, che stava mangiando a piena bocca.

<<Senti, Orco Sporco, venire a casa tua è uno schifo.. perché non ti mangi le cose che hai sul sentiero, così resta tutto più pulito?>>

<<Mi piacerebbe! Ma non posso>> rispose l’Orco: un essere gigantesco che aveva le gambe come due alberi e il corpo sembrava far venire notte, tanto faceva ombra. La bocca faceva il giro di tutta la testa, che era grande come centomila piani. E lui mangiava, mangiava, mangiava.

<<Sai Mago, io mangio sempre e solo una cosa, e solo quella. Per non mangiare, ho provato a chiudere la bocca, ma se la chiudo davanti si apre dietro e se la chiudo dietro, mi si spalanca davanti e inghiotte da sola il cibo che posso mangiare, inesorabilmente!>>

<<Tutto il bosco prova a portarmi qualcos’altro da mangiare. Chi mi porta ferro, legno, marmo, chi pasticcio, sughi, bistecche, dolci, pane olio, barche e guarnizioni di gommone, gru, pietre e cemento, oro, tegole, campane, camion e moto, libri, penne, panni sporchi, ferri da stiro, aerei, scatoloni… di tutto! Ma io posso mangiare solo una cosa, quella cosa!>>

<<Ma che cosa?> chiese il Mago

<<Cosa mangi!?!>>

<<Il Tempo!!>>

<<Io mangio solo Tempo! Per tutto il tempo, Tempo! Ogni tempo, Tempo! Finchè ci sarà, io lo mangerò!!>>

<< Allora… tutto il resto che hai su questa collina è… è…tempo perso?!>>

<<Già! Sono tutti tentativi degli esseri del bosco per fermare il tempo, se io non mangiassi più il Tempo, tutto si fermerebbe e non esisterebbero diversità, perché senza Tempo tutto è inverosimile. Si potrebbe essere qua e là, nello stesso tempo e, quindi, praticamente da nessuna parte. E se non si è da nessuna parte, non si è. E se non si è, non c’è diversità tra esseri diversi, che diventerebbero “non-esseri” tutti quanti, quindi tutti uguali. Questo permetterebbe agli esseri del bosco di esistere da qualsiasi parte, e quindi anche nel mondo degli umani, e questo gli umani non possono sopportarlo; morirebbero di troppa fantasia, e io devo salvare gli umani, ma anche il mondo magico, quindi, mangio il Tempo!>>.

<<Ah!... va bene. Ma dimmi, Orco Sporco, non è che hai qualche scatolone di pensieri felici che ti avanza?>>

<<Lo scatolone c’è senz’altro, ma credo che sarà vuoto. Comunque, fai il giro della collina e, girato l’angolo di Balle di Cannone, troverai il “reparto scatole”. Batti 16 volte e mezzo le mani e lo scatolone verrà lui da te. Ah! Mi raccomando, non lasciare disordine!>>

 

 
 
 

_______ SESTO CAPITOLO _______ [ PRIMA PARTE ]

Post n°26 pubblicato il 23 Giugno 2009 da SPATIPETS

 

 

 

 

 

 

I

L VASO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

T

roppi erano i fiori gialli secchi nel Vaso del Mago, che immerso nei suoi pensieri, non li vedeva più, seppur li avesse davanti agli occhi. S’era immaginato che l’Umano avrebbe avuto bisogno d’aiuto, ma non credeva che tanta negatività si facesse così evidente. L’avrebbe aiutato certo! Ma come? Come avrebbe fatto a far ritornare gialli quei fiori? Forse facendo un salto alla fabbrica delle parole per prenderne di nuovi? No! Sarebbero diventati secchi e grigi anche quelli. Doveva trovare, nel “Manuale del Mago”, una magia che producesse un Vaso, dove i fiori sarebbero rimasti per sempre freschi e gialli, continuando così a produrre quel profumo che segnava i sentieri del destino, che l’Umano avrebbe seguito nella sua ricerca. Se fossero diventati tutti secchi, l’Umano si sarebbe perso per sempre nel bosco.

A pagina 2-4-6-8 trovò una formula magica facile facile, per fare il Vaso. Ma a pagina 3-5-7-9, nell’elenco degli ingredienti, si trovò davanti a un problema.

Per fare un Vaso magico ci volevano: 100 soffi di vento, un buco nell’acqua, mille bicchieri di vino senza bicchieri, sei ombre di Sole, 100 kg di ghiaccio bollente, un pizzico di pelo di cinghiale e poi, un trampolino per farfalle in puro zucchero, diecimila scarpe per formiche, una storiella scritta da qualcuno (!) e, per finire, uno scatolone di pensieri felici. Per il cinghiale e il trampolino, il Mago guardò nella dispensa magica e li trovò subito. Il buco nell’acqua, non era un problema (sapeva che ce n’erano tanti in giro); per il vino e il ghiaccio bollente avrebbe chiesto alla Cuoca Magica. Al Sole, avrebbe mandato uno specchio e un cesto per raccogliere le ombre. Cento soffi di vento li aveva già messi via l’anno scorso. Doveva parlare poi, col Ciabattino  Formichino, per  le scarpe e metterlo al lavoro subito. Per la storiella… non sapeva come fare.

<<Dovrò chiedere in giro… ma a chi?>> riflettè

<<Proverò alla fabbrica delle parole, troverò qualcosa!>>.

Ma il vero problema era lo scatolone.. già! Dove trovarlo?

<<Non conosco nessuno che ha uno scatolone così!>>.

E pensa e ripensa e pensa pensa pensa e ripensa ripensa ripensa…

<<Ci sono!!!>> disse il Mago

<<L’unico che può averlo, è l’Orco Sporco!>>.

...

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: SPATIPETS
Data di creazione: 09/04/2009
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

capitolatoolo_snorkim.a.r.y.s.eLess.is.moreattore49navighetortempospiritoblu71odio_via_col_ventoALDABRA72oranginellaAnsyansygiogione1980WaldoTrumbullApfelLaMelabarbarella_1985
 

ULTIMI COMMENTI

Non so cosa sia l'alella ma son qua per dirti Buon...
Inviato da: ApfelLaMela
il 03/10/2010 alle 13:08
 
spatipetTAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Inviato da: Coralie.fr
il 31/07/2010 alle 20:26
 
dove sei?
Inviato da: Coralie.fr
il 20/02/2010 alle 19:37
 
nel bosco a trovare fiori gialli per Umidone
Inviato da: sergioesposito_1975
il 17/02/2010 alle 21:46
 
...c'è pace qui ...e un buon profumo ...ma dove sei?
Inviato da: spiritoblu71
il 17/02/2010 alle 13:26
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963