Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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Messaggi di Luglio 2015

Hemingway Editore tre mensili gratuiti per mezza provincia

Post n°848 pubblicato il 18 Luglio 2015 da fabbri.giancarlo
 

Testate ww

Provincia bolognese

In tutti i settori dell’informazione: quotidiani, periodici, on line, radio e televisione, la raccolta pubblicitaria è fondamentale anche senza scomodare lo storico slogan “la pubblicità è l’anima del commercio”. Infatti un amico pubblicitario, che raccoglie inserzioni (e quindi soldi, ndr) per mantenere in vita una serie di periodici, e posti di lavoro, mi diceva che spesso incontrava dei negozianti, anche di buon livello, che non investivano un centesimo nel pubblicizzare la loro attività ma poi nel contempo lamentavano la crisi perdurante e il calo delle vendite.
Una discussione che mi ha fatto venire in mente una storia narrata dal grande giornalista dalla penna tagliente, Indro Montanelli, riguardo al secolare stato di crisi di regioni del sud. «Nel secondo dopoguerra – raccontava Montanelli – fui invitato in Sicilia alla presentazione di un libro sulla mafia. Approfittai dell’occasione, e di un bellissimo giorno, per fare una passeggiata. Fuori dal paese notai un terreno incolto e, seduto a terra con la schiena appoggiata a un albero, una persona del luogo con lo sguardo perso in lontananza. Gli chiesi come mai quella terra non veniva coltivata al che mi rispose: “non viene su nulla”. Un po’ perplesso gli chiesi se avevano provato a dissodarla e a seminarla sentendomi dire: “a lavorarla la terra rende, ma bisogna lavorarla”». Con quella storia Montanelli faceva capire che non bisogna aspettare la manna dal cielo e lamentarsi. E riguardo alle attività commerciali e produttive se uno non fa nulla per farsi conoscere fa poca carriera.
Infatti, lavorando il proprio territorio, la pubblicità aiuta a mantenere in vita l’informazione locale e non soltanto. Nel nostro piccolo ci sono i notiziari mensili della Hemingway Editore come voce indipendente, politicamente e finanziariamente, che pubblicano notizie dei comuni di diffusione spesso ignorate dai quotidiani. Le riviste: “Valli Savena Idice”, “Un’idea di Appennino” e “Valli Reno Lavino e Samoggia” messe assieme coprono le valli del bolognese, dall’Appennino a oltre la via Emilia. Pubblicazioni, in distribuzione in questi giorni il numero di luglio, che non ricevono contributo pubblici reperendo risorse dagli inserzionisti che, da imprenditori, le vedono come strumento utile per promuovere i loro prodotti, e le loro attività produttive e commerciali. Chi è interessato alle tre riviste per notizie, informazioni, abbonamenti e inserzioni può rivolgersi al: 0534.94472; bruno.diber@gmail.com.
Le tre riviste giovani, ambiziose, colorate, sono infatti gratuite grazie alle tante aziende, piccole e grandi, che hanno appunto colto al volo l’opportunità di farsi conoscere e ricordare in ambito più vasto. Col vantaggio che chi non trova la copia cartacea può sfogliare in modo virtuale il notiziario mensile, o scaricarlo e stamparlo, collegandosi al sito web: http://hemingwayeditore.wordpress.com.

 
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E’ in edicola il “Buone Notizie Bologna” di luglio

Post n°847 pubblicato il 04 Luglio 2015 da fabbri.giancarlo
 

BNB luglio2015

Bologna

Anche in questo inizio luglio molto afoso il mensile “Buone Notizie Bologna” è arrivato in edicola puntuale come ogni primo del mese. E come al solito lo fa con tanti articoli di attualità, interviste, inchieste, approfondimenti, recensioni, saggi e rubriche varie. Le quattro pagine interne, quasi un inserto a parte, sono dedicate alle vacanze estive, di ieri e di oggi, ma BNB dà sempre molto spazio ai temi del lavoro e alle aziende che fanno importante la nostra economia regionale.
Infatti in questo numero il mensile si apre con interviste del direttore Maurizio Cocchi, coadiuvato da Luca Cavrini e da Ugo De Santis, a donne imprenditrici o comunque impegnate in azienda. A pagina due Silvia e Laura Panini, discendenti degli inventori delle figurine e contitolari dell’azienda editrice modenese Franco Cosimo Panini, e a pagina tre Valentina Marchesini figlia dell’amministratore delegato della Marchesini Group, Maurizio Marchesini, e nipote del fondatore dell’azienda pianorese del packaging Massimo Marchesini.
Sfogliando le pagine il mensile si interessa di donazione degli organi, ricorda l’intrepido Ambrogio Fogar a dieci anni dalla scomparsa, di antichissimi giochi egizi e sumeri, dell’abbattimento del DC-9 Itavia su Ustica nel 35° anniversario purtroppo ancora senza verità, di salute e benessere, eccetera, eccetera. Vi lasciamo il piacere di scoprirlo. Il vostro immodesto presentatore e cronista in questo numero vi ha propinato l’assurdo e incomprensibile gesto vandalico perpetrato ai danni del monumento ai caduti di San Lazzaro, la posa di una targa ufficiale a ricordo dello storico stabilimento sanlazzarese dell’Officina Specializzata Costruzione Automobili (Osca) dei fratelli Maserati, e il concorso per tesi di laurea sull’Appennino, con iscrizione gratuita, promosso dal semestrale di studi storici “Savena Setta Sambro”.
Il resto lo scoprirà il lettore che con un euro può acquistare BNB nelle edicole di Bologna e provincia; e oltre a leggere un foglio originale e innovativo sarà l’occasione di sostenere una cooperativa, la Virtual Coop, che lavora, e anche molto bene, per aziende ed enti pubblici e privati, formata quasi totalmente da persone svantaggiate.

 
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Uso pubblico a spese del privato? Così è (se pare al Comune)!

Post n°846 pubblicato il 01 Luglio 2015 da fabbri.giancarlo
 

A chi spetta tagliare il cespuglio che impedisce il passaggio dei pedoni?

A chi spetta tagliare il cespuglio che impedisce il passaggio dei pedoni?

Pianoro (Bologna)

Perché in un via realizzata da privati cittadini l’ente pubblico locale, il Comune, senza assumerne formalmente la proprietà ne espropria di fatto l’utilizzo privato senza gestirne la manutenzione affinché l’uso pubblico sia privo di rischi per chi l’utilizza pensandola pubblica? Perché la manutenzione deve essere a carico dei frontisti, formalmente ancora proprietari della strada, se il godimento è generale? Perché se, purtroppo, capita un incidente ne devono fare le spese i proprietari e non l’ante pubblico che ne ha consentito l’utilizzo pubblico anche se la strada non è sua? Forse le leggi lo consentono ma non è giustizia.
E’ il caso del tratto (oggi ex) iniziale di via Marzabotto a Rastignano di Pianoro (Bologna) che si dipartiva dalla via Andrea Costa (ex strada nazionale oggi Sp 65 “della Futa”) fino al civico 12. Strada privata chiusa a cul de sac, fino agli anni ’90, poi aperta per consentire la realizzazione del fallito “Ribaltamento di Rastignano” rivelatosi solo una mera speculazione immobiliare con tutte le previste strutture commerciali e di servizio o non aperte o chiuse per morte prematura. Basti vedere il deserto della bellissima piazza Piccinini dove, come paradigma della vita, a un capo del porticato sul semicerchio ovest c’è un asilo infantile e nell’altro una casa di riposo; e ne mezzo alcune vetrine vuote dopo che hanno chiuso una pizzeria, un bar pasticceria, un centro benessere, un solarium, il mercato del sabato, eccetera.
La scorsa settimana ho fatto presente a un cantoniere del Comune di Pianoro che nel tratto ex iniziale della via (ora diventato terminale dopo l’istituzione del senso unico solo in uscita per tutti i veicoli) si sono delle situazioni incongruenti o anche pericolose per la sicurezza pubblica. Sentendomi dire che ci devono pensare i proprietari perché la strada è privata anche se di uso pubblico. Da qui una semplice domanda: perché devo pagare io, che tra l’altro col passaggio pubblico e la posa di cartelli di divieto di sosta ho anche perso la possibilità di parcheggiare davanti a casa, per il godimento generale di chi passa?
Pur trattando di altri argomenti mi viene istintivamente alla memoria il titolo di una famosa opera teatrale di Luigi Pirandello: “Così è (se vi pare)” messa in scena per la prima volta nel 1917. Un’opera dove torna un tema caro al drammaturgo siciliano: quello che la realtà cambia a seconda dei punti di vista e di interesse. Tema poi visto nel film “Rashomon” di Akira Kurosawa. Col titolo pirandelliano che diventa: Così è (se pare al Comune)! E mi piacerebbe conoscere in proposito il parere dei miei lettori e dei concittadini di Rastignano.

 
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Pianoro … a tutta birra

Post n°845 pubblicato il 01 Luglio 2015 da fabbri.giancarlo
 

Gambrinus 01

Pianoro  (Bologna)

Sabato 4, dalle 16 alle 24, e domenica 5 luglio, dalle 10 alle 22, il parco del Ginepreto, a Pianoro in viale della Resistenza 201, sarà teatro della prima edizione di “Pianoro a tutta birra”. Una festa campestre, dedicata alla birra e non solo, organizzata dalla Proloco Pianoro con il patrocinio comunale e in collaborazione con Mostro Pallocchio. Negli orari indicati sarà aperta una mostra mercato di artigianato, prodotti tipici e opere di ingegno oltre a gonfiabili e luna park. Lo stand gastronomico apre a cena il sabato e anche a pranzo la domenica con possibilità di asporto. Sabato esibizione del duo folk Jimm & Scots con a sera ballo con musiche anni 80-90. Domenica, invece, animazione con balli egiziani delle Dive del Deserto, esibizioni del Ranch Red Rose, giro pony con l’associazione Porziola e ballo con le musiche del Country Village. Per info: 335-5412878.
Da qualche anno a questa parte feste e sagre dedicate alla birra, nelle varie colorazioni e preparazioni, da quelle industriali alle artigianali, vanno a gonfie vele anche come occasioni per stare insieme in allegria e bere buone birre senza esagerare. Indubbiamente il faro di queste iniziative festose fu inizialmente l’Oktoberfest di Monaco di Baviera che in quel di Castenaso divenne Maranofest con tanto di maranesi a spillar birra e a servire ai tavoli in costumi tirolesi e bavaresi.
Poi visti i successi, soprattutto da parte dei giovani, feste della birra, chiara, ambrata, rossa o scura, rendono onore al mitico Gambrinus patrono della fresca bevanda spumeggiante come Bacco lo è per il vino. L’origine è attribuita al personaggio di Giovanni senza paura, leggendario re delle Fiandre, ritenuto inventore della birra con malto e luppolo. O anche a un coppiere di Carlo Magno che avrebbe appreso l’arte della birra dalla dea egizia Iside patrona della fertilità e della maternità. Infatti quella della birra non fu un’invenzione di epoca medievale ma era già conosciuta dagli antichi egizi migliaia di anni prima di Cristo. Non ha importanza chi l’ha inventata, ma il piacere di stare in compagnia assaporando … una buona birra. Prosit.

 
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