Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
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Messaggi di Dicembre 2017

E’ alla Cicogna l’opera massima di Glauco Gresleri

Post n°1049 pubblicato il 28 Dicembre 2017 da fabbri.giancarlo
 

OM 03 Gandolfi Travoni

Le enormi travature durante la loro realizzazione

San Lazzaro (Bologna)

Con la realizzazione della rotatoria alla Cicogna di San Lazzaro, a raccordo delle vie Emilia, Fondè e Moro, è stato dato il via anche al ridisegno con ampliamento delle strutture commerciali del comparto ex OM Gandolfi. Comparto progettato dall’architetto Glauco Gresleri scomparso un anno fa, il 15 dicembre 2016, a 85 anni di età lasciando dietro di sé opere a Bologna e non solo. Ma molti non sanno che la sua massima opera di architettura è l’ex OM Gandolfi, ora Globo.

Struttura che fu ristrutturata e recuperata a usi commerciali nel 2002 dopo oltre 15 anni di raduni rave, vandalismi e abbandono. Un’opera d’arte sotto gli occhi di tutti, ma sconosciuta nel suo valore estetico e tecnico. L’ex stabilimento OM Gandolfi, officina, autosalone veicoli commerciali e industriali in angolo fra le vie Emilia e Moro, è infatti un complesso di edifici, avveniristici nell’epoca di costruzione, anni 1962-1963, oggi tutelati dai Beni artistici e architettonici, come uno degli esempi più interessanti di architettura industriale moderna.

La caratteristica più saliente è l’edificio principale con il suo salone a base quadrata di 70 metri di lato e una superficie di 5mila metri quadri completamente libera da muri, pilastri o colonne. Questo grazie alla copertura composta da cinque enormi travi in cemento armato a “Y” in grado di sostenere, oltre al loro peso, un carico di cento tonnellate.

Un recupero importante (anche se Gresleri criticò l’abbattimento dei cedri sulla via Emilia, ndr) perché dopo la chiusura dell’OM Gandolfi l’edificio fu lasciato in uno stato di abbandono che poteva condurre al degrado ma invece, e per fortuna, ha resistito alle ingiurie del tempo e dei vandali. Più volte i capannoni hanno accolto rave party, barboni, irregolari e zingari. Tuttora oltre all’edificio principale ce né un altro lungo e stretto sul retro adibito alla vendita di abbigliamento sportivo, l’ex palazzina degli uffici di cui una parte fu demolita, un ulteriore edificio, più esterno, oggi sede di uno sportello bancario.

Per tale opera l’architetto Gresleri ha ottenuto il Premio “In Arc”, nel 1966 e nel 1990, oltre al premio “Twentieth Century Engineering” del Museo d’Arte Moderna di New York nel 1966. E’ stato anche corrispondente dell’incarico ad Alvar Aalto per la chiesa di Riola di Vergato, per la ricostruzione del padiglione dell’Esprit Nouveau di Le Corbusier, a Bologna, e dell’incarico Richard Meier per la “Chiesa del 2000” a Roma. L’architetto bolognese è stato quindi uno dei maggiori esponenti dell’architettura d’oggi e lo dimostrano la vastità del salone dell’ex OM Gandolfi alla Cicogna di San Lazzaro.

Eseguire le cinque gigantesche travature a “Y” in opera non fu certo un gioco da ragazzi, ce ne si rende conto alzando gli occhi all’interno dell’edificio principale, sollevando molti problemi tecnici, strutturali e climatici. Costruire in opera le grandi casseforme in legno con una curvatura adeguata a compensarne poi l’assestamento, e le armature metalliche, fu come varare cinque ponti lunghi 75 metri. Ma uno degli scogli principali insorti al momento della gettata del calcestruzzo fu la bassa temperatura dell’inverno 1962-1963, col cemento che gelando si induriva col rischio di creare dei vuoti, superata facendo grandi falò accanto alla centrale di betonaggio. Glauco Gresleri era un uomo che accettava le sfide e quella, mettendo in gioco la sua carriera, la vinse.

 
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In Mediateca il “Quaderno” numero 17 e “La nostra via Emilia”

Post n°1048 pubblicato il 28 Dicembre 2017 da fabbri.giancarlo
 

Emilia 01 Quaderno

San Lazzaro (Bologna)

«Sfogliando le pagine di questo numero dei “Quaderni del Savena”, non posso trattenere l’emozione. Emozione per l’enorme regalo che il Comitato per lo studio e la ricerca sul territorio, e i protagonisti di questa edizione monografica, hanno fatto alla nostra comunità». Parole del sindaco di San Lazzaro Isabella Conti, nell’introduzione del volume, che così prosegue … «In queste pagine leggerete infatti i diari personali di due adolescenti, Elio e Ferruccio, con disegni e appunti scritti di loro pugno durante la Seconda Guerra mondiale. Attraverso le loro parole e i loro occhi, vivrete le privazioni e le sofferenze dell’occupazione e della guerra civile, riscoprendo un mondo apparentemente lontano, ma più vicino che mai».

Infatti come spiega nel suo editoriale il direttore dei “Quaderni”, Mauro Maggiorani, il numero 17 della collana è piuttosto inusuale raccogliendo in un volume i diari di guerra di due studenti bolognesi Ferruccio Rocchi (“Ricordi del tempo di guerra”) e Antonio Elio Prestopino (“Il mio diario”), redatti negli anni 1943-1945. Opera non usuale che riporta come due studenti, ignari l’uno dell’altro, hanno vissuto e registrato, quasi giorno per giorno, quegli anni di guerra.

I “Quaderni del Savena”, Clueb editore, sono redatti dal Comitato per lo studio e la ricerca sul territorio, per conto dell’Archivio storico “Carlo Berti Pichat” del Comune di San Lazzaro e ospitano, come da programma, «studi su base documentaria della realtà storica, sociale, ambientale ed economica di San Lazzaro e delle comunità che si affacciano sulle valli del Savena e dell’Idice. Si pongono come luogo dove valorizzare le carte storiche locali nel contesto culturale dell’area metropolitana per meglio comprendere la propria identità storica. La documentazione storica e locale assurge spesso, per l’immediatezza e la vicinanza ai temi di una comunità, al ruolo di promozione culturale, di educazione civica e divulgazione del sapere».

Il Comitato oggi è composto da: Maria Beatrice Bettazzi, Giovanni Bettazzi, Elda Brini, Paola Furlan, Francisco Giordano, Fiamma Lenzi, Lino Landro, Mauro Maggiorani, Pier Luigi Perazzini e Diana Tura con Marianna Puscio in funzioni di segretaria. Il “Quaderno” numero 17, e anche i numeri arretrati, è acquistabile nella Mediateca di via Caselle 22, a San Lazzaro, come il volume “La mia via Emilia” edito da Paolo Emilio Persiani in collaborazione con il già citato Comitato. Libro di grande formato che racconta i 2.200 anni di storia, e preistoria, della via Emilia sanlazzarese con saggi e articoli di: Maria Beatrice e Giovanni Bettazzi, Lara Calzolari, Gianni Cascone, Giancarlo Fabbri, Francisco Giordano, Fiamma Lenzi, Paola Furlan, Mauro Maggiorani, Gabriele Nenzioni, Pier Luigi Perazzini e Diana Tura. Un capitolo è dedicato alle belle foto a colori di Stefano Monetti.

 
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In libreria, e in Mediateca, “La nostra via Emilia”

Post n°1047 pubblicato il 24 Dicembre 2017 da fabbri.giancarlo
 

La nostra 02 via Emilia

Un particolare della copertina del volume

San Lazzaro (Bologna)

C’è voluta la determinazione dell’amministrazione comunale, la cura dello storico sanlazzarese Pier Luigi Perazzini, l’entusiasmo dei componenti del “Comitato per lo studio e la ricerca sul territorio di San Lazzaro di Savena”, e di altri appassionati di storia coinvolti, per raccontare i 2.200 anni di storia di cinque chilometri di strada. La storica bimillenaria Aemilia, voluta nel 187 a.C. dal console romano Marco Emilio Lepido, e lo hanno fatto con un libro di 276 pagine in grande formato ricco di Storia e di storie del territorio sanlazzarese.

Una storia che parte dalla notte dei tempi. Da quando l’uomo ancora non c’era con i margini delle prime colline dell’Appennino ancora bagnate dai flutti del mare Adriatico. Per poi arrivare ai giorni nostri con la consolare che ancora oggi attraversa il territorio e il capoluogo di San Lazzaro tracciandone il suo decumanus maximus.

Il volume, a titolo: La nostra via Emilia. 5 chilometri di strada, 2200 anni di storia a San Lazzaro di Savena, si apre con la presentazione entusiasta del sindaco Isabella Conti, con l’introduzione di Franco Farinelli direttore del Dipartimento di Filosofia e Scienze della Comunicazione dell’Università di Bologna e con la premessa del curatore Pier Luigi Perazzini. I testi sono (in ordine alfabetico) di: Maria Beatrice Bettazzi storica dell’architettura e del design e docente all’Università di Bologna e all’Accademia di Belle Arti; Giovanni Bettazzi appassionato di storia e cultura locale autore di numerosi testi per i Quaderni del Savena e promotore di eventi culturali; Lara Calzolari laureata in Storia contemporanea all’Università bolognese e in Scienze religiose alla Facoltà teologica dell’Emilia-Romagna è docente nelle scuole primarie; Gianni Cascone scrittore e fondatore di scuole e laboratori di scrittura; Francisco Giordano architetto e storico dell’architettura; Fiamma Lenzi archeologa esperta di musealizzazione e valorizzazione del patrimonio culturale; Paola Furlan responsabile dell’Archivio storico comunale di Bologna e autrice di pubblicazioni sul territorio; Mauro Maggiorani docente di Storia contemporanea nell’Ateneo bolognese e autore di saggi storici e romanzi; Gabriele Nenzioni direttore del Museo della Preistoria Luigi Donini di San Lazzaro e membro dell’Istituto italiano di preistoria e protostoria; Pier Luigi Perazzini studioso ricercatore storico socio della Deputazione di Storia Patria e autore di numerosi saggi sugli edifici storici; Diana Tura laureata in Storia medievale è archivista nell’Archivio di Stato di Bologna e autrice di saggi storici. Un capitolo è stato dedicato alle foto a colori di Stefano Monetti fotografo professionista vincitore di premi internazionali ed editore in proprio di volumi fotografici. Ah, dimenticavo, tra gli autori dei testi c’è anche il vostro immodesto cronista giornalista pubblicista già collaboratore dei quotidiani il Resto del Carlino, Il Domani e L’Informazione, pensionato, oggi è tuttora redattore e collaboratore di vari periodici della provincia bolognese.

 
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Agriverde; trent’anni di lavoro e di solidarietà

Post n°1046 pubblicato il 24 Dicembre 2017 da fabbri.giancarlo
 

Premiati 01 Soci Storici Agriverde

Il presidente Fabrizio Pedretti è il primo a destra in occasione della premiazione di alcuni soci

San Lazzaro (Bologna)

In questo 2017 che si sta avviando a cedere il passo all’anno nuovo per l’Agriverde di San Lazzaro c’è stato il superamento della boa dei trent’anni di attività. Trent’anni di lavoro e di solidarietà verso i più svantaggiati sono infatti quelli che ha festeggiato la cooperativa sociale Agriverde di tipo A+B. Azienda che ha sede alla Mura San Carlo di San Lazzaro, in via Salarolo 2/D, a poca distanza dal San Camillo, ex seminario ed ex ospedale, dove era nata trent’anni fa come cooperativa agricola per iniziativa del Servizio di igiene mentale e di assistenza psichiatrica dell’ex Ausl 22. Coop nata nel 1986 ma che formalmente ha iniziato la propria attività nel 1987, organizzando un corso di formazione per operatori del verde, rivolto a utenti dei servizi di igiene mentale. Come narra la storia di Agriverde, presieduta da Fabrizio Pedretti, al termine del corso parte degli allievi fu assunta dalla cooperativa che poi intraprese la propria attività lavorativa nei settori agricolo e della manutenzione di aree verdi pubbliche e private.

A trent’anni di distanza Agriverde impiega quaranta dipendenti di cui ventisette soci e quattordici persone svantaggiate assunte. Tra le figure professionali oggi presenti si contano periti e dottori agrari, viticoltori, operatori specializzati in tree-climbing, e in impianti di irrigazione, meccanici, educatori professionali e un capo cantiere edile. Operatori scelti dalla cooperativa in base alla loro professionalità ma anche, o soprattutto, per le loro capacità nei rapporti interpersonali. Infatti non è sufficiente essere competenti nel loro settore ma occorre anche saper operare in un contesto psichiatrico. Per questo Agriverde ha sempre promosso corsi di formazione, e aggiornamento, per i tecnici e per gli operatori dei vari settori, proponendo corsi di giardinaggio o percorsi formativi sulla psichiatria in collaborazione con l’Ausl.

Già dalla costituzione Agriverde fu concepita come entità autonoma dai servizi dell’Usl, pur mantenendo rapporti di stretta collaborazione. Questo ha consentito lo sviluppo di un’autonomia imprenditoriale e ha evitato la dipendenza economica e organizzativa dal servizio pubblico. Nel 1994 fu poi modificato lo Statuto diventando coop sociale di tipo B. E nel 1998 ci fu l’iscrizione all’Albo regionale delle coop sociali e l’adesione al Sic il più rappresentativo consorzio della cooperazione bolognese di inserimento lavorativo, cui aderiscono 22 coop sociali.
L’esperienza maturata negli anni ha infine permesso ad Agriverde di svolgere un’azione di scelta, e di verifica, sulle attività intraprese, in modo che le stesse fossero strumento flessibile ed efficace sia per la produzione di servizi di qualità che per il recupero e l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate.

Attualmente Agriverde svolge attività di giardinaggio in aree private o pubbliche, agricoltura biologica e florovivaismo. L’organizzazione nei settori di attività è tale da consentire una vasta gamma di possibilità d’inserimento, così che persone provenienti dai servizi dell’Ausl possano trovare una collocazione lavorativa in relazione alle proprie capacità effettive, all’interno di un percorso personalizzato. Per info: 051.6251314; info@coopagriverde.it; www.coopagriverde.it. Con tanti auguri di, almeno, altri trent’anni di attività.

 
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Saranno salvate (forse) le biblioteche Informatur e Cid-Aics

Post n°1045 pubblicato il 19 Dicembre 2017 da fabbri.giancarlo
 

Marco Polo 09 Convegno

San Lazzaro

Le mediateche private Informatur e Cid-Aics non saranno smembrate e disperse annullando decenni di attività di volontariato culturale, di donazioni, di acquisizioni e di catalogazione di un patrimonio librario e documentale di due associazioni onlus sanlazzaresi. Lo ha assicurato il sindaco di San Lazzaro, Isabella Conti, riferendo che «si farà di tutto per trovare il modo di superare le difficoltà in attesa di un bando per l’individuazione e la gestione di spazi in cui possano avere collocazione questi patrimoni per evitarne la sua dispersione».

L’Informatur, ora a Casa Bastelli in via Emilia 297 alla Cicogna di San Lazzaro, è una mediateca specializzata in viaggi e turismo, curata dall’associazione Centro Europa Uno, nata come spazio culturale rivolto a tutti, aperto al pubblico su appuntamento per servizi gratuiti di prestito, per i testi, e di consultazioni e ricerche sulle postazioni informatiche presenti. L’Informatur Centro Europa Uno è una biblioteca con oltre 2.000 volumi – alcuni rari stampati tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 – su viaggi, spedizioni, itinerari classici e alternativi, guide tematiche su stati e regioni. Poi una videoteca in dvd con oltre 300 titoli; una mediateca con oltre 400 cd-rom su città, regioni, civiltà e nazioni; e un’emeroteca con, anche, raccolte complete delle riviste del Touring Club Italiano dal 1915 ai  giorni  nostri. Purtroppo, per il Centro Europa Uno, Casa Bastelli è destinata ad ospitare il futuro Emporio Solidale e l’Informatur deve trovare un’altra sede.

Il Centro informazione e documentazione dell’Aics (Cid-Aics), ora ancora in via Speranza 43 a Caselle di San Lazzaro, è un particolare impianto “sportivo” rivolto gratuitamente ad atleti, tecnici, dirigenti di società e associazioni sportive, professionisti ed educatori. Il Cid-Aics è mediateca e centro di promozione della cultura sportiva, storica, tecnica, normativa e legislativa, con migliaia di volumi e riviste, oltre a cd, dvd, vhs; materiale che può essere preso in prestito e consultato su prenotazione. Purtroppo, anche in questo caso, il centro Cid-Aics dovrà trovare un’altra sede essendo ospitato negli attuali magazzini comunali che dovranno essere demoliti entro l’anno per dare spazio alla futura sede di Alce Nero.

Ambedue i patrimoni – riconosciuti dall’Ibacn e registrati nel sistema Sbn-Unibo – sono nati negli anni ’80 grazie al suo fondatore Mauro Ottavi, promotore del terzo settore da sempre impegnato nel volontariato sociale, sportivo e culturale. Con Ottavi che da tempo, sostenuto anche dal suo vice Massimiliano Canè, ha richiesto al Comune di San Lazzaro di trovare una sede dove poter accogliere le mediateche specializzate da mettere infine a disposizione di tutti. E piuttosto che chiudere tutto in scatoloni, che forse non saranno mai più riaperti, Ottavi e Canè si dicono disposti a regalarle a chiunque ne sia interessato.

In ogni caso, nel frattempo, per i libri e i dvd dell’Informatur Centro Europa Uno è stata trovata, assieme al Comune di San Lazzaro, la sistemazione temporanea nella Mediateca comunale di via Caselle 22.

 
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