Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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Messaggi del 14/02/2014

Oltre vent’anni per spostare un oleodotto militare

Post n°537 pubblicato il 14 Febbraio 2014 da fabbri.giancarlo
 

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Il secondo lotto della Lungosavena, via dell’Industria-via Bargello, completata qualche mese fa

Finalmente potrà essere completato anche il quarto lotto (via Bargello-Trasversale di Pianura) della tanto attesa Lungosavena; un importante asse stradale, pensato quarant’anni fa, che nelle aspettative della programmazione territoriale doveva unire l’alta Valle del Savena (ma ci sono i tappi del cosiddetto “Nodo di Rastignano” e del “terzo lotto”) alla Trasversale di Pianura anche questa lungi da essere completata.

La bella notizia è che alla fine del gennaio scorso il Ministero della difesa, nel caso particolare l’Arma Aeronautica, ha completato l’iter di approvazione per lo spostamento di un oleodotto militare che ostacola il completamento del quarto lotto a cui mancano ancora i circa 700 metri dalla rotonda di via Bargello (in allacciamento al secondo lotto già completato) al sovrappasso di via Frullo.

Da fonti attendibili la Provincia è già autorizzata a procedere allo spostamento della conduttura con l’impresa subappaltatrice, pronta da mesi, sempre che il terreno sia poi praticabile senza gli ostacoli del maltempo. Lavori di spostamento che dovrebbero durare circa tre mesi e concludersi con quelli stradali preventivati in altri due o tre mesi. In conclusione se tutto va bene dall’estate prossima, attorno a luglio, si potrà transitare sulla Lungosavena dalle aree produttive Ca’ dell’Orbo (Castenaso) e Roveri (Bologna), dalla nuova rotondona al termine di via dell’Industria, fino a Ramello sulla San Donato per collegarsi con la Trasversale di Pianura alleggerendo la stessa San Donato.

Per l’uomo della strada è inevitabile la critica ai decennali ritardi nella realizzazione di questa arteria dato che il primo lotto fu realizzato negli anni ’90. E per completare il sogno della Lungosavena mancano il terzo lotto (CentroNova-via dell’Industria) e il Nodo di Rastignano del tutto privi di finanziamenti che non si sa dove trovare per una misera cifra totale che va da un minimo di 70 a un massimo di 100 milioni di euro. La burocrazia militare e ministeriale romana sarà poi molto lenta, ma c’è anche chi ha dormito qui nel bolognese.

Con molti che non si rendono conto che il progetto “Fico”, al Caab, ha bisogno della Lungosavena ed è opportuno trovare i finanziamenti necessari almeno alla realizzazione del terzo lotto. Tutti corrono sul carro di Re Mida ma nessuno pensa a finanziare le infrastrutture.

Giancarlo Fabbri

 
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Ora il “Pirata” ha finalmente un nome

Post n°536 pubblicato il 14 Febbraio 2014 da fabbri.giancarlo
 

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Pianoro (Bologna) 

A Cesenatico un bel San Valentino per l’artista Emanuela Pierantozzi, ex cittadina pianorese e grande campionessa di judo, che vede finalmente la dedicazione del monumento sul lungomare, al centro di piazza Marconi, al “Pirata” Marco Pantani. E così, finalmente, si potrà chiudere un capitolo doloroso della storia dello sport italiano. Infatti il 14 febbraio 2014, per celebrare il decennale della morte del ciclista Marco Pantani, la sua città ha finalmente avuto la possibilità di dedicargli ufficialmente il monumento che lo raffigura impegnato in una delle sue epiche salite. La grande scultura era stata realizzata dall’ex campionessa, dedicatasi all’arte, che  vinse il concorso di idee indetto dal Comune di Cesenatico. La statua in bronzo, a grandezza naturale, fu inaugurata nel 2005 e da allora è meta di visitatori, anche dall’estero, con molti che portano un fiore, un lasciano un biglietto.

Ma però il monumento non ha mai portato il nome di Pantani, perché la prefettura non concesse la deroga per intitolarlo al campione. In base ad una norma risalente al 1923, in Italia, l’intitolazione di un monumento deve avvenire almeno dopo dieci anni dalla scomparsa della persona celebrata. Così l’opera della Pierantozzi fu intitolata, semplicemente, “al ciclista”, con rammarico della famiglia Pantani, dei tifosi e della stessa municipalità che aveva voluto il monumento.

Emanuela Pierantozzi, nata a Bologna nel 1968, pianorese per alcuni decenni e ora residente a Ferrara, è una figlia d’arte. Il padre, perito chimico già dipendente dell’Enea, è infatti Piergiovanni Pierantozzi pittore informale, e docente di pittura, che ha esposto in numerose mostre collettive e personali in varie città italiane ed europee. Ma anche Emanuela non scherza e la statua di Marco Pantani mostra la sensibilità dell’atleta verso un altro campione. La Pierantozzi nello sport ha vinto due campionati mondiali, due mondiali universitari, due europei, dieci importanti tornei internazionali; alle Olimpiadi un argento (Barcellona 1992) e un bronzo (Sydney 2000).

 
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