Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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Messaggi del 12/08/2013

Lungosavena, incapacità burocratiche, tecniche… o politiche

Post n°327 pubblicato il 12 Agosto 2013 da fabbri.giancarlo
 

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Castenaso (Bologna) 

«Attualmente c’è un grande dibattito sulla viabilità e, purtroppo, Castenaso è un crocevia importante, pertanto il carico di automezzi è elevato. Castenaso poi ha un altro problema e cioè la suburbana, l’ex Veneta in fase di ristrutturazione, che farà passare ogni 10 minuti un treno tagliando così in due il paese. Ecco perché mettiamo al primo posto la costruzione e il prolungamento della Lungo Savena, di cui il primo pezzo è già fatto e che parte da via Mazzini; finendo questa strada elimineremo al-meno il 60% dei problemi di viabilità. Ciò che pretendiamo per la comunità è di velocizzare le pratiche burocratiche e la costruzione di questa strada che per Castenaso è vitale».
Sembrano parole d’oggi mentre invece fanno parte di un’intervista all’allora sindaco di Castenaso, Claudio Marchi, pubblicata nei primi anni ’90 sulla rivista comunale “Castrum Nasicae”; vent’anni fa. Il traffico che gravava su Castenaso fu deviato dalla realizzazione della “tangenziale” oggi parte della Sp 253 San Vitale. Quello su Villanova non ha trovato alternative con i residenti che sperano ancora, come lo sperava vent’anni fa Marchi, nella realizzazione della Lungosavena.
Il «primo pezzo fatto», citato da Claudio Marchi, è quello che va da via Giuseppe Dozza (non via Mazzini, ndr) alla Tangenziale; ossia viale Vighi. E in ogni caso la realizzazione del “primo lotto” della Lungosavena (dalla Tangenziale alla Trasversale di Pianura) fu merito suo. Tanto è vero che il portavoce del comitato “Per Villanova”, Dario Chiletti, riguardo alla Lungosavena disse che «bisognerebbe fare un monumento all’allora sindaco di Castenaso, Claudio Marchi, che a suo tempo impose che il CentroNova aprisse solo dopo la realizzazione del primo lotto che andava a unire la Tangenziale a via Villanova». CentroNova che fu inaugurato dopo otto mesi di attesa, seppur completato, il 10 giugno del 1995; ben 18 anni fa.
Da allora non è stato completato nessuno degli altri lotti. Il “lotto due” da via dell’Industria a via Bargello è in via di completamento, il “terzo lotto” dal CentroNova a via dell’Industria da finanziare (e non si sa dove trovare i soldi), al “quarto lotto” da via Bargello alla Trasversale mancano 600 metri da via Bargello a via Frullo, il “secondo lotto bis” dalla San Vitale a via dell’Industria è stato cassato preferendogli un tracciato verso via Bargello definito più economico. Per i villanoviani una beffa ricordando che il primo progetto del “due bis” presentatoci dal sindaco Marchi, nel 1995, prevedeva una rotonda sulla San Vitale e un ponte per scavalcare la ferrovia. Progetto che fu completamente modificato prevedendo invece un tunnel sotto la ferrovia che andava a interferire con uno scolo, un acquedotto e quattro gasdotti “scoperti” al momento degli espropri e dell’appalto dei lavori. Con gli aderenti al comitato che si torni al progetto originario col ponte. Così come il quarto è fermo per la presenza di un oleodotto militare da spostare.
Al punto che non si capisce più se a frenare la Lungosavena, pensata trent’anni fa per congiungere senza incroci e semafori la Tangenziale alla Trasversale (anche questa mai completata), sia stata la burocrazia o la mancanza di finanziamenti, o anche, e soprattutto, alle capacità di tecnici e amministratori a svolgere il loro ruolo non certo gratuito.

 
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Nuovo logo per “I Soliti Ignoti”

Post n°326 pubblicato il 12 Agosto 2013 da fabbri.giancarlo
 

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Castenaso (Bologna) 

“I Soliti Ignoti” hanno adottato un nuovo logo dalla grafica moderna e accattivante. Ovviamente non si tratta del film di Mario Monicelli, del 1958, con Vittorio Gassman, Renato Salvatori, Marcello Mastroianni, Totò, Memmo Carotenuto e Claudia Cardinale, ma di un collaudato gruppo musicale che quest’anno ha superato la soglia dei trent’anni di attività amatoriale e dilettantistica a livello quasi professionale.
Come abbiamo avuto modo di scrivere in genere i soliti ignoti sono quelli che riempiono le pagine dei quotidiani perché, in un modo o nell’altro, arraffano beni e soldi altrui senza farsi cogliere in flagrante. Quelli di cui parliamo, invece, i soldi degli altri li hanno, comunque, contati e maneggiati per molti decenni nelle loro vesti di bancari.
Possiamo quindi svelare le identità dei componenti del complesso “I soliti ignoti”, che festeggiano trent’anni di musica: Rosanna Campisi voce; Andrea Biagi tastiere; Gianni Parma batteria; Roberto Lucà basso; Roberto Venturi chitarra; Umberto Sabatini chitarra e voce. Un lungo sodalizio, iniziato nel 1982, fra colleghi allora trentenni della Carisbo con infiltrati dell’ex Rolo. Un gruppo che per anni ha suonato, divertendo e divertendosi, nel circolo dipendenti della stessa banca.
Unione resa possibile dalla grande passione per la musica e, anche, da un po’ di nostalgia per i “favolosi anni ‘60”, ai quali si ispira il loro repertorio. Poi dall’amicizia e dal valore della solidarietà mettendosi a disposizione per iniziative di beneficenza: feste parrocchiali, carnevali per disabili e anziani, case protette, sagre popolari, dietro a compensi generalmente in natura come un piatto di tagliatelle, di tortelloni burro e oro, o di polenta, oppure crescentine e affettato. Dilettanti sì, ma non allo sbaraglio, con tanto impegno per rendere gradevole l’ascolto con musica dal vivo, senza basi musicali né aiuti tecnologici.
Tutti hanno infatti un passato musicale anni ‘60 come Andrea Biagi ne “I Sagittari”, Rosanna Campisi con lunga esperienza in recital di canti popolari, Umberto Sabatini nei “The Bounty Killers” e Gianni Parma nei “Nino e i P 5”. Per alcuni la carriera lavorativa si è fermata, ma quella musicale continua, per tutti loro, con lo stesso spirito e la stessa passione per un hobby che non ha età. La sera del prossimo 30 agosto saranno sul palco della Sagra del Tortellone di Crespellano in via Madonna dei Prati; occasione, quindi, per ascoltarli e applaudirli.

 
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Tanti motivi per essere soci Auser a Pianoro

Post n°325 pubblicato il 12 Agosto 2013 da fabbri.giancarlo
 

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Pianoro (Bologna) 

Navigando nel web ho letto una citazione di Fabio Bonetti, vero nome dell’attore e scrittore Fabio Volo: «Il regalo più grande che puoi fare a qualcuno è il tuo tempo, perché quando regali il tuo tempo, regali un pezzo della tua vita che non ti ritornerà mai indietro». Parole sante che valorizzano le tante persone che, con volontariato, impegnano parte del loro tempo a favore di altre persone o della comunità locale. E questo è uno dei tanti buoni motivi per essere soci Auser.
Infatti associarsi all’Auser significa impegnarsi in attività di sostegno agli enti locali nei servizi culturali, sociali, nell’assistenza agli anziani e ai portatori di handicap. E il volontariato è un atto di umanità che diventa sempre più raro. Sostenere la comunità è poi, anche, sostenere noi stessi perché le amministrazioni locali, sanitarie, sociali e culturali non ce la fanno più a mantenere ancora qualità e quantità dei servizi offerti ai cittadini senza aumentare imposte, canoni, rette e tariffe.
Avendo del tempo disponibile, anche poco, e il dedicarlo ad attività socialmente utili ci arricchisce con esperienze gratificanti dal punto di vista personale e nei rapporti con gli altri. L’Auser è un’associazione nazionale sorta con lo scopo di realizzare il diritto degli anziani a essere ancora protagonisti attivi e partecipi nella vita delle comunità.
Nel Comune di Pianoro (Bologna) la sede dell’Auser è in via Grillini 12, aperta il giovedì dalle 14 alle 16.30 telefono. Il coordinatore locale è Gianni Conti disponibile per ogni informazione al 328-7655609, conti.gianni@ymail.com, con l’auspicio di nuove adesioni.
Associandosi ognuno può poi scegliere l’attività dove può mettere a frutto professionalità acquisite o, anche, imparare cose nuove per fare esperienze gratificanti. I tradizionali campi di azione dell’Auser sono molteplici, e altri se ne possono creare a seconda delle necessità.
Come il supporto all’assistenza domiciliare in collaborazione con il Comune e l’Ausl (compagnia ad anziani, accompagnamenti, piccole manutenzioni), animazione in case protette, sostegni alla disabilità, tutela dei bambini, tutela dell’ambiente, sostegno alle attività culturali, vigilanza a biblioteche, mostre ed esposizioni, eccetera, eccetera. L’Auser ha infatti nel suo Dna la solidarietà umana e la sussidiarietà.

 
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