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Lungosavena due bis, nuove proteste del comitato

Post n°12 pubblicato il 19 Agosto 2012 da fabbri.giancarlo

Castenaso (Bologna)

Anche ieri il comitato “Per Villanova” ha scritto ad amministratori e tecnici della Provincia e del Comune di Castenaso (Bologna), e alla stampa, per esprimere il suo dissenso al mancato accoglimento della sua proposta sul progetto del braccetto 2° lotto bis della Lungosavena.
Per capirci la Lungosavena era stata pensata oltre vent’anni fa per unire la Trasversale di pianura (e A13, Centergross e Interporto) alla Tangenziale bolognese e, proseguendo verso sud, allacciarsi alla Fondovalle Savena che arriva fino quasi al confine toscano. Nel 1997 si giunse infine a una preintesa fra Anas, Regione e gli enti locali (Provincia e comuni di Bologna, Castenaso e Granarolo). Nel 2000 un’intesa tra governo e Regione confermava l’infrastruttura tra quelle rientranti nella “grande rete regionale” e il 18 aprile di quell’anno fu approvato un accordo di programma ma senza l’Anas. In tale fase venne aggiunto al programma delle opere anche un 2° lotto bis che “doveva” unire via dell’Industria, e la Lungosavena, alla San Vitale.
Nel frattempo furono realizzati due tratti a sud della Tangenziale, viali Cavina e Vighi, e nel 1995 uno a nord, viale Giovanni II Bentivoglio, come 1° lotto della Nuova Lungosavena. Realizzazione, quest’ultima, imposta dall’allora sindaco di Castenaso, Claudio Marchi, per dare il consenso ad aprire il CentroNova. Ma già dalla preintesa non furono presi impegni di spesa per realizzare il 3° lotto che doveva unire il 1° al 2° lotto (da via dell’Industria a via Bargello) con un costo che nel 2000 fu preventivato in circa 40 miliardi di lire. E ad oggi, a oltre vent’anni dalle decisioni formali, oltre al 1° lotto sono percorribili solo circa cinque chilometri del 4° lotto che doveva unire la Trasversale a via Bargello; manca il tratto da via Bargello a via Frullo.
Riguardo al 2° lotto bis al tempo del sindaco Marchi il progetto prevedeva un ponte per superare contemporaneamente la San Vitale e la ferrovia Suburbana. Poi, durante i mandati del sindaco Mariagrazia Baruffaldi, nonostante la presenza di uno scolo, di un acquedotto e di alcuni metanodotti, il progetto fu modificato per una soluzione in tunnel con costi lievitati da 11 miliardi di lire (circa 6 milioni di euro, stime del 2000) a oltre 12 milioni di euro (circa 25 miliardi di lire).
Infine con l’attuale sindaco, Stefano Sermenghi, è stata presentata una variante, più spostata verso Castenaso, che riprende l’idea del ponte. Il che ha spinto il comitato a chiedere al Comune di adottare la soluzione ponte al progetto già finanziato riportandolo all’originaria versione. Nel dicembre 2011 Comune e Provincia accettano di valutare la nuova proposta dando incarico, a uno studio esterno, di redarre uno studio di fattibilità. Poi nel luglio 2012 il comitato fu invitato alla presentazione delle valutazioni tecniche e, come riferisce con delusione, «fu esposta solo l’unica versione proposta dal Comune senza alcuna valutazione economica dei costi. Siamo stati presi in giro con il Comune aveva già preso le sue decisioni fatte avvallare dal tecnico». «Ci siamo chiesti le motivazioni – spiegano dal comitato “Per Villanova” – e siamo giunti alla conclusione che possono prevalere gli interessi dei “signori del cemento”. Una strada che escluda la possibilità di realizzare nuove costruzioni, perché in gran parte già esistente da adeguare, potrebbe non interessare le lobby dei costruttori. Ridurre l’inquinamento di Villanova non porta soldi in tasca a nessuno di quei personaggi che condizionano le decisioni dei politici e sostengono i partiti».
Col sindaco Sermenghi che però precisa che «non è stata presa alcuna decisione. Per me la priorità riguarda l’edilizia scolastica ed è quindi probabile che abbandoneremo il progetto, 2° lotto bis, restituendo tutti i finanziamenti finora concessi per la realizzazione della strada».

 
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