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Obama: "Ecco ricetta per economia"

Post n°64 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da STREGAVIOLA63
Foto di STREGAVIOLA63

"Ecco le azioni necessarie per curara l'economia americana sempre più malata". Con una mossa inusuale, Barack Obama scrive di suo pugno un editoriale per il Washington Post, come riferisce l'agenzia Adnkronos. Il presidente Usa ribadisce l'urgenza di approvare al più presto possibile il suo pacchetto di rilancio economico per uscire dalla "crisi profonda e più grave dai tempi della Grande Depressione che abbiamo ereditato".


"Quello che gli americani si aspettano da Washington è un'azione che corrisponda all'urgenza che vivono ogni giorno nelle loro vite quotidiane - scrive ancora il presidente - un'azione che sia veloce, coraggiosa e sufficientemente saggia da farci uscire dalla crisi". Obama ribatte anche alle "critiche fuorvianti" arrivate negli ultimi giorni al suo piano, critiche che "riflettono le teorie sbagliate che ci hanno spinto nella crisi: l'idea che i tagli fiscali da soli possono aiutarci a risolvere i problemi, che possiamo affrontare test enormi con mezzi passi e misure; che possiamo ignorare le sfide fondamente come l'indipendenza energetica e gli alti costi del sistema sanitari ed ancora pretendere che la nostra economia si riprenda". "Io rifiuto queste teorie - replica secco il presidente - e così hanno fatto gli americani che sono andati a votare a novembre e hanno votato in netta maggioranza per il cambiamento". Anche perché "per troppo tempo hanno visto che si sono tentate quelle vie fallimentari".

Nell'articolo sul Washington Post, Obama ripete più volte che c'è bisogno di agire in fretta "perché ogni giorno che noi aspettiamo per iniziare a trasformare la nostra economia, più persone perdono il lavoro, i loro risparmi e le loro case. Se non sarà fatto niente - ha ripetuto - la recessione potrà durare diversi anni e la nostra economia perderà altri cinque milioni di posti di lavoro". Insomma, l'America piomberà in una crisi ancora più profonda che "a un certo punto potremo non essere in grado di bloccare".

"E' per questo che io sento un senso di urgenza per il piano che è in discussione al Congresso - incalza Obama guardando a Capitol Hill - con questo piano noi creeremo o salveremo tre milioni di posti di lavoro nei prossimi due anni, daremo un immediato taglio fiscale al 95 per cento dei lavoratori americani, stimolando la spesa per imprese e singoli consumatori, e intraprenderemo passi per rafforzare il nostro paese nei prossimi anni". Infatti, insiste Obama, il piano non è solo "una ricetta a breve termine, è una strategia per la crescita dell'America a lungo termine e lo sviluppo in aree come le energie rinnovabili, la sanità e l'istruzione". "Una strategia - ha aggiunto - che sarà applicata con una trasparenza ed una responsabilità senza precedenti così che ogni americano sarprà dove vanno e come vengono spesi i loro dollari".

Il presidente è duro nell'indicare in chi lo critica oggi come responsabili della situazione in cui ci troviamo: "Ogni giorno che passa la nostra economia si ammala di più ed è arrivato il momento per una cura che metta gli americani di nuovo al lavoro, faccia ripartire l'economia e investa nella crescita". "Ora è arrivato il momento di proteggere le assicurazioni sanitarie per gli oltre otto milioni di americani che rischiano di perderle; ora è arrivato il momento di risparmiare miliardi rendendo due milioni di case private ed il 75 per cento degli edifici federali più efficienti dal punto di vista energetico". "Ora è arrivato il momento di dare ai nostri bambini tutti vantaggi di cui hanno bisogno e migliorare 10mila scuole, biblioteche e laboratori; ora è arrivato il momento - ha detto ancora Obama - di creare i lavori che riscostruiranno l'America del 21esimo secolo".

"Queste sono le azioni che gli americani si aspettano senza indugio - ha poi concluso - sono pazienti da capire che per avere risultati ci vorranno anni e non mesi, ma non hanno pazienza per vecchi giochi politici che bloccano il cammino mentre la nostra economia continua a scivolare in basso. Così dobbiamo fare una scelta - conclude - possiamo lasciare ancora una volta che le brutte abitudini di washington blocchino il progresso oppure possiamo tutti insieme alzarci e dire che in America il nostro destino non è scritto per noi ma da noi".


 


......I HAVE A DREAM...........OBAMA SEI IL NOSTRO SOGNO...........LA NOSTRA SPERANZA...........GRAZIE DI ESISTERE............

 
 
 
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