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Troppa confusione sul Paleotto

Post n°397 pubblicato il 10 Ottobre 2013 da fabbri.giancarlo
 

Immagine

Una mappa pubblicata dalla pubblicità della Novafin della Tamburini spa 

Bologna-Pianoro-San Lazzaro 

Sarà il futuro viadotto che, sarà realizzato, scioglierà definitivamente il cosiddetto Nodo di Rastignano congiungendo il Paleotto al Paleotto. Direte che nella frase di prima c’è qualcosa che non convince e in effetti sullo storico toponimo “Paleotto” c’è troppa confusione.
Infatti dei due Paleotto ce n’è uno vero nel territorio di Bologna, con le radici nel medioevo tramite la famiglia senatoria dei Paleotti, e uno finto in località Trappolone di San Lazzaro. Infatti agli inizi degli anni ’90 per valorizzare un nuovo insediamento residenziale composto da nove palazzi per abitazioni e uno previsto per servizi, gli fu dato nome “Residenza il Paleotto”. Insediamento sorto su quello che fu il sedime dell’ex stabilimento Landy Freres della famiglia Maschio.
Con lo stesso Mario Tamburini, presidente della Novafin poi fallita, a scrivere negli opuscoli informativi che: «Il (residence, ndr) “Paleotto” prende il nome dall’omonimo ponte di pietra di età romana (sic!) che si erge con le sue massicce arcate sulle acque del fiume Savena». Solo che tale ponte ha una testa sulla sponda bolognese del torrente Savena, dove si trovano il borgo e il parco del Paleotto, e l’altra sulla sponda pianorese accanto alla borgata Pedagna della frazione Rastignano.
Quindi il toponimo è stato trapiantato per ragioni solo commerciali e non ci sarebbe nulla di male se venisse chiamato cosi solo il residence. Purtroppo, e non si capisce perché, l’amministrazione comunale di San Lazzaro sta attribuendo il falso toponimo Paleotto all’intera località, tra La Bastia di San Ruffillo (Bologna) e Rastignano a est della via di Toscana, il cui nome storico è Trappolone come riportavano le stesse carte stradali del Comune di San Lazzaro. 
E anche quest’anno il calendario del tour delle frazioni organizzato dal Comune di San Lazzaro vede elencato, di nuovo, il Paleotto e non il Trappolone. Un peccato perché la storia bolognese corre il rischio di essere corrotta, e confusa, da una sfortunata iniziativa immobiliare.
Anche in questi giorni, purtroppo a seguito di un incidente mortale a Rastignano di Pianoro, si è evidenziata la necessità di una viabilità alternativa al tratto dell’ex statale “della Futa”. E come si fa a spiegare che il secondo stralcio per sciogliere il Nodo prevede un lungo ponte che con varie campate supererà il Savena, l’ex statale e la ferrovia “Direttissima”, partendo dal Paleotto per poi arrivare al Paleotto?

 

 
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