Il Sigillo

UNA STORIA VISSUTA (4°)

... erano le 18.00 quando la chiamai al cellulare. Mi aveva colpito il suo sms: Oggi non sarò in chat. Se mi chiami questa sera non ci sarò neppure domani". Cosa voleva dire, cosa voleva dirmi? E fu la prima cosa che le chiesi. Lei praticamente non rispose, ma iniziò a parlarmi di se stessa, dei suo studi, delle sue ricerche. E mentre la sentivo mi accorgevo sempre più di quanto rimanessi affascinato da quella voce, ma la cosa strana, e me ne accorsi solo dopo qualche mese, fu che non collegavo assolutamente la voce al corpo, la voce che ascoltavo con quel corpo messo in vestrina o meglio su un bancone da macellaio. Mi chiese di me, di cosa mi occupassi, dei miei interessi. E scoprimmo di averne molti in comune, avevamo letto in molti casi gli stessi libri, avevamo una cultura abbastanza simile. E così, parlando del più e del meno, ci accorgemmo che erano passate circa tre ore. Ci fu un saluto molto cordiale, una "buona notte" da amici, ma vi era un qualcosa che mi accorgevo mi stava prendendo.
Il giorno dopo mi collegai alla chat, senza entrare in alcuna stanza, ma con la lista dei nik bene in evidenza. Ed in effetti mi accorsi che non era entrata, almeno col nik che conoscevo. Ancora una volta giunse la sera e non nego che per l'intera giornata il mio pensiero era fisso su di lei. Avevo una voglia matta di ascoltarla, di parlare con lei, mi accorgevo che stava diventando sempre più un desiderio che mi prendeva la mente. Ma ecco che mentre facevo ritorno a casa, verso le 21.00, squillò il cellulare. Vidi un numero che non avevo ancora collegato al suo nome. Risposi ed appena ascoltai quel "ciao" sentii una specia di appagamento mentale. "Sai? non sono entrata in chat tutto oggi. Se me lo chiedi non entrerò neppure domani". Ma cosa stava accadendo? Perchè bastava che io le dicessi di non farlo, lei, abituata come era ai suoi "spettacoli", avrebbe fatto marcia in dietro? parlammo ancora per un'ora di tante cose, poi ad un certo punto le chiesi il perchè di quelle sue affermazioni. La risposta che ebbi fu fatale per me: "se dedico il mio tempo a te non ho bisogno di nessun altro". Immaginare cosa passò nella mia mente in quell'istante è difficile. Lei, quella voce, quella donna di 50 anni, di colpo mi sembrava una persona tenerissima, quasi una ragazzina, che enunciava frasi che forse già i diciottenni non si dicono più. Nella mia mente iniziarono a formarsi pensieri dei più assurdi, stava succedendo qualcosa di strano, provavo sensazioni che avevo scordato da anni e anni. Era come se vedessi quella persona che mi offriva del sentimento dalle sue mani. Iniziavo a farmi domande, a chiedermi se stessi sveglio o no. Iniziai a vivere le sensazioni, diciamo così, dell'innammoramento, ero completamente preso. "Vorrei tanto che in quelle stanze tu non ci vada più" fu la mia risposta, quasi immediata, spontanea, sentii di doverlo dire. "va bene, non accadrà più. Ora chiudiamo. Ma prima ti mando un bacio, quello della buona notte". Non so se cadde la linea, se chiuse lei, se inavvertitamente sospesi io la chiamata. Rimasi dei minuti con quella voce nella mente, quella voce che mi salutava mandandomi un bacio. Sì! Era accaduto quel che non doveva accadere.

(Continuerà)