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Riforme utili o stravolgimento della Costituzione?

Post n°798 pubblicato il 14 Marzo 2015 da fabbri.giancarlo
 

Manifesto

Ozzano (Bologna)

Serve davvero agli italiani un Senato delle Regioni? Il dubbio è venuto anche all’Anpi (Associazione nazionale partigiani d’Italia) che rappresenta quanti hanno combattuto nella lotta di Resistenza contro la dittatura fascista, contro l’occupazione nazista e per un’Italia libera, repubblicana e democratica. Infatti la sezione Anpi di Ozzano ha indetto per le 20.30 di mercoledì 8 marzo, nella Sala “Città di Claterna” di piazza Allende 18, un’assemblea pubblica per parlarne.
Interverranno il presidente del comitato “Salviamo la Costituzione” Alessandro Baldini, il direttore dell’istituto storico regionale “Parri” Luca Alessandrini e il vicepresidente provinciale dell’Anpi di Bologna Gianluigi Amadei. L’opinione dell’Anpi è che anziché differenziare i compiti di Camera e Senato, riducendone i costi col dimezzamento dei parlamentari e l’unificazione dei servizi, è stata frettolosamente approvata dalla Camera una riforma costituzionale che assieme a quella elettorale rischia di creare danni alla democrazia italiana.
«I frutti amari del “patto del nazareno”, infatti – ribadiscono dall’Anpi –, appaiono sempre più un pasticcio istituzionale che non potrà che produrre. Un Senato senza poteri, ridotto a un “dopolavoro” per i 74 consiglieri regionali e i 21 sindaci, senatori che saranno nominati e non eletti dai cittadini; e c’è da chiedersi come potrà fare il senatore un sindaco di una grande città, magari anche presidente della città metropolitana. E una Camera costituita in maggioranza da nominati di fatto controllata dal governo e quindi dal suo leader. Se tali riforme non saranno modificate – paventano dall’associazione dei partigiani –, rischiamo di svuotare il Parlamento e di concentrare il potere nelle mani dell’esecutivo e del capo del governo. Presidente del consiglio che potrebbe quindi nominare lui stesso il presidente della Repubblica e gli altri organi di controllo. Uno stravolgimento della Costituzione, una mortificazione della rappresentanza popolare e politica – concludono i dirigenti dell’Anpi – e un rischio per la democrazia».

 
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