Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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Messaggi del 08/12/2013

Il cuore d’oro di Juvenilia Club vince ancora

Post n°469 pubblicato il 08 Dicembre 2013 da fabbri.giancarlo
 

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San Lazzaro (Bologna)

Come da tradizione consolidata la “Festa degli auguri” di soci e amici dell’associazione sanlazzarese Juvenilia Club si è conclusa sabato sera nel salone del prestigioso Savoia Hotel Regency, in via del Pilastro a Bologna, con la consegna di un contributo all’associazione benefica onlus Posto di ascolto e indirizzo Città di Bologna. Tra gli applausi dei tanti presenti la consegna dell’offerta, da parte della presidentessa di Juvenilia club, Paola Tabacchi Malaguti, alla collega onoraria del Posto di ascolto Gabriella Alessi.
Posto di ascolto e indirizzo Città di Bologna, presieduta da Annamaria Foschi Barbiroli, è un’associazione nata a Bologna nel 1989 per la volontà di cooperazione di alcuni gruppi di volontariato della città. L’associazione porta tale nome perché ha lo scopo di ascoltare e indirizzare tutti coloro che in condizioni di bisogno, necessitano di segnalazioni riguardanti enti pubblici e privati che possano soddisfare e alleviare le loro necessità. Il sodalizio bolognese è rivolto all’aiuto e alla difesa della persona e si avvale di strumenti propri collaborando con gli enti di assistenza pubblica, e privata, e con quanti operano per la realizzazione di finalità umanitarie.
Tra le sue attività: informazioni e buoni pasto, sostegno alle famiglie, assistenza ai non vedenti in transito e corsi di italiano per stranieri. Il Posto di ascolto e indirizzo Città di Bologna ha sede accanto al primo binario della Stazione Centrale ferroviaria di Bologna in Piazza Medaglie d’Oro 4. Info: 051.244044; posto.di.ascolto.bo@libero.it.
Per i soci di Juvenilia Club quindi, oltre allo scambio di auguri, la soddisfazione di dare un’ulteriore contributo al volontariato, sociale e umanitario, oltre a quella di essere da oltre vent’anni impegnata nelle attività ricreative, artistiche e culturali. Juvenilia, infatti, si rivolge a persone giovani (di tutte le età) per organizzare feste, conferenze, concerti, cineforum, viaggi, laboratori, corsi e quant’altro sia utile a realizzare il fine dell’iniziativa stessa. Come ci spiega la professoressa Paola Tabacchi «il nostro intento è di fare in modo che i nostri soci non siano semplici fruitori di eventi protagonisti loro stessi. Juvenilia – conclude il suo presidente – è anche un modo diverso, e intelligente, di combattere la solitudine perché offre occasioni dilettevoli, da viversi in clima di solidarietà». Proprio come in occasione della festa degli auguri dell’altra sera che ha riempito di allegria il salone dell’hotel.

 
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Non se ne può più della bella Cecilia

Post n°468 pubblicato il 08 Dicembre 2013 da fabbri.giancarlo
 

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Bologna

Di Cecilia Lavarini Matteucci non se ne può più e l’ostentazione esagerata del suo lusso disturba per molti motivi. Uno tra tutti che gran parte degli italiani vive, o sopravvive, con molto meno di mille euro al mese o addirittura alle soglie della povertà. La disoccupazione giovanile è a livelli record, aziende chiudono i battenti mandando tante persone sulla strada alla disperata ricerca di un lavoro.
Ebbene nonostante un panorama a tinte fosche, e un futuro ancora più nero, ci sono quotidiani e periodici che pubblicano l’ostentazione del lusso e della bella gente (!) che, alle prime, si mette in mostra nel foyer del Teatro Comunale, del Manzoni o del Duse. A una di queste persone, la bella Cecilia, “il Resto del Carlino”, lo scorso 3 novembre ha dedicato una pagina definendola “La signora della moda”.
La signora è infatti un’appassionata collezionista di abiti, scarpe e accessori di gran lusso tanto da far venire in mente Imelda Marcos, ex first lady delle Filippine, che aveva tremila paia di scarpe. Mentre la Cecilia, più modesta, ammette di avere circa tremila tra abiti, scarpe e accessori confessando, però, di non aver contato calzature e borse.
Ovviamente non è robetta da Piazzola ma tutti capi, oggetti, accessori e gioielli firmati e di alta moda. Roba anche usata da divi del cinema, della lirica, del teatro o da mogli di capitani d’industria. Tanto per non far nomi case come Armani, Biki, Chanel, Dior, Ferrè, Fendi, Prada, Valentino, Versace, Vuitton, Yves Saint Laurent, eccetera.
Roba usata da grandi dame e dive, spesso una sola volta, che però non la si trova sui banchi dei mercatini rionali ma in negozi specializzati sul genere e alle aste. Con la signora Cecilia che ne va alla ricerca, in giro per il mondo, ma è anche vero che la collezionista ha fatto della sua passione una serie di eventi culturali mettendoli in mostra al Museo Morandi di Bologna, alla Palazzina alla Cinese di Palermo, a Palazzo Fortuny a Venezia, a Palazzo Pitti a Firenze. Bella roba messa in mostra con un’ostentazione, però, di questi tempi, fastidiosa.

 
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