Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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Messaggi di Dicembre 2016

I paesaggi di Vivarelli? Dopo il Museo anche in Emil Banca

Post n°991 pubblicato il 29 Dicembre 2016 da fabbri.giancarlo
 

vivarelli-01-mostra

Bologna

Dopo il successo dell’esposizione pianorese, lo scorso ottobre nella sala eventi del Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini”, la mostra fotografica a titolo: “Le nostre valli: cielo, acque, notti, natura…”, con le belle immagini di paesaggi e animali di William Vivarelli, è ora esposta a Bologna nella “Sala delle Colonne” dell’Emil Banca in via Emilia 152. Mostra, inaugurata lo scorso 27 dicembre, che resterà aperta con ingresso libero, fino al prossimo 18 gennaio 2017, dal lunedì al venerdì non festivi dalle 8.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 17.

Quello proposto da Vivarelli è un viaggio alla scoperta di un mondo a noi vicino, come quello delle valli Savena, Setta e Sambro guardato con nuovi occhi cogliendo inquadrature insolite. Infatti le fotografie di William Vivarelli mostrano la bellezza della natura nei paesaggi, negli scorci dei boschi freschi, nelle presenze degli animali che li popolano. La mostra era nata da una collaborazione del fotografo con il museo pianorese per omaggiare il 25esimo anniversario di attività del Gruppo di studi storici Savena Setta Sambro che edita l’omonima rivista, condiretta da Daniele Ravaglia e da Adriano Simoncini, e molti libri e saggi sui territori dei comuni di riferimento: Castiglione dei Pepoli, Grizzana Morandi, Loiano, Monghidoro, Monzuno, Pianoro, San Benedetto Val di Sambro e Sasso Marconi.

William Vivarelli è un fotografo professionista che per passione, forte dell’esperienza acquisita, ha rivolto gli obiettivi delle sue reflex sulla natura con risultati di grande eccellenza. Suoi scatti possono essere ammirati nei periodici “Nelle Valli Bolognesi”, “Savena Setta Sambro”, in pubblicazioni della Lipu o in altre a tema naturalistico. Oppure nel suo interessante sito internet www.vivarelli.net.

Sin da bambino andava a osservare gli uccelli che nidificavano nelle “garzaie” rifugio di aironi, nitticore, tarabusi, tarabusini, garzette, eccetera. Il giovane Vivarelli crebbe in un ambiente di cacciatori ma aveva più soddisfazione a vedere gli animali vivere liberi, nel loro ambiente, e a studiarne la vita. Dopo gli studi, e varie esperienze di lavoro, diventò professionista in fotografia industriale e pubblicitaria.

Nel 1979 si trasferisce a Pianoro (Bologna) e a metà degli anni ’80 la passione di sempre, quella per la natura, lo porta a ritrarre in modo assiduo: fauna, flora e ambienti emiliani e romagnoli. Con alcuni amici nel 1991 fonda la sezione Lipu di Pianoro, ricoprendone il ruolo di delegato, iniziando varie iniziative volte alla sensibilizzazione dei concittadini sui temi ambientali. Pur essendosi specializzato nelle foto naturalistiche, animali colti al volo e piante, Vivarelli si mostra anche esperto nelle foto di paesaggi perché la classe non è acqua… e si vede.

 
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Le “Meditazioni” di Gian Luigi Zucchini

Post n°990 pubblicato il 27 Dicembre 2016 da fabbri.giancarlo
 

meditazione-02-zucchini

La copertina del volumetto e il poeta Gian Luigi Zucchini

Bologna

Sin dall’antichità, ne fu un esempio Mosè salito sul Sinai durante la fuga dall’Egitto verso la terra promessa, i luoghi della meditazione e del pensiero vanno cercati fuori dalla folla come i facevano appunti sciamani, sacerdoti, eremiti e poeti. Quanti i monasteri e i romitaggi, disseminati tra i boschi del nostro Appennino, che ben si prestano alla meditazione per chi si pone continuamente domande che non hanno quasi mai risposte o che cerca anche solo la pace con se stesso. Infatti qual miglior luogo dei boschi e delle antiche foreste per chi ama meditare, pensare e scrivere di cose materiali, come alberi, piante e fiori, o evanescenti e immateriali come speranza, amore, vita e morte.

Non a caso, quindi, il poeta, giornalista e critico d’arte bolognese Gian Luigi Zucchini ha intitolato “Meditazioni tra i boschi” una pregevole raccolta di pensieri “alti”, e poesie, data alle stampe all’insaputa del suo autore. La raccolta si compone di 25 liriche, tante quanti gli anni di attività del Gruppo di studi Savena Setta Sambro che produce l’omonima rivista semestrale di studi e saggi sull’Appennino, giunta al numero cinquantuno, ed edita numerosi libri di storia e di storie del territorio montano di riferimento. Zucchini aveva quindi pensato di farne dono al Gruppo di studi per festeggiare l’argenteo compleanno.

Sennonché il presidente del Gruppo di studi Daniele Ravaglia, che è anche condirettore della rivista con Adriano Simoncini, dopo aver letto i testi poetici ha ritenuto opportuno darli alle stampe piuttosto che riporli in un cassetto. Rendendo all’autore il dono ricevuto con un volumetto di 32 pagine più le copertine. Scorrendo i titoli ci sono il poemetto “Meditazioni tra i boschi” che dà il titolo alla raccolta, poi “Camminerò a lungo nei boschi sacri” e altre liriche dedicate a fiori e piante compresa una finale preghiera laica agli alberi.

La motivazione della messa in stampa delle liriche di Zucchini sono state bene espresse da Ravaglia: «Caro Professore, ho letto queste sue poesie tutte d’un fiato. Le ho lette come un dono inaspettato, come un segreto a lungo celato e d’improvviso svelato, come una “meditazione tra i boschi” che è divenuta il titolo, spero a lei gradito, della raccolta. Ed è proprio l’odore di bosco che si sprigiona da questi versi, quel sentore fresco e umido di legno, foglie e muschi, è il leggero crepitio del sottobosco che accompagna ogni umano passo verso mete spesso sconosciute, Nei versi ho ritrovato le emozioni avvolgenti, antiche ed eterne, che il bosco emana in ogni stagione e sono emozioni che ben conosco, poiché da sempre – come lei ben sa -mi accompagnano l’amore infinito per i nostri alberi e il loro linguaggio misterioso. Grazie per aver voluto condividere con tutti noi questi suoi inediti pensieri, fonte di profonde riflessioni e preziose suggestioni». Info: redazione@savenasettasambro.com; gianluigi.zucchini@fastwebnet.it.

 
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In edicola e in libreria il 51° “Savena Setta Sambro”

Post n°989 pubblicato il 24 Dicembre 2016 da fabbri.giancarlo
 

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Pianoro (Bologna)

Il 51° numero della rivista semestrale di storia, cultura e ambiente “Savena Setta Sambro”, edita dall’omonimo gruppo di studi con sede a Monzuno, è stato presentato a Pianoro, nell’agriturismo “Podere Riosto” lo scorso 18 dicembre. A rimarcare l’importanza dell’evento culturale la partecipazione dei sindaci di Loiano Patrizia Carpani, di Monghidoro Barbara Panzacchi, e dell’assessore alla cultura di Monzuno Ermanno Pavesi assieme ad altri amministratori locali, ai collaboratori e a esponenti della cultura locale e non solo.

Un numero 51, stampato e distribuito a Bologna dalla casa editrice Minerva già disponibile anche nelle edicole dei sei comuni interessati: Castiglione dei Pepoli, Grizzana Morandi, Loiano, Monghidoro, Monzuno, Pianoro, San Benedetto Val di Sambro e Sasso Marconi. Il sottotitolo: “Rivista semestrale di storia, cultura e ambiente” evidenzia i suoi indirizzi di documentazione, raccolta e divulgazione su quanto riguarda la ricerca storica, geofisica, naturalistica, culturale e artistica, con studio della civiltà rurale e artigiana della nostra montagna. La rivista in questo numero è di 208 pagine con interventi, articoli e saggi brevi accompagnati da immagini, quasi tutte inedite, con un vasto ventaglio di argomenti da poter accontentare ogni persona che ami questi luoghi. Gli autori di articoli, ricerche, saggi racconti di vita sono, nell’ordine di pubblicazione: Giampiero Spinola, Giovanni Poggi, Romeo Casarini, Giancarlo Fabbri, Ida Zanini, Fausto Desalvo, Tiziana e Francesco Fabbriani, Giulia Iseppi, Francesca Badiali, Claudio Cappelletti, Luciano Righetti, Domenico Benni, Romano Colombazzi, Adriano Simoncini, Ivan Orsini, Gian Luigi Zucchini, Maria Cecchetti, Umberto Fusini, William Vivarelli, Giancarlo Marconi, Benito Gabrielli, Francesco Nigro, Fabrizio Simoncini, Antonio Santi, Elisa Bruzzi, Prode Mazzoli, Dionigi Ruggeri, Eugenio Nascetti, Fabrizio Monari e il decano del gruppo Terziglio Santi.

Un “libro della memoria”, che ha come condirettori Daniele Ravaglia, direttore generale di Emilbanca, e lo scrittore Adriano Simoncini dove i 32 articoli che lo compongono formano, con quelli dei precedenti, una sorta di enciclopedia storica del territorio. Il volume in brossura, sobrio ed elegante come si addice a questa rivista che da oltre 25 anni colma un precedente vuoto culturale sentito sia dagli studiosi della montagna bolognese, che dai tanti appassionati di storia locale.

Grazie a questa rivista è possibile approfondire lo studio del tessuto antropologico e naturalistico di questo territorio ricco di testimonianze storiche. E raccogliere l’intera collana, ma purtroppo oggi non tutti gli arretrati sono disponibili, è come avere nella propria biblioteca, o in quella della scuola un patrimonio sui territori interessati che cresce ogni anno. Per informazioni, abbonamenti e arretrati consultare il sito web del gruppo di studi: www.savenasettasambro.com o inviare una e-mail all’indirizzo: redazione@savenasettasambro.com.

 
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Già in edicola la natura, la storia e le storie delle valli bolognesi

Post n°988 pubblicato il 23 Dicembre 2016 da fabbri.giancarlo
 

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Nella foto la copertina del numero 51 e i due condirettori della rivista

Pianoro (Bologna)

Con una gran festa a Pianoro, nella sala dell’agriturismo “Podere Riosto”, lo scorso 18 dicembre è stato presentato il 51° numero della rivista culturale di storia, cultura e ambiente “Savena Setta Sambro” edita dall’omonimo gruppo di studi storici con sede a Monzuno. A rimarcare l’importanza dell’evento la presenza dei sindaci di Loiano Patrizia Carpani, di Monghidoro Barbara Panzacchi, dell’assessore alla cultura di Monzuno Ermanno Pavesi e altri amministratori locali.

Un numero 51, stampato e distribuito a Bologna dalla casa editrice Minerva già disponibile anche nelle edicole dei sei comuni interessati: Castiglione dei Pepoli, Grizzana Morandi, Loiano, Monghidoro, Monzuno, Pianoro, San Benedetto Val di Sambro e Sasso Marconi. Il sottotitolo: “Rivista semestrale di storia, cultura e ambiente” evidenzia i suoi indirizzi di documentazione, raccolta e divulgazione su quanto riguarda la ricerca storica, geofisica, naturalistica, culturale e artistica, con studio della civiltà rurale e artigiana della nostra montagna.

Un “libro della memoria”, che ha come condirettori Daniele Ravaglia, direttore generale di Emilbanca, e lo scrittore Adriano Simoncini dove i 32 articoli che lo compongono formano, con quelli dei precedenti, una sorta di enciclopedia storica del territorio. Il volume in brossura, sobrio ed elegante come si addice a questa rivista che da oltre 25 anni colma un precedente vuoto culturale sentito sia dagli studiosi della montagna bolognese, che dai tanti appassionati di storia locale.

Grazie a questa rivista è possibile approfondire lo studio del tessuto antropologico e naturalistico di questo territorio ricco di testimonianze storiche. E raccogliere l’intera collana, ma non tutti gli arretrati sono disponibili, è come avere nella propria biblioteca, o in quella della scuola un patrimonio sui territori interessati che cresce ogni anno. La rivista in questo numero è di 208 pagine con interventi, articoli e saggi brevi accompagnati da immagini, quasi tutte inedite, con un vasto ventaglio di argomenti da poter accontentare ogni persona che ami questi luoghi. Per informazioni, abbonamenti e arretrati consultare il sito web del gruppo di studi: www.savenasettasambro.com o inviare una e-mail all’indirizzo: redazione@savenasettasambro.com.

 
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Ricordando Angiolino … tanti auguri agli amici vicini e lontani Pubblicato il dicemb

Post n°987 pubblicato il 22 Dicembre 2016 da fabbri.giancarlo
 

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Pianoro (Bologna)

Nella foto con gli auguri c’è quella di un dipinto realizzato dal sottoscritto, anni fa, raffigurante il proprio padre Angiolino Fabbri (1907-1994). Molto immodestamente ho pensato di offrire agli amici, e lettori, qualcosa fatto con le mie mani piuttosto che una bella immagine natalizia già confezionata. Soprattutto auguro agli amici e ai lettori “vicini e lontani ovunque voi siate”, come diceva Nunzio Filogamo nel secolo scorso, un futuro di pace.

Per me l’avvicinarsi del Natale è ogni anno anche l’occasione per ricordare mio padre deceduto il 23 dicembre 1994 a 87 anni di età. Ne ricordo la figura padre esigente, di burattinaio, di scrittore e di artista, “di campagna” come si definiva. Nato in Pian di Macina frazione di Pianoro, da una famiglia di muratori, artigiani e commercianti, abbandonati gli studi magistrali, per una malattia che lo condusse alla sordità, si dedicò alla gestione dell’osteria di proprietà della famiglia.

Diventò poi imbianchino dipingendo e decorando le pareti di casa propria; poi parenti, amici e vicini, visto che ci sapeva fare, iniziarono a chiamarlo per fargli rinfrescare le loro case. Già allora disegnava e dipingeva ritratti, madonne, soggetti storici. Modellò anche alcune statue di cui una, dedicata a San Bartolomeo e inaugurata nel 1928 con una grande festa, si trova tuttora a Campeggio di Monghidoro.

Come burattinaio Angiolino debuttò a Bologna, nella compagnia del fratello Nello, sostituendo uno degli artisti ammalato; fu un successo con l’autore della commedia, presente in sala, che volle congratularsi con loro. Nacque così la Compagnia “Fratelli Fabbri” che per decenni diede voce e movimento alle teste di legno spostandosi nelle località della provincia bolognese. Con Angiolino che dipingeva anche gli scenari e scriveva commedie; ma nel dopoguerra, con l’avvento della televisione, anche quest’arte, un tempo molto popolare, è decaduta.

Cessata l’attività di burattinaio l’artista, residente a Rastignano dal dopoguerra, riprese a dipingere, tanto che eseguì più di un migliaio di opere ma, uomo schivo e modesto, non volle mai esporre i suoi lavori in gallerie d’arte. Si mise poi a scrivere racconti, relativi a fatti curiosi o a persone della natia Pian di Macina di tanto tempo fa, tuttora pubblicati sul periodico “L’Idea” di Pianoro.

In occasione del primo anniversario della morte fu ricordato nella prestigiosa “Strenna storica bolognese” (Anno XLV – 1995, Patron Editore), a cura del Comitato per Bologna storica e artistica, con una ricerca dell’etnologo Gian Paolo Borghi, che gli aveva già dedicato articoli sulla rivista “Città e paesi”. Un riconoscimento postumo di un artista che ai suoi burattini, quando entravano in scena, non dava solo movimento e voce, nascosto dall’alto “casotto”, ma tutto sé stesso.

 
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