Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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Messaggi di Febbraio 2016

La natura nei quadri di Spiezio e in un libro sulle erbe

Post n°907 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da fabbri.giancarlo
 

Spiezio 01 Erbe

Nella foto un dipinto di Spiezio a la copertina del libro

Pianoro (Bologna)

Sabato 5 marzo alle 16, nella sala eventi del Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini”, in via del Gualando 2 a Pianoro Nuovo, con ingresso libero, si terrà l’inaugurazione della mostra “Pietra e legno”, con i magici dipinti di Giovanni Spiezio, e la presentazione del libro “La botanica nel piatto”, vademecum per il riconoscimento e l’utilizzo delle piante spontanee mangerecce di Donatella Mongardi e Maria Teresa Gandolfi. L’esposizione pittorica sarà poi visitabile il sabato e la domenica dalle 15 alle 18, fino a domenica 13 marzo, ed è un’occasione da cogliere perché la pittura di Spiezio è particolare. Diplomatosi in pittura all’Accademia di Bologna con insegnanti di fama come Maurizio Bottarelli, Luciano De Vita e Mario Nanni artisti ben lontani dalla pittura figurativa, o verista, l’arte di Spiezio è rivolta all’iperrealismo in un’epoca nella quale è ancora in voga l’informale.
Citiamo alcuni brani del critico Gian Luigi Zucchini che di Spiezio scrisse sul numero 30 di “Savena Setta Sambro”: «Più vero del vero, la realtà nella sua concretezza che ha ancora un sapore, un profumo, tracce di terra, di rugiada, di neve. La perfezione formale, il colore che sembra palpabile tanto è solare e come esaltato dalla luce trasmette un piacere sensitivo che dall’occhio passa all’olfatto o al gusto, quasi che certi suoi frutti potessero essere morsi o taluni suoi fiori emanassero ancora odori di terra umida, di sottoboschi ombrosi, di erbe selvagge».
E a proposito di erbe selvagge, come anticipato, nella stessa occasione verrà presentato il volume sulle piante spontanee commestibili edito dal Gruppo di studi Savena Setta Sambro, pubblicato col contributo di EmilBanca, opera delle due autrici con la supervisione botanica di Giancarlo Marconi. Libro, utile all’aperto e in cucina, che contiene la descrizione di 190 piante spontanee del nostro territorio, del tutto o in parte commestibili, con 200 foto a colori e 500 ricette di cucina.
L’evento si inserisce nei consueti progetti di promozione delle arti e degli artisti locali e di riscoperta e valorizzazione dei saperi e sapori di un tempo, promossi dall’associazione culturale “Territorio e Civiltà dei Mestieri” in collaborazione con il Comune di Pianoro. Per info: 051.6529105; 051.776927; info@museodiartiemestieri.it.

 
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Le donne ritratte da Sara “lavorano” in Mediateca

Post n°906 pubblicato il 25 Febbraio 2016 da fabbri.giancarlo
 

Colombazzi 01 Sara

San Lazzaro (Bologna)

Dopo un lungo peregrinare per Bologna (Palazzo d’Accursio, sedi di quartieri, Archiginnasio), poi in comuni della provincia e in altre città d’Italia, la mostra fotografica a titolo “Lasciatele lavorare. Donne nel mondo del lavoro”, approda a San Lazzaro. Esposizione, con foto di Sara Colombazzi giovane ingegnere pianorese, che sarà inaugurata alle 16.30 di sabato 5 marzo, nella Mediateca di San Lazzaro in via Caselle 22, dove rimarrà aperta fino al 31 marzo nei consueti orari di apertura al pubblico dell’istituzione culturale sanlazzarese.
La mostra curata da Gianna Solmi, e realizzata con l’Udi (Unione Donne in Italia) di Bologna, sarà aperta con la partecipazione, oltre della fotografa e della curatrice, della scrittrice e giornalista Giancarla Cadrignani, di Katia Graziosi presidente dell’Udi bolognese, e di Magda Babini Segretaria della Camera del lavoro distrettuale.
Come riferisce la curatrice della mostra «le foto sono lo specchio del reale, ma anche immagini che Sara Colombazzi ha saputo rivelare e sviluppare con occhio attento e grande passione. Non esclusivamente dei ritratti ma un “incontro” con le protagoniste, tutte giovani donne, che si narrano nel loro ambiente professionale. E le fotografie rivelano un attimo del loro quotidiano lavorativo, dove si può vedere la forza, la determinazione, la bellezza orgogliosa che si nasconde in uno sguardo, in un gesto fermati dallo “scatto fotografico”. Nella mostra non troveremo immagini sensazionali, ma serie rappresentazioni del reale, credibili visioni e, possibilmente, vere atmosfere».
Laureata in ingegneria edile Sara si avvicina alla fotografia durante l’Università realizzando foto rivolte all’architettura e al paesaggio. Poi il suo interesse si sposta verso il reportage con l’attenzione rivolta al sociale. Realizza infine progetti con le associazioni Udi, Lavitabella, Portland-Bologna, Sister City, L’Idea, Il Nido della Valle, Aido, poi con la Regione, la Provincia e con il festival del turismo “Itaca”. Da anni Sara Colombazzi è poi anche curatrice di mostre fotografiche collettive, corsi e concorsi fotografici. Infine nel giugno del 2014 ha esposto a Portland in Oregon (Usa) un progetto fotografico dedicato alla cultura, e a Bologna, avvicinandosi ancora al tema del ritratto.
Come spiega la stessa Colombazzi «la mostra intende affermare la dignità e l’autodeterminazione delle donne, condannare ogni violenza, molestia o discriminazione sul lavoro, in famiglia e nella società. Per sostenere l’accesso delle donne a tutti i livelli lavorativi con parità di diritti e di retribuzioni. Per dimostrare la presenza delle donne in tutti i settori dell’economia con ruoli di responsabilità e di direzione».
Per informazioni: 051.6228060; http://www.mediatecadisanlazzaro.it.

 
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Il 28 febbraio fuochi rituali sulla Croara

Post n°905 pubblicato il 24 Febbraio 2016 da fabbri.giancarlo
 

Vitali 05 Libero

San Lazzaro (Bologna)

Se nella sera di domenica 28 febbraio, dopo le 20.30, vedete delle alte fiamme levarsi dal colle della Croara di San Lazzaro (Bologna) non telefonate a pompieri, carabinieri, polizia e redazioni di giornali come capitato negli anni scorsi. Sono infatti alte pire rituali, per scacciare l’inverno, alle quali da quasi vent’anni dà fuoco Libero Vitali assieme a un gruppo di amici che, come lui, sono cultori delle tradizioni locali.
Una di queste è quella dei fuochi dell’ultimo giorno di febbraio, che in quest’anno bisestile cade di 29, riproposta da Vitali (sottufficiale della polizia municipale in pensione) provocando allarmi. Le fiamme erano infatti tanto alte, e la posizione sul colle dominante sulla sottostante pianura, da essere visibili a molti chilometri di distanza.
Appassionato di storia locale Libero Vitali ha rispolverato questa tradizione, che si terrà al termine di via del Pozzo, laterale sinistra (a salire) di via Croara, come occasione per passare una serata con gli amici, e con chi arriva, fare girotondi attorno ai falò e, con le braci, farsi una grigliata con salsicce e costoline, poi crescentine, affettati e dolci, a offerta libera, da innaffiare col vino dell’ultima vendemmia. E se il vino riscalda ci saranno anche canti, barzellette e zirudelle. In caso di maltempo l’evento verrà rimandato a data da definirsi.
Quella dei falò è una tradizione nata dalla necessità di bruciare le potature di alberi, siepi, arbusti e viti, o anche cesti sfondati e sedie rotte. Sin dall’antichità tra l’Idice e il Savena a questa bisogna venne dedicata l’ultima sera di febbraio. In altre zone i fuochi venivano invece accesi nella notte dell’equinozio di primavera, il 21 marzo. E questi fuochi, detti “Lom a merz”, che sono ricollegabili ad antichi riti propiziatori celtici, erano numerosi come lo sono ancora nelle valli dello Zena e dell’Idice per la festa del Monte delle Formiche che però si celebra in settembre. Mentre quest’ultima è una tradizione legata alla religiosità popolare quella riproposta da Vitali si ricollega invece alla normale, e faticosa, vita dei campi e al succedersi delle stagioni. Una tradizione simile è quella dei roghi propiziatori delle befane, alcune enormi, tuttora in auge nelle campagne medicinesi.

 
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“Mirâcuel al Pradèl” per ridere in dialetto

Post n°904 pubblicato il 23 Febbraio 2016 da fabbri.giancarlo
 

Miracuel 02 Pradel

Ozzano (Bologna)

Iniziata nell’ottobre scorso il folto programma della rassegna teatrale ozzanese “Inverno a Teatro” si conclude il 27 febbraio, nella sala teatro Primavera di corso Garibaldi 36 a Ozzano, con i due atti della commedia dialettale “Mirâcuel al Pradèl” di Anna Neri, con la regia di Fioralba Brunelli, messa in scena dalla Compagnia del Corso.
All’aprirsi del sipario, alle 21, nella Bologna del dopoguerra due bande si contendono il controllo dei quartieri della città, tra cui appunto quello del Pratello. Ma in questa malavita bolognese degli anni ‘50 anche i banditi possono avere un cuore d’oro come, per esempio, il capobanda superstizioso “Spometi” che non conclude mai un affare senza aver comprato una rosa da Anna, una stracciona che ha due amori: l’alcol e una figlia segreta, che mantiene in collegio fingendosi ricca. Una mendicante che si rivelerà con una inaspettata sorpresa, sconvolgendo le trame di due boss e coinvolgendo l’intera città in un evento di portata internazionale. Quando poi la ragazza si fidanzerà con il rampollo di una facoltosa famiglia e vorrà portare i futuri suoceri a conoscere la madre, per Anna cominceranno i guai e
toccherà a “Spometi” e alla scalcagnata banda toglierla dai pasticci.
La rassegna avrà una coda domenica 6 marzo, dalle 12.30, col pranzo spettacolo per la “Festa della Donna” da prenotarsi entro il 3 marzo ai numeri: 347-0019431; 338-5295446; 051.799322. In programma due risate con l’attore dialettale ozzanese Lodovico Dozza, poi “Storie a testa in giù” con la compagnia Chi Va? Del laboratorio Arci Ozzano, e infine la musica spettacolo della “Taverna de Rodas” con due cantanti e ballerine col folk di casa nostra e racconti di vita vissuta nei tempi che una stretta di mano e la parola valevano più di un documento.
Da oltre dieci anni la rassegna di teatro “Inverno a Teatro”, promossa dall’Arci-Uisp e dal sindacato Spi-Cgil, e organizzata da Erminia Chiusoli col patrocinio del Comune, richiama numerosi appassionati.

 
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Al cineteatro Italia le foto di Roberto Negri

Post n°903 pubblicato il 22 Febbraio 2016 da fabbri.giancarlo
 

Negri 01 Roberto

Castenaso (Bologna)

Giovedì 25 febbraio, alle 21, Roberto Negri nel cineteatro Italia di Castenaso, in via Nasica 38, presenterà sue immagini fotografiche con una videoproiezione a ingresso gratuito a titolo “Dal Perù alla piena del Po, passando per il Togo”. Le proiezioni di diapositive e filmati, giunte alla ventiduesima edizione sono organizzate con patrocinio comunale dal gruppo di fotoamatori “La Rocca” (www.laroccafoto.it), che ha sede nel centro culturale “La Scuola” a Marano di Castenaso.
Polesano, trapiantato a Bologna dal 1981, Roberto Negri è un ingegnere meccanico in pensione, ex dirigente in aziende impegnate nel campo della robotica, con la passione dei viaggi e della fotografia. Da qualche anno si dedica come volontario alla consulenza a chiamata per l’organizzazione internazionale Unv (United Nations Volunteers) delle Nazioni Unite per i paesi dell’Africa, soprattutto sub sahariana. Ultimamente opera in Africa anche direttamente con l’associazione di volontariato internazionale sociale Visis di cui è presidente.
Fotograficamente è nato nei primi anni ‘70, nikonista in analogico poi nel digitale, con genere fotografico preferito la foto documentale, d’ambiente, di vita, di sentimenti, l’uomo insomma. Socio del circolo fotografico Cpda (Circolo petroniano delle arti) in Bologna; partecipa a concorsi fotografici con buon successo e ha esposto le sue immagini, come espone tuttora, in mostre fotografiche in diverse regioni italiane.
Oltre a organizzare le proiezioni all’Italia il fotoclub “La Rocca” ogni anno promuove corsi di fotografia di base e avanzati, concorsi e mostre. Le proiezioni video e fotografiche all’Italia si concluderanno il 3 marzo con immagini di Franco Dalle Donne sempre di Bologna.

 
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