Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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Coinvolgente la simpatia che sa esprimere papa Francesco

Post n°345 pubblicato il 01 Settembre 2013 da fabbri.giancarlo
 

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Riflessioni personali 

Basta il sorriso di papa Francesco, l’argentino Jorge Mario Bergoglio «venuto da quasi la fine del mondo», per sentirsi pervasi da sentimenti di simpatia verso questo pontefice fuori da ogni schema. Vedendo poi alcune sue foto tale sorriso richiama alla memoria, sperando di non incorrere in “crimen lesae maestatis” (assimilato al sacrilegio secondo antiche legislazioni), quello del grande attore comico cinematografico Arthur Stanley Jefferson più noto col nome d’arte Stan Laurel (Stanlio in Italia). Attore che in coppia con Oliver Hardy (Ollio) ha interpretato film comici popolarissimi che si vedono ancora oggi con piacere.
Dubbio poi fugato dal saperlo, oltre che sovrano, uomo di spirito e di grande umiltà. Certamente, come ha detto lui stesso, «gli apostoli non davano del lei a Gesù o lo chiamassero sua eccellenza. Erano amici e con gli amici sono abituato a dare del tu». Pontefice che ha poi anche ribadito «che per essere grandi bisogna prima sapersi fare piccoli».
Il suo richiamo all’umiltà, l’immediata sua riduzione di ori, dorature e cerimoniali giunto al soglio di San Pietro, il suo stesso comportamento di padre pastore lo ha fatto e lo fa apprezzare a tanti che si erano discostati dalla Chiesa Romana dove il detto «beati i poveri» aveva il sapore della presa in giro. Tanto che papa Jorge Bergoglio ha subito posto paletti e controlli allo Ior precisando che «San Pietro non aveva il conto in banca»; tantomeno all’Istituto per le Opere di Religione. Iniziative per certi versi sconvolgenti, e apprezzabili, che sarebbero state inconcepibili anche solo ai tempi di Pacelli, Roncalli e Montini.
Personalmente preferisco un papa amico, sorridente, a un sovrano con paramenti dorati benedicente. La benedizione la dà anche il parroco.

 
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