Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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Messaggi di Novembre 2016

Sabato in Sala Primavera va in scena “Va a tur dal blues”

Post n°980 pubblicato il 30 Novembre 2016 da fabbri.giancarlo
 

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Ozzano (Bologna)

Sabato 3 dicembre, alle 21, nella sala Primavera di via Garibaldi 36, va in scena lo spettacolo di musica e prosa “Va a tur dal blues”, proposto dalla Compagnia Gloria Pezzoli, con la chitarra di Giorgio Cavalli (Mister Blue) e la fisarmonica di Ruggero Passerini; lettura testi di Gloria Pezzoli e Giorgio Giusti che ne cura anche la regia. Si tratta di una storia, divertente e commovente di blues man bolognesi. Spettacolo che fa parte del cartellone della rassegna di teatro comico e dialettale “Inverno a Teatro”, promossa da 11 anni dal circolo Arci-Uisp di Ozzano e dalla locale sezione del sindacato pensionati Spi-Cgil, organizzata da Erminia (Mina) Chiusoli con patrocinio del Comune. La rassegna teatrale dialettale, ma non solo, si concluderà nel marzo 2016 con la partecipazione di note compagnie teatrali. Ingresso 9 euro, per info e prenotazioni: 051.796417; 051.799322; 347-0019431.

“Inverno a Teatro” era nata 11 anni fa come tentativo di distogliere gli ozzanesi, e non solo, dalle poltrone davanti al televisore proponendo quelle della sala Primavera con spettacoli brillanti e comici dal vivo. Rassegna che in questi anni ha portato in scena tanti spettacoli, con le migliori compagnie di Bologna e provincia, vedendo continuamente crescere l’interesse del pubblico verso il teatro ancora oggi, grazie all’impegno di Mina, un appuntamento fisso e atteso di anno in anno.

Il cartellone della Sala Primavera prevede, per i prossimi spettacoli, il 14 gennaio la comicità con la Compagnia Piùomeno che porta in scena “Tre giorni a Villa Quiete” di Gian Piero Sterpi. Il 28 gennaio ritorna il dialetto con la commedia in tre atti “Boja d’un Dievel”, di Marcello Gamberini, prodotto dall’associazione culturale castenasese Al Nostar Dialatt con regia di Mauro Baricordi. Ancora musica, balli, canti e testi in dialetto l’11 febbraio con “Sti tenti Cl’ariva l’inveran!” proposto dalla Taverna de Rodas. Il 25 le recite si concludono con “L’ultma zanna” (l’ultima cena, ndr), tre atti con testi e regia di Romano Danielli, prodotto da I Cummediant Bulgnis. Ma non la rassegna che avrà il suo tradizionale finale il 12 marzo con il pranzo e spettacolo per la “Festa della donna” con inizio alle 12.30. Per prenotazioni del pranzo, entro il 9 marzo: 051.799322; 347-0019431.

 
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Monsignor Domenico Nucci “Lazzarino d’oro 2016”

Post n°979 pubblicato il 30 Novembre 2016 da fabbri.giancarlo
 

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San Lazzaro (Bologna)

Il premio “Lazzarino d’oro” dopo tre anni di trasferta al centro sociale “Annalena Tonelli”, alla Mura San Carlo di San Lazzaro, ritorna nel centro sociale e culturale “Fiorenzo Malpensa”, in via Jussi 33 nel capoluogo, erede naturale della storica “Baita” dove il riconoscimento nacque nel 2004. E come da tradizione nel giorno di San Lazzaro, sabato 17 dicembre, il “Lazzarino d’oro 2016” sarà conferito a monsignor Domenico Nucci, che è stato per 43 anni parroco di San Lazzaro, in occasione del consueto pranzo di beneficenza, aperto a tutti, da prenotare nella sede del centro, oppure telefonando al 051.463033, o inviando una e-mail a centromalpensa@gmail.com.

Il “Lazzarino d’oro” è un riconoscimento conferito ogni anno, con patrocinio comunale, alle persone “meritevoli per aver contribuito all’elevazione culturale, sociale ed economica di San Lazzaro”. Il conferimento è stato deciso da un apposito comitato, presieduto da Franco Grazia, composto da personalità espressioni di realtà locali associative, economiche, culturali e religiose. Riconoscimento ideato dallo stesso Grazia del centro sociale “San Lazzaro Nord”, più noto come “La Baita”. Dopo l’incendio doloso che distrusse la baita, l’11 marzo del 2007, le cerimonie si svolsero fino al 2012 nel centro sociale “Malpensa”, in via Jussi nella ristrutturata “Villa Serena”.

Don Nucci ha molte età: 43 da parroco, 56 di sacerdozio e 82 di vita perché nato a Castiglione dei Pepoli l’8 giugno 1934. Entrato in seminario nel 1949, a 15 anni, e ordinato sacerdote nel 1959. Il pretino fu molto apprezzato perché dopo qualche mese come cappellano, in Santa Maria della Misericordia a Bologna, nel 1963 fu scelto come segretario del cardinale arcivescovo di Bologna, Giacomo Lercaro, che affiancò a Roma nelle fasi iniziali del Concilio Vaticano II. Don Domenico fu vice rettore del seminario regionale e dal 4 novembre del 1973 parroco di San Lazzaro. Nel 1982 fu ordinato canonico della Basilica di San Petronio, poi vicario pastorale del vicariato San Lazzaro-Castenaso (che comprende Monterenzio, Ozzano e Pianoro). Nominato monsignore, nel 1993, col titolo onorifico di “cappellano del papa”, ma ben pochi l’hanno visto con la tonaca col bordo, la fascia e i tanti bottoni rossi. Nel 2013 ha infine ricevuto il premio “Città di San Lazzaro”, istituito dal Comune nel 2005, per «dare merito a figure espressione della realtà locale o che hanno rapporti o radici nel territorio di San Lazzaro». Onori, quindi, molto meritati.

 
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Giorgio Martinelli, un gentleman, in tutti i sensi

Post n°978 pubblicato il 28 Novembre 2016 da fabbri.giancarlo
 

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Giorgio Martinelli, a destra, mentre premia un driver al termine di una corsa di trotto

San Lazzaro (Bologna)

Sistemando alcuni ritagli del mio archivio m’è capitata tra le mani una pagina de “il Resto del Carlino” di vent’anni fa con articoli scritti da Giorgio Martinelli in occasione della storica Fieracavalli di Verona; evento che si svolge da oltre cent’anni nella prima metà di novembre.

Martinelli, giornalista de “il Resto del Carlino” e del mensile “Cavallo Magazine”, era infatti un grande appassionato ed esperto di cavalli e di musica jazz. Tant’è vero che il più famoso giornalista e scrittore Dino Buzzati Traverso, bellunese di nascita e milanese d’adozione, autore tra l’altro de “Il deserto dei Tartari”, disse di lui: «Il sogno di Martinelli? Un cavallo morello che sappia suonare il sax tenore».

Giorgio Martinelli, residente alla Ponticella di San Lazzaro, era nato a Bologna il 15 febbraio del 1922 e deceduto il 15 maggio 2006, lo ricordo ancora a dieci anni dalla scomparsa con grande affetto. Questo perché mi diede una grandissima soddisfazione personale nonostante che qualche mese prima mi avesse tirato le orecchie per quello che riteneva un errore madornale. Come collaboratore del “Carlino”, e lo fui per quindici anni, ebbi a scrivere un articolo sulla monta western definendo i cavalli Quarter horse, Paint horse, Appaloosa, Palomino, discendenti dei selvaggi mustang delle praterie nordamericane.

Non gli piacque il termine “selvaggi” e non gli piaceva nemmeno “selvatici”. Mi fece infatti sapere che il cavallo anche, o soprattutto, se libero «è un animale nobile che ha accompagnato per molti millenni la preistoria e la storia dell’uomo. Un cavallo non ha nulla di selvaggio».

Ci incontrammo qualche anno dopo alla redazione del “Carlino” dove come al solito avevo portato di corsa delle foto scattate qualche ora prima. Nel chiacchierare lui guardava alcuni colleghi della redazione; alcuni telefonavano, altri leggevano quotidiani della concorrenza, altri ancora scrivevano con i piedi sulla scrivania e la tastiera sulle gambe. Evidentemente la vista non gli piacque tanto che mi disse: «Loro non sono dei giornalisti ma degli impiegati che aspettano che gli mandino, o gli portino, testi e fotografie da mettere in pagina. Tu sì che lo sei perché sei sempre di corsa a cercare notizie e a fare foto da dare poi a degli impiegati che a volte chiedono che uno faccia anche miracoli. Tanto loro sono seduti e si godono anche l’aria condizionata». Per me, detto da lui, fu come se mi avessero appuntato una medaglia al petto.

Giorgio Martinelli, laureato in lettere, giornalista, scrittore, nella sua lunga carriera si era occupato di politica estera, spettacoli e sport. Due, come anticipato, furono le sue grandi passioni: la musica jazz, di cui fu per anni critico e docente, e i cavalli con i quali aveva vissuto tante esperienze. dai concorsi di salto alle corse al trotto, dall’equitazione western alla guida delle carrozze. Un uomo da ricordare.

 
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Gli imbecilli “conferiscono” di notte

Post n°977 pubblicato il 28 Novembre 2016 da fabbri.giancarlo
 

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Pianoro (Bologna)

Prenotare il prelievo di rifiuti ingombranti non costa nulla; così come, per chi ha il mezzo, portarli alla stazione ecologica attrezzata. Eppure ci sono persone pigre, inette, incivili, e anche imbecilli che nottetempo conferiscono i loro rifiuti, ingombranti ma non soltanto, accanto a campane e cassonetti senza prenotare rischiando anche una multa. Una gentaglia che purtroppo vive anche nel Comune di Pianoro.

Chi ha necessità di liberarsi di oggetti ingombranti può informarsi sul come, dove e quando telefonando all’ufficio ambiente del Comune. Infatti la raccolta di ingombranti si effettua a chiamata, telefonando al numero 051.6529129, e deve essere prenotata entro il venerdì per il ritiro nelle successive giornate di lunedì e martedì. Dopo avere prenotato sarà possibile il deposito di tali oggetti, nella serata della domenica per evitare situazioni di ingombro o di disagio per passanti e veicoli, vicino ai cassonetti. Non è previsto il ritiro di vetri e specchi. In mancanza del dovuto preavviso all’ufficio ambiente del Comune il deposito di rifiuti, ingombranti o meno, accanto al cassonetto è vietato e passibile di sanzione amministrativa da 250 a 500 euro.

Per chi può portare i rifiuti ingombranti direttamente alla Stazione ecologica attrezzata di Pian di Macina, in via del Savena, telefono 051.777906, questa è aperta il mercoledì dalle 9 alle 12, il giovedì dalle 15 alle 18, e il sabato dalle 8 alle 12. Alla stazione ecologica possono essere conferiti rifiuti ingombranti, farmaci scaduti, mobilio, materassi, stampanti, computer, batterie, pneumatici, infissi, tubi, lavatrici, ferri da stiro, eccetera, in vista del trasferimento a un idoneo impianto di trattamento o riciclaggio. Per una precisa e corretta informazione è comunque bene collegarsi al sito web del Comune.

Invece di gettare immondizie a terra, e abbandonare ingombranti, per evitare di sentirsi fischiare nelle orecchie epiteti vari: dal merdone incivile fino a quelli irripetibili, e quindi non scrivibili, è bene fare affidamento sui servizi che disponiamo, spesso più efficienti di quanto non crediamo, che oltretutto paghiamo con la Tarsu, o Tari, o Tasi o Irpef, eccetera. Tra l’altro ha senso pagare dei servizi e non utilizzarli?

Concludendo stanco di vedere un mobile davanti a casa sabato mattina ho segnalato tale presenza all’ufficio ambiente del Comune. Ebbene lunedì mattina l’ingombrante oggetto era già stato prelevato. Chapeau.

 
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Juvenilia Club fa la “Festa degli auguri” per la 27esima volta

Post n°976 pubblicato il 26 Novembre 2016 da fabbri.giancarlo
 

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San Lazzaro (Bologna)

Sabato 3 dicembre, dalle 20 nel grande e prestigioso Savoia Hotel Regency, in via del Pilastro 2 a Bologna, si terrà la tradizionale “Festa degli auguri” che anche in questa 27esima edizione coinvolgerà soci e amici con iniziative di solidarietà per sostenere alcune associazioni bolognesi di volontariato sociale. Infatti i tanti soci dell’associazione sanlazzarese Juvenilia Club non perdono occasione per stare insieme in allegria anche prima del giorno di Natale per un reciproco augurio di buone feste e di un miglior 2017. A fare da colonna sonora alla festa ci saranno le musiche e le voci del duo Adriana e Mauro oltre a spettacoli a sorpresa. Per info: paola.tabacchi@libero.it; 051.464293.

Quello in corso è, infatti, il 27° anno sociale del sodalizio culturale fondato e presieduto dalla professoressa Paola Tabacchi che, con tanto entusiasmo e l’aiuto dei soci, soprattutto del marito dottor Fortunato Malaguti, promuove momenti di aggregazione, divulgazione culturale, laboratori artistici, letterari, teatrali, musicali, cineforum, giochi e corsi, alcuni anche gratuiti per gli associati. E poi ancora cene, feste, conferenze, concerti e visite a musei e città d’arte, anche all’estero.

«L’intenzione di Juvenilia Club – spiega Paola Malaguti – è di stare insieme con tanta voglia di fare amicizia con altre persone, imparare cose nuove, divertire e divertirsi in compagnia con garbo, stile e intelligenza». L’associazione ha la sua sede in via Risorgimento 35 a San Lazzaro, dove si tengono incontri e laboratori artistici e creativi, ma ha un respiro metropolitano con eventi in vari luoghi prestigiosi.

Il programma di Juvenilia Club è ogni anno sempre più interessante e lo conferma un bilancio di centinaia di feste, incontri culturali, trasmissioni radiofoniche, premi letterari, laboratori teatrali e artistici, viaggi, gite, visite a musei e corsi di vario genere. Chi è interessato a conoscere e frequentare Juvenilia Club, che augura a tutti “buone feste” e a ricevere il programma delle sue iniziative, molte delle quali gratuite per i soci, può rivolgersi ai recapiti citati in precedenza.

 
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