A me pare uguale agli dèi
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli
e ridi amorosamente. Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce
si perde sulla lingua inerte.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e ho buio negli occhi e il rombo
del sangue alle orecchie.
E tutta in sudore e tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a me rapita di mente.
In questa poesia possiamo chiaramente affermare che Saffo descrive tutto ciò che prova alla vista della persona amata, un misto di sentimenti intensi, nella lettura del testo che può essere suddiviso in due parti, vi troviamo nella prima parte, cioè fino al quarto verso, ls figura dell'amato, che sembra quasi un dio a chi l'osserva.
Mentre nella seconda, vi sono descritti gli effetti che questa visione causa nella donna, e qui l'impressione iniziale si capovolge: a una serena contemplazione subentra il tumulto dei sensi; l'amore non è felice, ma tormentoso, e quasi prossimo alla morte.
Proprio questo induce a pensare che nella lirica si esprima il sentimento della gelosia: i sintomi della passione, dunque, sono generati sì da amore, ma da un amore non ricambiato, o non fa da ricambiare, questa poesia mi piace perche fa capire che in amore non esistono differenze, l'amore è amore in ogni sua forma.
Inviato da: annaelena2009
il 08/03/2011 alle 19:52
Inviato da: carlavespri
il 25/01/2011 alle 21:25
Inviato da: Ladyoscar1701
il 14/10/2010 alle 22:52
Inviato da: annaelena2009
il 18/07/2010 alle 16:01
Inviato da: debby_one
il 17/04/2010 alle 17:51