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Erpetofauna & co.

Note su biologia, ecologia, distribuzione e conservazione di ANFIBI e RETTILI delle Marche (e non solo)

 

 

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Post N° 84

Post n°84 pubblicato il 19 Novembre 2008 da faunamarche
 
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I PRIMI RISULTATI DEL PROGETTO ATLANTE ERPETOLOGICO


Sono 26 le specie di Anfibi e Rettili rilevate nel territorio del Parco nazionale dei Monti Sibillini, per un totale di circa 650 segnalazioni raccolte in due anni di attività. Questi i dati preliminari che emergono dal consueto report annuale del progetto “Atlante Erpetologico Sibillini”, coordinato da David Fiacchini e condotto sul territorio grazie all’impegno di una ventina di rilevatori e alla disponibilità del personale del Corpo Forestale dello Stato.
Da evidenziare la presenza di ben sette specie endemiche italiane (con areale di distribuzione limitato ad alcune zone della nostra penisola), tutte tra gli Anfibi, mentre se prendiamo in considerazione la Direttiva “Habitat” 92/43/CEE, sono 15 le specie di grande interesse conservazionistico a livello europeo e meritevoli di tutela.

Tra le presenze più importanti segnaliamo, per gli Anfibi, la rarissima Salamandra pezzata (Salamandra salamandra), rinvenuta con certezza solamente in un sito riproduttivo nel territorio del comune di San Ginesio, l’endemica Salamandrina dagli occhiali (Salamandrina perspicillata) e, quale gradita sorpresa, il piccolo Ululone appenninico (Bombina pachypus), osservato nel versante umbro del Parco in due soli siti.
Tra i Rettili spiccano le osservazioni relative ad alcuni serpenti non così comuni, quali il Cervone (Elaphe quatuorlineata), il Colubro liscio (Coronella austriaca) e il Colubro di Riccioli (Coronella girondica). Trattandosi di “esseri striscianti” anche questi animali finiscono quasi sempre per essere uccisi dall’uomo, nonostante siano del tutto innocui e svolgano un ruolo prezioso a livello ecosistemico (si tratta per lo più di grandi predatori di topi ed altri piccoli mammiferi).

Alcune delle specie rilevate nel corso del progetto “atlante” possono essere considerate quali ottimi “bio-indicatori”, veri e propri termometri ambientali in grado di indicare (in base al numero delle specie presenti, alla consistenza delle popolazioni e ad altri fattori ecologici) lo stato di salute degli ecosistemi dove si svolge il loro ciclo vitale: alcuni Anfibi come, ad esempio, la Salamandra pezzata e la Salamandrina dagli occhiali, necessitano di habitat dulciacquicoli integri e di ampie fasce boscate non soggette a ceduazioni. La rarità o la completa assenza di uno o più bioindicatori da un determinato habitat può essere messo in relazione al grado di antropizzazione e all’uso irragionevole delle risorse naturali.

 
 
 
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