Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
Giancarlo Fabbri giornalista freelance

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Paradossale appello del Comune: “Adotta un’aiuola”

Post n°15 pubblicato il 22 Agosto 2012 da fabbri.giancarlo
Foto di fabbri.giancarlo

Pianoro (Bologna)

A Rastignano, frazione di Pianoro, mani ignote hanno affisso a un palo del parco pubblico Giuseppe Di Matteo (ex parco privato di Villa Pini) una fotocopia di un appello pubblicato sul numero di febbraio 2012 del periodico comunale “Pianoro Informa”. Appello a titolo “Adotta un’aiuola” che invita i cittadini «a prendersi cura di piccole aiuole». Come dice il testo, «le difficoltà economiche hanno costretto l’amministrazione a ridurre i costi anche alle manutenzioni delle aree a verde pubblico. C’è un solo giardiniere impiegato anche su altri servizi essenziali: deve gestire la manutenzione straordinaria di tutte le scuole e di aree pubbliche, in alcuni casi anche lo sfalcio dell’erba».
Si fa quindi appello «alla buona volontà dei cittadini che potrebbero aiutare il nostro personale a migliorare il decoro del paese. A chi è disposto a dedicare un po’ di tempo nella manutenzione delle aiuole il Comune fornirà il materiale e le attrezzature». Ovviamente «per informazioni è possibile rivolgersi all’ufficio ambiente: 051.6529129 tutti i giorni». Che ci sia qualcuno anche alla domenica?
Tutto bene ma con dei però! Riguardo al parco di Rastignano citato in precedenza viene in mente che «chi acquista un’auto deve sapere che poi servono i soldi per mantenerla: tasse, carburanti, manutenzioni, riparazioni». Nel parco sono state spese scarriolate di denaro in parte recuperate da 100 mila euro ricevuti grazie alla legge regionale 41/97 per il commercio; altrettanti furono dati ai negozianti locali.
Nel parco, inaugurato nel 2009 dall’allora sindaco Simonetta Saliera, e dal presidente della Provincia Beatrice Draghetti, è già stata chiusa l’acqua che alimentava la grande fontana; più volte danneggiata dagli “utenti”. Qualcuno non aveva tenuto conto che un’altra fonte, distante circa 100 metri, era già stata riempita di terra come stenta fioriera. E’ stata chiusa l’acqua della falsa sorgente e dei finti ruscelli. Non si era pensato che movimenti del terreno avrebbero provocato incrinature nel cemento, e nelle guaine, allagando i sottostanti parcheggi interrati.
Tornando al paragone con l’auto quel parco, costoso come una Ferrari, o una Lamborghini, oggi non ha più le ruote e il motore. Con le aiuole malcurate dove crescono erbacce e pioppi che ora dovrebbero essere curate non dai cittadini “contribuenti” ma da chi ha voluto quell’auto.

 
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