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La locandina dell’iniziativa in occasione della Festa della Repubblica
San Lazzaro (Bologna)
Ci sono notizie che, pur importanti dal punto di vista simbolico, sulla stampa locale passano quasi sotto silenzio; oppure sollevano una marea di polemiche. Ne sa qualcosa il neo ministro all’integrazione Cècile Kyenge che ha riproposto un disegno di legge sullo “ius soli”, già sollecitato anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Nell’ottobre scorso il consiglio comunale di San Lazzaro (Bologna) aveva infatti approvato una mozione presentata dal Pd Alessandro Battilana «per il conferimento della cittadinanza, ma “onoraria”, ai minori figli di stranieri nati in Italia e residenti a San Lazzaro».
E il prossimo 2 giugno a San Lazzaro, in occasione della Festa della Repubblica, alle 9.30, nel cortile del municipio si terrà la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria ai minori di 18 anni, figli di immigrati, nati in Italia. E al momento risiedono a San Lazzaro ben 475 minori, figli di immigrati, che qui vivono e studiano già integrati nella vita della città. Dopo il saluto del sindaco, Marco Macciantelli, il consiglio comunale dei ragazzi presenterà alcuni lavori realizzati sul tema dell’integrazione. A seguire sarà infine consegnato a bambini, ragazzi e giovani l’attestato della cittadinanza onoraria.
La festa proseguirà, alle 21.30, sempre nella corte comunale, con lo spettacolo “Dal Quarantotto al 48. Pagine di Resistenza, musica e colori” realizzato da Teatro Eventi Energie Rinnovabili e da studenti dell’Istituto “Mattei” con l’associazione Arteinessere e il Comune.
Quello del 2 giugno è, comunque, un atto simbolico come premessa di effettivo riconoscimento della cittadinanza da parte della legislazione nazionale. Infatti per legge i figli di stranieri, anche se nati in Italia possono richiedere la cittadinanza solo dopo il 18° anno di età e dimostrare un’effettiva integrazione con le nostre leggi e regole.
Accogliendo l’impegno assunto con la mozione la giunta sanlazzarese è convinta che «la cerimonia deve essere una festa perché vogliamo che bambini e ragazzi vivano quel momento con gioia. L’integrazione è un valore che nelle nostre scuole è presente grazie ad un percorso didattico e pedagogico volto a includere e non a emarginare».
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