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Giancarlo Fabbri giornalista freelance
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Messaggi del 30/12/2013
San Lazzaro (Bologna)
Ogni giorno se ne impara sempre una. Oltre ai diversamente abili o diversabili, eufemismo per indicare inabili o disabili, ci sono anche i “diversamente civili”. Un modo elegante per evitare pesanti insulti.
La nuova definizione, non si sa se sarà adottata dal Zingarelli, è di un residente di via Fratelli Canova, a San Lazzaro (Bologna), stanco di trovarsi il giardinetto lordato da escrementi di cane.
E lo ha scritto in una epigrafe ben visibile, anche se non incisa in lapidario romano, dedicata «al diversamente civile (emerito imbecille) che mette gli escrementi del proprio cane sui muriccioli o li butta nei cortili altrui. (Gli) Consiglio di farsi curare perché la diversità civile è una brutta malattia che può portare a gravi conseguenze… specialmente se scoperto». Il cartello, ben fissato alla recinzione, è poi affiancato da altri due, più piccoli, che indicano la posizione e la distanza dei cassonetti per i rifiuti «80 passi a sinistra, 80 a destra».
Quello delle cacche di cane sui marciapiedi, così come in piazze, parchi e giardini pubblici, è una maleducazione dei proprietari degli animali, non dei cani, che la polizia municipale di San Lazzaro sta cercando di debellare anche con pattuglie di vigili in borghese. E, quando si va a passeggio, pestare un ricordino di alano, come quello di chihuahua, checché ne dicano i filosofi non porta fortuna ma rabbia. Come quella che ha spinto una persona a sperare che porre un cartello, davanti alla propria abitazione, scoraggi i “diversamente civili”.
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Inviato da: cassetta2
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