Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
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Orto didattico nel parco della Resistenza?

Post n°37 pubblicato il 24 Settembre 2012 da fabbri.giancarlo

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San Lazzaro (Bologna)

Un orto didattico a San Lazzaro al centro del parco della Resistenza? Sarà un’idea “verde”, o “innovativa” ma, forse questione di opinioni differenti, sembra un po’ forzata visto che ci sono tanti spazi incolti.
Da un po’ di tempo quasi in mezzo al pratone del parco Resistenza, a sud e a ovest del Rio Polo, c’è un’area ellittica di terreno dissodato con al centro un cartello. «Con la collaborazione dell’amministrazione del Comune di San Lazzaro di Savena – recita la scritta –e con l’aiuto indispensabile di Ermanno Rocca dell’azienda agricola Bonazza, e di Agriverde, (qui ci sarà) l’orto didattico di San Lazzaro in Transizione lo stiamo creando insieme! Se vuoi apprendere l’arte della coltivazione della terra nel rispetto dell’ambiente, che tu sia già esperto o alle prime armi, questo è il posto giusto!!! A settembre – prosegue la scritta concludendo – ci saranno i primi corsi. Per informazioni puoi contattare: sanlazzarointransizione@gmailcom».
I corsi non sono poi ancora partiti e ad alcuni il posto non sembra proprio giusto. Il parco pubblico della Resistenza è il più bello, e grande, del territorio sanlazzarese costantemente “rosicchiato” da tante belle iniziative e strutture: edilizie, sportive, solidaristiche orticole, eccetera. Ciò che resta di due aree agricole e parchi privati di Villa Boschi (poi Villa Bellaria e Villa Furla) e di Villa Rossi (o Villa San Lazzaro o Villa Acquabona) continua a ridursi. E lo dimostra una foto del 1937 dove si vedono le due ville circondate dai campi.
Nel dopoguerra l’intenso sviluppo urbanistico poi la costruzione di impianti sportivi: bocciodromo, palestre Rodriguez e Repubblica, circolo tennis, campi di gioco, parcheggio via Bellaria, orti comunali eccetera, ne hanno già ridotto l’ampiezza. Chi ha memoria ricorda che nel 2006, quando fu presentato il progetto del teatro nell’area di Villa Acquabona, Wwf e residenti fecero raccolte di firme e manifestazioni per «difendere un’area verde di pregio parte del parco Resistenza».
Da qui le domande: «E’ proprio necessario dissodare il prato del parco della Resistenza per farci un orto che poi può espandersi? Ci sarà un’altra recinzione ancora per difendere i prodotti dell’orticello?».

Giancarlo Fabbri

 
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