Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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Messaggi del 27/10/2014

Alla “don Milani” Donne nella Grande Guerra

Post n°715 pubblicato il 27 Ottobre 2014 da fabbri.giancarlo
 

Donne xx

Rastignano (Bologna)

Alle 21 di giovedì 30 ottobre nella Biblioteca comunale “don Milani” di Rastignano, in piazza Piccinini 4/a, ci sarà la presentazione del libro “Donne nella Grande Guerra”. Presentazione condotta da Gianluigi Pagani, direttore responsabile della rivista pianorese “L’Idea”, alla presenza di una delle autrici: la giornalista Rai Francesca Sancin, che ha raccontato la storia di una delle tante donne coinvolte dalla guerra 1915-1918, assieme alle coautrici Marta Boneschi, Paola Cioni, Elena Doni, Claudia Galimberti, Lia Levi, Maria Serena Palieri, Cristiana di San Marzano, Mirella Serri, Federica e Simona Tagliaventi.
Il libro è edito dalla Società editrice il Mulino che fu costituita nel giugno del 1954, sessant’anni fa, per iniziativa del gruppo promotore della rivista “il Mulino”, che aveva iniziato le pubblicazioni a Bologna nel 1951. Con la presentazione a Rastignano, frazione di Pianoro al confine con Bologna, promossa dal Comune di Pianoro, dall’iniziativa Il Buffet del Giovedì della Biblioteca, dall’associazione Fogolar Furlan dei friulani di Bologna e dall’associazione di volontariato culturale e sociale locale Amici di Tamara e Davide. Al termine della serata il consueto buffet della buona notte. Per info: 051.6260675.
Il libro si apre con un’introduzione di Dacia Maraini: «Sono storie che raccontano il coraggio, la tenacia, la forza di donne in azione, prima, durante e dopo una guerra che ha impoverito e umiliato il nostro paese. Donne che hanno avuto una parte importante nelle cronache del tempo e che qualche volta sono state anche riconosciute e ammirate dai loro contemporanei uomini. Ma poi, appena si è cominciata la sistemazione della memoria comune, sono passate nel silenzio di una sepoltura che viene considerata “naturale”, ma naturale non è».
Come è stato riconosciuto, spesse volte, in tutti i paesi belligeranti il conflitto 1915-18 fu un’occasione di emancipazione per tante donne che si trovarono a rimpiazzare gli uomini partiti per il fronte. Così è stato per tante donne, con mariti, padri, fratelli mandati in trincea poi al massacro in una guerra che fece milioni di morti su tutti i fronti. E qualche volta andarono in guerra anche loro come crocerossine negli ospedali, come vivandiere o prostitute nei bordelli delle retrovie.
L’assenza di molti uomini provocò pesanti conseguenze economiche e sociali. Gran parte dei nuclei famigliari era di origine contadina legata a consuetudini e tradizioni di un tempo: i maschi avevano il compito di lavorare fuori dalle mura domestiche mentre le donne sbrigavano i lavori di casa e accudivano i figli. Le cose non erano diverse nelle famiglie operaie dove la differenza era l’impiego degli uomini nelle fabbriche anziché nei campi. Situazione che nel 1915 cambiò, per sempre, i modi di vivere, e di pensare, delle società umane del tempo.

 
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Tanta gente al MuV per i primi reperti “villanoviani”

Post n°714 pubblicato il 27 Ottobre 2014 da fabbri.giancarlo
 

A Sermenghi 03 Stefano

Castenaso (Bologna)

Dopo oltre centocinquant’anni sono tornati in quel di Villanova i primi reperti “villanoviani” scoperti dal conte Giovanni Gozzadini, archeologo per diletto, su suoi terreni nella vicina Caselle di San Lazzaro. Reperti che fece portare nella sua casa di campagna, la “Villa Nova”, per ripulirli, studiarli e inserirli in una collezione privata che poi cedette al Museo Civico Archeologico di Bologna. Ma non prima di averli fatti ritrarre dalla buona mano della moglie Maria Teresa Serego Allighieri, che collaborò materialmente allo studio dei reperti, disegnandoli in belle tavole utilizzate in pubblicazioni divulgative.
Ebbene dallo scorso 25 ottobre alcuni di quei primi reperti, almeno i più interessanti e significativi, sono esposti fino al 2 giugno 2015 nella mostra “Giovanni Gozzadini e la scoperta del Villanoviano” allestita, da Anna Dore e Paola Poli, nel MuV-Museo della civiltà Villanoviana in via Tosarelli a Villanova di Castenaso. Alla cerimonia inaugurale, che ha richiamato una vera folla di appassionati e addetti ai lavori, il sindaco Stefano Sermenghi che ha rimarcato «la collaborazione tra il Civico e il Muv ancora prima della nascita della Città metropolitana».
Poi l’assessore alla cultura Giorgio Tonelli, che ha propiziato questo gemellaggio che conta di proseguirla in futuro in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni archeologici. «Con gli archeologi – ha detto il funzionario Tiziano Trocchi – che a Castenaso hanno in corso scavi, relativi a epoche differenti, essendo un territorio molto fecondo».
Con Anna Dore, del Civico bolognese, ad auspicare che la visita al MuV possa invogliare a visitare anche l’Archeologico di Bologna e la mostra in corso sugli etruschi a Palazzo Pepoli. Dal suo canto Fiamma Lenzi, dell’Istituto per i beni culturali (Ibc), a rimarcare «che prima di Gozzadini l’archeologia come scienza non esisteva. Con lui è infatti nata l’archeologia in un territorio, come quello di Castenaso, che tra l’altro è importante anche a livello internazionale».
Poi il taglio del nastro da parte del sindaco con grande soddisfazione della direttrice del MuV Rita Rimondini, del conservatore Paola Poli e del funzionario Marina Sindaco. Con queste ultime che saranno anche docenti in due corsi di storia promossi, nel MuV, dall’Università “Primo Levi” di Bologna e dall’associazione Esperienze Insieme di San Lazzaro. Il primo con Paola Poli, dal 4 novembre, sul tema: “La scoperta del villanoviano e le tre etrurie a confronto”, il secondo con Marina Sindaco, dal 19 febbraio 2015 su: “I Gozzadini tra l’impegno politico e l’archeologia” (051.249868; info@universitaprimolevi.it).
La mostra al MuV è aperta il martedì e la domenica, dalle 15.30 alle 18.30, e dal mercoledì al sabato, dalle 9 alle 13, con ingresso gratuito.

 
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