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Giancarlo Fabbri giornalista freelance
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Messaggi del 25/01/2013
San Lazzaro (Bologna)
Alle 21 di lunedì 28 gennaio il sipario della grande sala Paradiso del circolo Arci, in via Bellaria 7 a San Lazzaro (Bologna), si apre sulla “fabbrica” di “Discorsi alla nazione. Studio per uno spettacolo presidenziale” di e con Ascanio Celestini. Il noto regista, attore e drammaturgo romano torna a San Lazzaro, rinnovando la bella collaborazione tra Itc Teatro e Arci, con uno spettacolo in cui Celestini ha immaginato degli aspiranti tiranni che provano ad affascinare il popolo per strappargli il consenso e la legittimazione, che parlano «come parlerebbero i nostri tiranni democratici se non avessero il bisogno di nascondere il loro dispotismo sotto il costume di scena dello stato democratico».
«Il tiranno – precisa Ascanio Celestini – è chiuso nel palazzo. Non ha bisogno di parlare alla massa. I suoi affari sono lontani dai sudditi, la sua vita è un’altra e non ha quasi nulla in comune con il popolo che si accontenta di vedere la sua faccia sulle monete. Eppure il tiranno si deve mostrare ogni tanto. Deve farsi acclamare soprattutto nei momenti di crisi quando rischia di essere spodestato. Così si affaccia, si sporge dal balcone del palazzo e rischia di diventare un bersaglio».
Ingresso 14 euro; consigliata la prenotazione al botteghino del teatro di via Rimembranze, 051.6270150, per i posti in via di esaurimento. Per informazioni: http://www.itcteatro.it; info@itcteatro.it.
Lo stesso giorno alle 17, prima dello spettacolo, Ascanio Celestini sarà nella Libreria Modo Infoshop, in via Mascarella 24/b a Bologna, per un incontro con “Altre Velocità” all’interno del percorso di incontri teatrali “Fogli di Scena”. Partendo dal suo ultimo libro “Pro Patria”, l’incontro sarà l’occasione per indagare la ricerca scenica dell’autore e la sua relazione con la parola letteraria e teatrale.
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Pianoro (Bologna)
Questa è la storia di William Vivarelli, nato nel 1949 a Granarolo (Bologna), fotografo professionista che, per passione, ha rivolto gli obiettivi delle sue reflex sulla natura con risultati di eccellenza. Suoi scatti possono essere ammirati nel trimestrale “Nelle Valli Bolognesi” edito da AppenninoSlow col contributo di Emilbanca, nel semestrale “Savena Setta Sambro” edita dall’omonimo gruppo di studi storici, in pubblicazioni della Lipu o in altre sempre a tema naturalistico. Oppure nel suo interessante e fornitissimo sito internet http://www.vivarelli.net.
Sin da bambino andava a osservare gli uccelli che nidificavano nelle “garzaie” rifugio di aironi, nitticore, tarabusi, tarabusini, garzette, eccetera. Il giovane crebbe in un ambiente di cacciatori ma aveva più soddisfazione a vedere gli animali vivere liberi nel loro ambiente e a studiarne la vita. Dopo gli studi, e varie esperienze di lavoro, diventò poi professionista in fotografia industriale e pubblicitaria. Ma la sua aspirazione non era quella di fotografare macchinari, e oggetti, ma quella di “catturare” immagini di volatile o di fiori nel loro territorio.
Nel 1979 trasferisce la sua residenza a Pianoro (Bologna) e a metà degli anni ’80 la passione di sempre, quella per la natura, lo porta a ritrarre in modo assiduo: fauna, flora e ambienti emiliani e romagnoli. Dalle centinaia di diapositive che accumula, prendono vita dei poster e la consapevolezza della necessità di una maggiore tutela del territorio. Con alcuni amici nel 1991 fonda la sezione Lipu di Pianoro, ricoprendone il ruolo di delegato, iniziando una serie di iniziative volte alla sensibilizzazione dei concittadini sui temi ambientali. Poi, nel 2000, il suo incontro con la fotografia digitale.
«Ancora oggi, dopo migliaia di scatti – scrive Vivarelli nel suo sito –, mi accorgo che anche dietro casa ci sono realtà da scoprire. L’uso della fotocamera mi ha sempre stimolato all’osservazione e passo tutto il mio tempo libero in mezzo alla natura ad ammirarne la sue bellezza. La mia speranza è di riuscire, con la mia passione, a trasmettere le mie emozioni a coloro che mi stanno vicino, facendo scoprire loro le bellezze della natura e sensibilizzandoli nei confronti di una ricchezza che stiamo distruggendo; anche l’interruzione di una cova, perché disturbata, fa si che il nido venga infine abbandonato con conseguenze negative, a catena, sulla sopravvivenza di quella specie».
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Inviato da: cassetta2
il 29/06/2023 alle 18:20
Inviato da: RavvedutiIn2
il 04/11/2019 alle 20:39
Inviato da: bettubettu
il 11/03/2019 alle 18:39
Inviato da: gesu_risortoannunz1
il 20/04/2016 alle 18:46
Inviato da: carlamieir19
il 10/04/2016 alle 20:47