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Ora il “Pirata” ha finalmente un nome

Post n°536 pubblicato il 14 Febbraio 2014 da fabbri.giancarlo
 

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Pianoro (Bologna) 

A Cesenatico un bel San Valentino per l’artista Emanuela Pierantozzi, ex cittadina pianorese e grande campionessa di judo, che vede finalmente la dedicazione del monumento sul lungomare, al centro di piazza Marconi, al “Pirata” Marco Pantani. E così, finalmente, si potrà chiudere un capitolo doloroso della storia dello sport italiano. Infatti il 14 febbraio 2014, per celebrare il decennale della morte del ciclista Marco Pantani, la sua città ha finalmente avuto la possibilità di dedicargli ufficialmente il monumento che lo raffigura impegnato in una delle sue epiche salite. La grande scultura era stata realizzata dall’ex campionessa, dedicatasi all’arte, che  vinse il concorso di idee indetto dal Comune di Cesenatico. La statua in bronzo, a grandezza naturale, fu inaugurata nel 2005 e da allora è meta di visitatori, anche dall’estero, con molti che portano un fiore, un lasciano un biglietto.

Ma però il monumento non ha mai portato il nome di Pantani, perché la prefettura non concesse la deroga per intitolarlo al campione. In base ad una norma risalente al 1923, in Italia, l’intitolazione di un monumento deve avvenire almeno dopo dieci anni dalla scomparsa della persona celebrata. Così l’opera della Pierantozzi fu intitolata, semplicemente, “al ciclista”, con rammarico della famiglia Pantani, dei tifosi e della stessa municipalità che aveva voluto il monumento.

Emanuela Pierantozzi, nata a Bologna nel 1968, pianorese per alcuni decenni e ora residente a Ferrara, è una figlia d’arte. Il padre, perito chimico già dipendente dell’Enea, è infatti Piergiovanni Pierantozzi pittore informale, e docente di pittura, che ha esposto in numerose mostre collettive e personali in varie città italiane ed europee. Ma anche Emanuela non scherza e la statua di Marco Pantani mostra la sensibilità dell’atleta verso un altro campione. La Pierantozzi nello sport ha vinto due campionati mondiali, due mondiali universitari, due europei, dieci importanti tornei internazionali; alle Olimpiadi un argento (Barcellona 1992) e un bronzo (Sydney 2000).

 
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