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Le previsoni sugli eventi spaziali nel 2012

Post n°12 pubblicato il 09 Aprile 2012 da hoda.arabshahi
 
Foto di hoda.arabshahi

 Ho intervistato Giovanni Bignami nel gennaio 2012 per l'agenzia si stampa iraniana Mehr e il presidente del comitato internazionale per la ricerca spaziale mi ha spiegato le sue previsioni sugli eventi spaziali in quest’anno.

 

Il 2011, era un anno positivamente attivo nel campo delle ricerche spaziali. Nello scorso anno, le nuove missioni sono state lanciate con lo scopo dello sviluppo delle esplorazioni spaziali più avanzate e le altre hanno cominciato le ricerche orbitali attorno agli altri pianeti nel sistema solare, arrivando alle loro destinazioni. Inoltre, la fine del programma dello Shuttle è avvenuta nel 2011.

 

“Dal punto di vista della esplorazione umana dello spazio, senza dubbio la fine dello Shuttle rappresenta la fine di un’era”, dichiara Giovanni Bignami, presidente del comitato internazionale per la ricerca spaziale (Cospar), “Era una macchina che permetteva un regolare accesso alla ISS sia di personale sia di materiale. La sua assenza si farà molto sentire nel programma spaziale americano, che al momento non ha ancora una strategia ben chiara per il ritorno al volo umano. Vedremo nel 2012.”

 

“Dal punto di vista scientifico, l'evento più affascinante è stata la analisi dei campioni dello asteroide Itokawa, ottenuti grazie al ritorno a Terra della sonda proveniente dalla missione Hayabusa, arrivata nel giugno 2010.” Il presidente del Cospar aggiunge: “Nel giro di poco più di un anno, i campioni di polvere di asteroide hanno permesso di risolvere il mistero della composizione e del colore degli asteroidi.”

 

Secondo lo scienziato italiano e il presidente dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), anche molto importante la partenza della missione NASA per Marte MSL (Mars Science Laboratory). Arriverà l'anno prossimo su Marte e avrà una formidabile capacità di osservazione ed analisi del suolo Marziano.

 

Il Mars Science Laboratory (MSL) nominato Curiosity è un rover NASA che è stato lanciato il 26 novembre 2011 ed effettuerà un atterraggio di precisione su Marte nell'agosto del 2012.

 

Anche il ritorno ai voli umani si vede tra i più importanti obiettivi in quest’anno.

 

“Per il 2012, aspettiamo con ansia le decisioni NASA sul futuro del volo umano nello spazio”, Bignami dice, “intanto speriamo che i problemi avuti dalla missilistica russa nel corso degli ultimi due anni siano risolti. In realtà, al momento, l'unico modo di trasportare astronauti sulla ISS è grazie al lanciatore Soyuz russo da Baikonur.”

 

In fine, il presidente del Cospar spiega: “Dal punto di vista scientifico, innanzitutto il lancio della missione ESA GAIA, la più grande missione di comprensione e misura delle distanze dei sistemi stellari e di tutta la Galassia mai intrapresa,” e continua, “poi il lancio della missione italiana LARES [già lanciata], dedicata allo studio degli effetti gravitazionali e relativistici intorno alla nostra Terra. È andata in orbita con il sistema italo-europeo VEGA, e naturalmente, l'arrivo su Marte di MSL a metà anno sarà il punto più alto della planetologia mondiale.”

 

il link originale:

http://www.mehrnews.com/fa/NewsDetail.aspx?NewsID=1499123

 
 
 

la mia intervista a Guido Tonelli sul Bosone di Higgs

Post n°11 pubblicato il 20 Dicembre 2011 da hoda.arabshahi
 
Foto di hoda.arabshahi

Martedì scorso, i fisici che lavorano nel due esperimenti Atlas e CMS del Large Hadron Collider (LHC) al CERN di Ginevra, hanno annunciato i nuovi risultati nella ricerca della particella più elusiva nell’universo, il bosone di Higgs.

 

Si tratta dell’unica particella elementare prevista dal Modello Standard della fisica delle particelle che non sia ancora stata osservata.

 

Il Modello Standard è una teoria quantistica dei campi che descrive tre (forza elettromagnetica, forza nucleare debole e forza nucleare forte) delle quattro forze fondamentali note e tutte le particelle elementari ad esse collegate.

 

Nel 1964 per la prima volta le diverse ricerche dei fisici, in particolare,quelle di fisico britannico Peter Higgs hanno ipotizzato l’esistenza del bosone di Higgs.

 

 

La sua esistenza aiuterebbe a capire perché  i fotoni, le particelle che trasportano le radiazioni elettromagnetiche (ed anche la luce visibile) sono prive di massa, mentre altre come i bosoni W e Z ne sono invece dotate.

 

A questo proposito, ho intervistato Guido Tonelli, portavoce dell’esperimento CMS dell’LHC. L’intervista è stata pubblicata sul sito dell’agenzia di stampa iraniana Mehr:

 

 

Cosa hanno trovato i due esperimenti Atlas e CMS nei nuovi risultati?

 

Entrambi gli esperimenti hanno trovato un eccesso di eventi nella stessa regione di massa fra 124 e 126 GeV.

Il risultato è molto interessante anche se per il momento potrebbe ancora essere frutto del caso. Occorreranno altri dati per dare una risposta definitiva.

 

 

Cosa vuol dire una massa intorno ai 124 GeV sulla base del modello standard?

 

Un bosone di Higgs di massa 124-126 GeV è compatibile con tutte le misure di precisione del Modello Standard, sarebbe una importante conferma del Modello Standard stesso.

 

 

Nonostante si sia arrivati  ad un 2sigma, si può dire che Bosone di Higgs potrebbe essere scoperto tra un anno?

 

Una scoperta scientifica è considerata tale quando si ottengono risultati ad alta significativa' statistica, in questo caso eccessi di eventi superiori a 5 sigma. Per ora siamo ancora lontani da questo traguardo. Nel giro del prossimo anno dovremmo essere in grado di raggiungere conclusioni più definitive. Quello che per ora è soltanto un indizio molto interessante potrebbe svanire del tutto o trasformarsi in un segnale molto più robusto.

 

 

Nella precedente intervista alla nostra agenzia, Lei riteneva che una volta raccolto ed analizzato un numero di collisioni 5 o 10 volte superiore a quello  registrato fino a quel momento, avreste potuto capire cosa succede con unlivello di confidenza pari a 2.8 sigma. Per ora a che punto siete con il numero di collisioni?

 

Per ora abbiamo analizzato 5 volte più dati rispetto alla statistica disponibile nell'estate ed effettivamente vediamo un eccesso di eventi con un livello di confidenza 2.6 sigma. Nel corso del 2012 pensiamo di  triplicare il numero di collisioni raccolte fino ad ora portando il totale a 20 volte rispetto all'estate 2011. Questo ci dovrebbe consentire di capire cosa succede esattamente nella regione fra 115 e 127 GeV di massa.

 

 

Recentemente, alcuni scienziati che lavorano al Cern hanno annunciato un risultato su un gruppo di paricelle cadute sul fascio chiamate UFO, (Unidentified Falling Object). Secondo Lei, l’ipotesi degli Ufo riuscirebbe a spiegare gli ostacoli per cui finora il bosone di Higgs non è stato individuato?

 

Non mi risulta che questa notizia abbia alcuna solida base scientifica.

il link originale:

 

http://www.mehrnews.com/fa/newsdetail.aspx?NewsID=1485431

 
 
 

I dettagli della sfida dei neutrini/la fisica in attesa di un mondo inesplorato

Post n°10 pubblicato il 12 Dicembre 2011 da hoda.arabshahi
 
Foto di hoda.arabshahi

 

la mia intervista a Riccardo Brugnera, scienziato nell’esperimento Opera

 

A settembre i fisici che lavorano all’esperimento “il neutrino dal CERN al Gran Sasso” hanno annunciato un risultato straordinario che potrebbe rappresentare una sfida per i fondamenti della relatività speciale di Einstein. Gli scienziati hanno scoperto che i neutrini hanno percorso la distanza tra il Cern e il Gran Sasso con una velocità superiore a quella della luce.

A novembre, gli stessi fisici hanno ripetuto i loro esperimenti e sono arrivati ad una conferma.

Nel primo esperimento, il rilevatore Opera ha ricevuto e studiato oltre 15 milla neutrini generati dal Super Proton Synchrotron al Cern che hanno viaggiato il percorso di 730 chilometri che li separa dai Laboratori Nazionali del Gran Sasso in un tempo circa 60 nanosecondi inferiore  al tempo che impiegherebbe la luce a percorrere la stessa distanza nel vuoto.

Secondo la comunità scientifica, se questi risultati ottenessero una conferma finale potrebbero provocare una vera e propria rivoluzione nella fisica moderna. A questo proposito, ho intervistato Riccardo Brugnera, professore associato del Dipartamento di Fisica nell’università di Padova e scienziato nell’esperimento Opera.

 

Da settembre, la velocità dei neutrini è diventata un grande problema tra i fisici in tutto il mondo, ma veramente i primi risultati ottenuti dall'esperimento Opera sono una vera e propria sfida per la fisica moderna?

 

Se confermati si'. Nel senso che non esiste per il momento una comprensione di quello che la misura voglia dire. In altri termini il risultato dell'esperimento OPERA, se confermato, dara' lavoro a molti teorici!

 

Dopo la pubblicazione di questi risultati Ronald van Elburg, fisico dell'University of Groningen ha mostrato che un errore del GPS potrebbe spiegare la velocità dei neutrini,  secondo Lei quanto sarebbe affidabile la proposta del ricercatore olandese?

 

Dopo la pubblicazione del preprint di OPERA ci sono stati centinaia di pubblicazioni che hanno affermato di aver "individuato" una crepa nell'analisi di OPERA. Nei fatti, nessuno  ha alla fine scalfito minimamente la correttezza del lavoro fatto. Per la Collaborazione OPERA l'articolo di Ronald van Elburg e' sbagliato.

 

Negli ultimi giorni gli scienziati del Gran Sasso e quelli del Cern sono arrivati ad una conferma. Cosa vuol dire questa conferma?

 

A settembre la collaborazione OPERA ha annunciato il risultato e ha prodotto un preprint che descriveva lo stato dell'arte di quella misura. Il preprint non e' ancora una pubblicazione scientifica. Un lavoro diventa una pubblicazione scientifica quando viene inviato ad una rivista scientifica. La rivista pubblichera' l'articolo solo dopo una profonda analisi da parte di un gruppo di scienziati diversi dalle persone che hanno sottoposto l'articolo. Nel caso specifico, OPERA ha inviatoalla rivista JHEP un articolo ufficiale dove viene descritta non solo l'analisi gia' nota, ma anche tutta una serie di dettagli e verifiche che a settembre non erano disponibili. In questo sta il senso della conferma: tutti i vari check fatti da settembre a novembre non hanno che confermato l'analisi precedente. Se si vuole rimanere dal lato della prudenza si puo' dire che se un errore esiste nella misura, questo si trova in qualche altra parte tutta da scoprire.

 

Qualche giorno dopo il secondo annuncio, l'esperimento Icarus ha messo in dubbio il nuovo risultato dell'esperimento Opera, così che secondo quei ricercatori, i neutrini non sembrano perdere energia durante il loro viaggio e quindi non possono aver superato la velocità della luce. Come ha ottenuto l'esperimento Icarus questo risultato?

 

L'esperimento ICARUS non ha smentito il risultato di OPERA. L'esperimento ICARUS ha affermato semplicemente che lo spettro energetico dei neutrini da loro misurato non mostra nessuna strana forma. La stessa non deformazione dello spettro e' vista anche dall'esperimento OPERA. Perche' si e' analizzato la distribuzione energetica dei neutrini? La ragione sta nel fatto che il professor S.L. Glashow (premio Nobel della Fisica) ha scritto, all'indomani dell'annuncio di OPERA, un preprint in cui argomentava che che se i neutrini fossero stati superluminali allora avrebbero perso energia in modo rapido per cui il loro spettro sarebbe risulato deformato. Ci sono stati pero' dei lavori scritti da altri fisici teorici (G. Amelino-Camelia ed altri) che hanno dimostrato come l'argomento del prof. Glashow non fosse completamente corretto.

Quindi al momento la distribuzione energetica dei neutrini non e' un argomento contro il risultato di OPERA.

 

Circa due mesi fa, l'acceleratore Tevatron del Fermilab è stato spento, ma si dice che potrebbe riattivarsi grazie alle scoperte sulla velocità dei neutrini. Se il Tevatron o l’acceleratore giapponese J-PARC ottenessero una nuova conferma, secondo Lei quale sarebbe la reazione della comunità scientifica?

 

Sicuramente tutta la comunita' scientifica si aspetta che l'esperimento MINOS negli Stati Uniti da una parte e l'esperimento T2K in Giappone possano fare questa misura entro l'anno prossimo. Se queste misure indipendenti confermeranno il risultato di OPERA, ci troveremo di fronte ad un risultato che scatenerebbe una moltitudine di altri esperimenti, nonche' una valanga di nuove idee teoriche. Proprio perche' e' un risultato inatteso e di grande portata.

 

Attualmente l’esperimento Borexino sta lavorando sui neutrini solari. I neutrini cosmici potrebbero corroborare il risultato dell’esperimento tra il Gran Sasso e il Cern?

 

Lo studio della velocita' dei neutrini cosmici e' certamente importante perche' hanno una diversa energia e vengono da distanze enormi.Tuttavia hanno caratteristiche cinematiche diverse da quelle dei neutrini da acceleratore.

 

Una conferma finale significherebbe che la fisica moderna dovrebbe trovare un successore per la famosa formula E=mc² dopo un secolo?

 

Onestamente io non so di preciso quali sono o saranno le implicazioni di questo risultato. Si apre un mondo enorme inesplorato e sconosciuto sia per i fisici teorici che per i fisici sperimentali. E' proprio questo l'aspetto piu' eccitante della situazione. D'altra parte quello che si puo' dire senza ombra di dubbio e' che la relativita' ristretta non predice ne' esclude la presenza di particelle con velocita' superiore a c (tachioni). Non ne abbiamo trovate. Potrebbe essere il neutrino un primo esempio? Chi lo sa?


 il link originale:

http://www.mehrnews.com/fa/newsdetail.aspx?NewsID=1479092

 
 
 

I risultati di due studi;La differenza dei bilingui nel prendere decisioni cruciale

Post n°9 pubblicato il 14 Novembre 2011 da hoda.arabshahi
 
Foto di hoda.arabshahi

Il linguaggio dei segni comporta come un vero linguaggio

la mia intervista a Jubin Abutalebi

Il cervello umano può cambiare strutturalmente nella risposta alle esperienze specifiche della vita. Per esempio, le analisi con la morfometria basata sui voxel (VBM) ha dimostrato che gli autisti londonesi hanno aumentato il volume della materia grigia  (GMV) nell’ippocampo posteriore che e’ positivamente correlato con il tempo consumato come autistà.

 

Ugualmente, i musicisti in confronto ai non-musicisti hanno aumentato GMV

nelle aree della circonvoluzione di Heschl, lobo temporale superiore, e nelle zone dorsolaterali prefrontali, però non è molto chiaro per i cervelli dei bilingui come cambino strutturalmente per via dell’utilizzo di due lingue diverse nella vita quotidiana.

Un gruppo dei ricercatori dell’Università Vita-Salute San Rafaele di Milano in collaborazione con gli scienziati dell’Università Normale di Pecchino nella loro ricerca pubblicata sul numero di maggio della rivista Cortex hanno mostrato che in particolare, i bilingui con super-abilità linguistica volontariamente sono in grado di controllare la loro comuncazione con le altre persone usando la loro prima o seconda lingua.

In realtà, i bilingui hanno bisogno di un meccanismo neurale specifico per selezionare e controllare le loro lingue in una comunicazione efficace.

Numerosi studi indicano che questo controllo sulla lingua o “la capacità di gestione del cambiamento” (switching capability) è associato ad una rete neurale complessa composta dalla corteccia prefrontale dorsolaterale (PFC), dalla corteccia cingolata anteriore (ACC) e dalla circonvoluzione sopramarginale (SMG). Queste strutture neurali sono anche associate al controllo cognitivo generale.

Le recenti prove sperimentali indicano che il nucleo caudato di sinistra (LCN) è una parte critica del meccanismo di controllo delle lingue nei soggetti bilingui.

Una seconda ricerca degli stessi ricercatori milanesi in collaborazione con le Università di Hong Kong, Londra e Barcellona pubblicata sull’ultimo numero della rivista Cerebral Cortex, ha dimostrato che i soggetti bilingui sono più veloci nel prendere decisioni in tempi brevi.

Spesso ci si trova a dover prendere delle decisioni in tempi rapidissimi, ad esempio se passare o no mentre il semaforo sta cambiando dal verde all'arancione.

 

In merito di due ricerche ho intervistato Jubin Abutalebi neurolinguista di origine iraniana e primo autore di questi studi.

 

Qual è l’obiettivo della vostra prima ricerca?

 

L'obiettivo della ricerca era dimostrare che il cervello dei bilingui bimodali è particolare. Avevamo come ipotesi che il cervello dei bilingui potesse sviluppare maggiore densità della materia grigia in alcune zone del cervello che sono importanti per controllare le lingue.

 

Qual’è la differenza tra i  bilingui bimodali e quelli unimodali?

 

La differenza tra bimodale ed unimodale è il numero delle modalità ovvero, nel primo caso il soggeto utilizza un linguaggio parlato e si esprime anche con il linguaggio dei segni. Nel secondo caso, il soggetto unimodale utilizza due lingue parlate (quindi non usa il linguaggio dei segni)

 

 Per favore puó spiegare  in breve  i metodi utilizzati nei vostri studi?

 

I metodi usati sono la fMRI (risonanza magnetica funzionale) e la VBM (voxel based morphometry). Quest'ultima ci permette di misurare la densità delle strutture cervicali come la materia grigia.

 

Quanti soggetti hanno partecipato aella ricerca ed in base a quali fattori?

 

27 persone di cui 14 erano bilingui bimodali (Cinese Inglese) e 13 erano il gruppo di controllo (parlanti solo Cinese). Il gruppo di studio doveva essere in grado di usare il linguaggio dei segni da almeno 20 anni, quindi essere ad alto grado di padronanza.

 

E il risultato della ricerca…?

 

Il risultato delle ricerca è che i bilingui bimodali, per prima cosa, usano strutture simili ai bilingui unimodali per poter fare lo switch da una lingua all'altra. Il che sottolinea che il linguaggio dei segni puo' essere veramente considerato a tutti i titoli come un linguaggio vero e proprio. Però, il risultato più importante è che i bilingui bimodali hanno maggior densità della materia grigia (quindi più neuroni e più sinapsi) nel nucleo caudato di sinistra. Il nucleo caudato di sinistra è una importante struttura per controllare le lingue, ovvero ci permette di cambiare da una lingua all'altra senza errori.

 

che cosa mostra il risultato della seconda ricerca?

 

Abbiamo dimostrato che i bilingui hanno più materia grigia nella corteccia cingolata anteriore (struttura più importante nel monitorare le nostre azioni e decisioni). Abbiamo inoltre evidenziato che vi è una correlazione positiva tra la loro performance nel risolvere conflitti cognitivi e lo spessore della materia grigia del cingolo anteriore. Questo dato è significativo e in più dimostra che il bilinguismo, presente dalla nascita, ha degli effetti diretti sullo sviluppo del cervello. Il cervello dei bilingui si «ottimizzerebbe» durante la crescita per svolgere compiti cognitivi che richiedono rapide ed efficienti decisioni. Infatti i bilingui che abbiamo studiato hanno meno bisogno dei monolingui di impegnare la corteccia del cingolo anteriore (come misurato con la risonanza funzionale)  per prendere decisioni.

il link origianle:

http://www.mehrnews.com/fa/newsdetail.aspx?NewsID=1456276

 
 
 

Non si può far camminare il robot con una fiamma in mano!/

Post n°8 pubblicato il 06 Novembre 2011 da hoda.arabshahi
 
Foto di hoda.arabshahi

La mia intervista a Giorgio Metta, scienziato dell’IIT

 

Contrariamente alla proposta dei ricercatori inglesi, secondo lo scienziato dell’IIT il robot bambino non potrà portare la fiamma delle Olimpiadi del 2012 a Londra. Se ne parlerà, forse, per quelle del 2016.

 

L'istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova è una Fondazione di diritto privato istituita congiuntamente dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca e dal Ministero dell'Economia e Finanze, con l'obiettivo di promuovere l'eccellenza nella ricerca di base e in quella applicata e di favorire lo sviluppo del sistema economico nazionale.

 

 

Nel 2004, la Commissione Europea ha approvato un progetto dello sviluppo di un robot, chiamato “iCub” per un periodo di cinque anni e con un finaziamento di 8.5 milioni di euro.

 

 

 Si tratta di un bambino-robot costriuto da un progetto open-source dell’IIT con lo scopo dello sviluppo della intelligenza artificiale.

 

 

iCub somiglia a un bambino di tre anni e mezzo, con un’altezza di 104 cm e un peso di  22 kg.

 

Il robot bambino è dotato dai sensori di basso livello per il controllo del movimento oculare e da una telecamera ad alta risoluzione che può ritrasmettere le immagini. Le dita dell’iCub hanno la capacità di comprendere la pressione con le buone abilità di manipolazione destrimana.

 

 

 Il progetto è open-source sia per il software disponibile gratis che per il hardware. Per questo, attualmente i ricercatori delle istituzioni universitarie in 15 città al mondo lavorano con il robot e finora sono riusciti a sviluppare i programmi per l'apprendimento progressivo della lingua da parte del robot, in modo casuale e oggetto e situazione-correlato. iCub anche può giocare a palla e Lego.

 

É stata completata la prima fase di questo progetto nel gennaio del 2010 e la seconda è stata iniziata nel maggio del 2010 in cui gli scienziati sono in tentativo per migliorare le capacità cognitive e per aumentare le interazioni tra uomo e robot.

 

Il mese scorso, Dott. James Low, ricercatore nella facoltà della scienza informatica alla Aberystwyth University, in Galles, ha suggerito di utilizzare il bambino-robot per portare la fiamma alle Olimpiadi del 2012 a Londra.

 

 

In merito all’iniziativa ho intervistato Giorgio Metta, uno dei principali scienzati che lavorano con iCub a Genova.

 

 

Giogio Metta ed iCub.

 

Nell’ultimo mese i ricercatori dell’Aberystwyth University hanno annunciato che iCub potrebbe portare la fiamma alle prossime Olimpiadi. Secondo Lei , il robot bambino riuscirà a farlo e come?

 

Non credo che si possa fare in maniera affidabile in questo momento e tutto dipende da cosa voglia dire “portare la fiamma”. Se il robot deve camminare, questo non credo che sia possibile. Si potrebbe forse mettere il robot su un veicolo su ruote. Se parlassimo del 2016 forse allora si potrebbe anche pensare che il robot cammini. La ricerca sulla camminata su iCub non è ancora abbastanza avanzata.

 

Che cosa è più importante messaggio dell’iniziativa che è stata pensata per onorare la figura di Alan Turing, fondatore della Scienza informatica?

 

Che l’intelligenza artificiale è ancora un problema molto difficile e non risolto in maniera generale. Più di 60 anni da quando si è iniziato a pensare alla possibilità di macchine intelligenti e tutto sommato abbiamo ancora tanta strada da fare.

 

Gli scienziati stanno studiando sulle diverse capacità di questo robot dal 2004, come è andata la sua evoluzione durante 7 anni? Secondo Lei, attualmente iCub è cresciuto abbastanza per portare la fiamma?!

 

Come dicevo, iCub è migliorato in molti aspetti come nell’afferrare e riconoscere oggetti semplici, ora ha una pelle sensorizzata, può capire delle semplici frasi. Credo quindi che ci sia stato un miglioramento notevole ma non ancora da far camminare il robot con la fiamma in mano. C’è del lavoro che è stato iniziato nel gruppo di ricercatori che lavorano con iCub ma non e’ ancora abbastanza maturo per una performance dal vivo.

 

I ricercatori del consiglio delle ricerche in GB ritengono che nel futuro i robot potranno essere gli amici dell’essere umano, sostituendo gli animali domestici. Secondo Lei, quest’idea si potrebbe realizzare?

 

Tecnicamente credo di si. Se invece possa essere un successo commerciale non saprei. Forse. Le persone in fondo tendono ad antropomorfizzare qualunque oggetto. Chissà, magari anche un robot a forma di animale domestico.

intervista e foto di HODA ARABSHAHI (l'agenzia di stampa iraniana Mehr)// modificata nel 25 novembre 2011//

il link originale: http://www.mehrnews.com/fa/newsdetail.aspx?NewsID=1446501

 

 
 
 

L'intervista a Guido Tonelli, Spokesperson dell'esperimento CMS dell'LHC

Post n°7 pubblicato il 08 Agosto 2011 da hoda.arabshahi
 
Foto di hoda.arabshahi

Recentemente, i fisici di due esperimenti Atlas e Cms dell’LHC al Cern di Ginevra hanno annunciato un risultato importante sul bosone di Higgs all'annuale Conferenza sulla Fisica delle Alte Energie della European Physical Society,a Grenoble in Francia.

A proposito, ho intervistato Guido Tonelli, Spokesperson dell’esperimento CMS dell’LHC.

L’intervista per l’email è stata pubblicata sul sito dell’agenzia di stampa iraniana Mehr in persiano e la sua versione italiana la metto qui:

 

1- Come prima domanda dica, che significa - bosone di Higgs in linguaggio semplice?

Il bosone di Higgs è una particella la cui esistenza è stata ipotizzata dal fisico scozzese Peter Higgs per spiegare come mai le particelle elementari hanno masse cosi' differenti fra loro. 

 

2- Perche la scoperta del bosone di Higgs è così importante nella fisica delle particelle?

Perchè risolve uno dei maggiori problemi della fisica moderna. La massa diventa una proprieta' dinamica della materia.

Tutte le particelle in linea di principio sono prive di massa ma diventano più o meno pesanti a seconda che interagiscano più o meno

fortemente con il campo scalare prodotto dal bosone di Higgs. La scoperta del bosone di Higgs cambierebbe radicalmente la nostra visione della materia e dell' Universo che ci circonda.

 

2- In quale fase si trovano due esperimenti CMS ed Atlas nelle ricerche su questa particella?

ATLAS e CMS stanno ancora muovendo i primi passi e tuttavia i risultati che sono stati mostrati alla Conferenza Internazionale ancora in corso  a Grenoble

hanno dimostrato che gli esperimenti di LHC hanno ormai una sensibilita' superiore agli esperimenti concorrenti in operazione al Tevatron Collider di Chicago (USA)

 

3- Gli esperimenti CMS e Atlas nelle nuove ricerche hanno ottenuto un livello di confidenza pari a 2.8 sigma, mentre questo risultato al Tevatron del Fermilab è pari a 1 sigma, questo vuol dire che il CERN è più vicino alla particella di Dio che il Fermilab?

Purtroppo non siamo assolutamente  sicuri che l'eccesso di eventi che vediamo all’LHC nella regione di bassa massa sia un segnale dell'esistenza del Bosone di Higgs. Potrebbero essere soltanto fluttuazioni statistiche del fondo sperimentale. Bisogna procedere con estrema cautela. Se quello che vediamo e' un primo indizio di segnale lo capiremo senza dubbio quando avremo raccolto ed analizzato un numero di collisioni 5 o 10 volte superiore a quello che abbiamo registrato fino ad oggi. Dobbiamo aspettare ancora un po' per avere dei risultati certi.

 

 

 

 

4- Secondo Lei, l’LHC riuscirà a trovare questa particella entro fine 2012 come ci si aspetta?

Se la natura ha previsto l'esistenza del bosone di Higgs con le caratteristiche ipotizzate dal Modello Standard, ben difficilmente riuscira' a sfuggire alle ricerche che condurremo da qui alla fine dell'anno prossimo. Ma potrebbe succedere quello che e' gia' accaduto altre volte in passato; che cercando il bosone di Higgs si finisca per trovare qualcosa d'altro o che semplicemente l'elegante  teoria proposta dal Prof. Higgs non trovi riscontro nei dati sperimentali.

 

5- qualche mese fa l’esperimento CDF del Tevatron ha annunciato un risultato sul bosone di W con il livello di certezza 5 ma poi l’esperimento Dzero non ha confermato questi risultati, perche?

Questo tipo di discrepanza fra esperimenti e' normale nel nostro campo. La fisica sperimentale è molto difficile. Si cercano fenomeni elusivi sepolti sotto miliardi di dati. Può succedere di sottovalutare degli effetti strumentali  o di fare errori nella stima degli errori sistematici associati ad una misura. È  per questo motivo che sia al Tevatron Collider che ad LHC sono in funzione due coppie di esperimenti in competizione fra loro. Con due apparati diversi che cercano lo stesso segnale e' possibile sottoporre a verifica i risultati e cercare conferme utilizzando tecniche completamente diverse.

 

6- CMS e Altas parteciperanno al Lepton- Photon 2011. I  risultati che saranno offerti nel convegno potranno indicare una nuova speranza nella ricerca di Boson?

Spero proprio di si. Stiamo già raccogliendo nuovi dati che speriamo di analizzare al piu' presto. Sia CMS che ATLAS presenteranno nuovi risultati e sarà anche presentata alla comunità scientifica la combinazione dei risultati dei due esperimenti dell’LHC.

 

 

7-  Si sa che anche gli scienziati iraniani collaborano con voi. Di quali unviersità iraniane sono?

 Gli scienziati iraniani che partecipano a CMS  sono molto stimati dai nostri collaboratori. Sto parlando sia dei fisici piu esperti come il Professor Hessamaddin Arfaei che dei giovani ricercatori, studenti e post-doc che lavorano con lui all' 'IPM di Tehran (Institute for Research and Fundamental Sciences). CMS e' una impresa scientifica mondiale, raccoglie i migliori scienziati del mondo provenienti da 40 paesi diversi di tutti i continenti e l' Iran è uno di questi. Dovete essere orgogliosi per il contributo che i vostri scienziati stanno dando ad una delle imprese scientifiche piu' importanti del mondo

 

Alcune parole finali su CMS?

CMS è un esperimento in funzione al Large Hadron Collider del CERN. Lo scopo principale dell'esperimento e' la scoperta del bosone di Higgs, la ricerca deglii eventuali segnali di Supersimmetria e la verifica dei modelli cosiddetti "extra-dimensionali". L'esperimento è stato costruito con uno sforzo  durato 16 anni, e prodotto da oltre 3000 fisici ed ingegneri provenienti da 160 Universita' ed Istituti di ricerca di tutto il mondo.

 

Il link originale:

http://www.mehrnews.com/fa/newsdetail.aspx?NewsID=1370212

 
 
 

Addio all’era Shuttle, Atlantis pronto per l'ultima missione

Post n°6 pubblicato il 05 Luglio 2011 da hoda.arabshahi
 
Foto di hoda.arabshahi

Mancano pochi giorni alla fine dell’era shuttle. Un’era importante che lascia non pochi dubbi sul ruolo che la NASA potrà continuare a svolgere in campo spaziale, venendo meno una delle carattestiche primrie del suo predominio.

 

Ed è forse per questo che la NASA ha ribadito la sua intenzione a tenere ben salda la leadership in campo spaziale e a mantenerla inalterata per i prossimi 50 anni. Ad affermarlo è  lo stesso amministratore dell’Agenzia spaziale americana, Charles Bolden, intervenendo sul sito della Nasa. ”Come ex astronauta e attuale amministratore della Nasa, sono qui a dire che la leadership americana nello spazio continuerà’ almeno per il prossimo mezzo secolo”, afferma Bolden.

 

Quello dell’8 luglio sarà un volo di addio allo shuttle, ma non all’impegno degli Stati Uniti nello spazio. ”La fine del programma dello Space Shuttle – si legge nel sito della NASA – non significa la fine della Nasa, o la fine delle spedizioni della Nasa con uomini a bordo. La Nasa ha un robusto programma di esplorazione, sviluppo tecnologico e ricerca scientifica che proseguirà nei prossimi anni”. Ad esempio, l’Agenzia spaziale americana sta progettando sistemi capaci di portare esseri umani ad esplorare il Sistema Solare con primo obiettivo la missione umana su Marte. La Nasa progetta inoltre di costruire un veicolo chiamato Multi-Purpose Crew Vehicle, basato sul progetto della capsula Orion e in grado di portare a bordo quattro astronauti per una missione di 21 giorni.

 

Nel frattempo l’ultimo degli shuttle, l’Atlantis, sta affrontando le fasi conclusive della preparazione nel Kennedy Space Center a Cape Canaveral, in vista del lancio previsto per le 11,26 ore locali (le 17,26 italiane) di venerdì 8 luglio

 

Atlantis trasporterà in orbita il Robotic Refuelling Mission, ideato per testare il rifornimento di carburante per i satelliti spaziali, e il modulo italiano multifunzione Raffaello, carico di almeno quattro tonnellate di rifornimenti per gli astronauti a bordo della Iss, oltre a un impressionante numero di macchinari e strumenti per le future missioni. Spetterà alla specialista di missione Sandra Magnus coordinare le procedure di scarico e carico del modulo. Infatti, successivamente, verranno caricati a bordo della navicella tutta una serie di strumenti progettati per lo shuttle, e lasciati di riserva sulla Iss, che ovviamente, dopo questa missione, non serviranno più.

Un lungo lavoro attende i quattro astronauti per una missione di 12 giorni, la STS-135, che non era nemmeno stata messa in programma. Solo in seguito si è resa necessaria per il trasporto del modulo Raffaello e per lo smantellamento di alcune parti della Iss non più utilizzabili dagli shuttle.

 

Particolarità di questo ultimo viaggio è il logo commemorativo dipinto sulla fiancata della navicella. Un disegno che riassume trent'anni di storia dello shuttle ideato da un ingegnere del Johnson Space Center, Blake Dumesnil. È la seconda volta che uno shuttle parte con un logo dipinto sulla sua struttura. La prima volta è stata con Endeavour, la precedente missione, il quale possedeva un logo dipinto su uno dei serbatoi danneggiati dall'uragano Katrina nel 2005.

 

Atlantis giungerà sulla stazione il 10 luglio e il giorno dopo Raffaello prenderà posto nel nodo Harmony della Iss. Il 12 luglio, invece, è in programma l'unica spacewalk della missione, resasi necessaria all'ultimo momento per riparare una pompa danneggiata per il rifornimento dello shuttle. Il distacco dalla stazione avverrà il 18 luglio per far rientro due giorni dopo, il 20 al KSC. E solo allora si decreterà la fine inderogabile dell'era shuttle.

 

L’equipaggio è giunto a Cape Canaveral ed è composto dal comandante Chris Ferguson, dal pilota Doug Hurley e dagli specialisti di missione Sandra Magus e Rex Walheim, tutti americani e tutti veterani: per la NASA sono già celebri come ”gli ultimi quattro”. Saranno infatti gli ultimi astronauti a volare sulla celebre navetta Usa, che si prepara a chiudere i suoi 30 anni di carriera.

 

"Si tratta di tirar nello spazio oltre 2 mila tonnellate. Ve lo facciamo sembrare semplice, ma non lo è affatto!" Scherza così Doug Hurley, il pilota che porterà lo shuttle a destinazione sulla Iss.

 

Le fonti: NextMe , Media Inaf , Nasa

 
 
 

L’intervista a Paolo Nespoli, l’astronauta italiano dell’ESA

Post n°5 pubblicato il 03 Luglio 2011 da hoda.arabshahi
 
Foto di hoda.arabshahi

Paolo Nespoli, l'astronauta italiano dell’ESA, dopo 157 giorni trascorsi a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, il 23 maggio 2011 è rientrato sulla Terra a bordo della Soyuz insieme al russo Dmitri Kondratyev e alla statunitense Catherine Coleman, atterrando nelle steppe del Kazakistan.

 

Ho intervistato Nespoli il lunedì 30 maggio 2011, una settimana dopo il suo rientro. Il testo completo dell’intervista al telefono è stato pubblicato in persiano sull’Agenzia di stampa iraniana Mehr e una sua parte la metto sul mio blog... .

 

Come va in questi giorni?

 

Va bene, il rientro sulla navicella spaziale Soyuz è piuttosto forte, la forza di gravità era anche molto forte. Stare sei mesi  in assenza di peso ti porta davvero una serie di problemi legati all’equilibrio, alla forza dei muscoli, al movimento dello scheletro. Ritornare sulla Terra è abbastanza pesante. I primi giorni ho avuto forti problemi con l’equilibrio, con i dolori muscolari, con il camminare e lo stare seduto.  Anche lo stare seduto è doloroso. Ma insomma, piano piano ormai è una settimana che sono ritornato e faccio fisioterapia e riabilitazione per 2- 3 ore al giorno. Quindi, adesso va bene e non ci sono quasi più problemi.

 

Poi, naturalmente con il ritornare a terra c’è anche l’aspetto psicologico. È bello rivedere la famiglia, rivedere mia moglie e mia figlia. È bello rivedere gli amici. É bello rivedere il sole e sentirlo sulla pelle. È bello fare una doccia, fare il bagno. Ci sono tante cose piacevoli. È bello mangiare cibi diversi. Insomma ci sono tanti tanti vantaggi ad essere sulla Terra.

 

Quindi, finalmente ha mangiato i cibi italiani dopo il rientro, è vero?

 

Noi siamo atterrati in Kazakistan, e da lì siamo venuti direttamente negli Stati Uniti, e adesso io sono ad Houston. Qui  il cibo è un po’ americano. Comunque è buono, ma non è sicuramente italiano. Devo dire che però, mia moglie è russa e  mi cucina delle cene russe buonissime con zuppe speciali che assolutamente sono deliziose e paragonabili a quelle italiane.

 

Quando Juri Gagarin ha fatto il primo viaggio umano nello spazio ha detto: la nostra Terra è blu. Lei cosa ha detto?

 

È difficile trovare cose diverse da dire sulla Terra. È vero che la Terra vista da lassù è blu.  Il cielo è tutto nero, ma la Terra veramente è blu e bellissima da vedere da lassù. Gagarin ha fatto sostanzialmente un’orbita e quindi ha visto la Terra solo nel suo insieme. Lo stare tanto tempo in orbita ti da la possibiltà di avere un po’ più di tempo per guardarla e per capirla. Perche ci vuole un po’ di tempo; all’inizio c’è un panorama bellissimo, ma è difficile vedere le cose, mentre in sei mesi sono riuscito a vedere prima la Terra nel suo insieme per poi andare a cercare i dettagli, a vedere i continenti , a vedere i deserti, a vedere le montagne, tra loro, le montagne dell’Iran sono bellissime. Ho fatto delle foto alle montagne dell’Iran che veramente sono stupende. E poi sono riuscito a vedere le piramidi, a vedere i vulcani. Sono riuscito a vedere le isole dei caraibi e le barriere coralline, a vedere anche la muraglia cinese che è difficilissima da scorgere. Insomma, questo panorama che cambia in continuazione è estremamente bello, forse una ragione per cui tutti dovrebbero volare nello spazio, per  guardare questo pianeta da lassù e vedere quanto è bello e capire quanto sia importante che lo manteniamo in ottima forma.

 

Lei ha fatto fantastiche  foto di città diverse al mondo, che cosa desiderava?

 

All’inizio della missione ho pensato di fare le foto di due o tre posti che mi piacevano e che avrei voluto visitare quando sarei ritornato sulla Terra. Poi ho cominciato a fare foto e alla fine questi due- tre posti sono diventati  duecento- trecento.

 

Lei in un’intervista al Corriere della sera ha detto che in orbita mancava il sapore dei cibi, perche? Era colpa della situazione a gravità zero o di altre ragioni?

 

Innanzitutto, la qualità e quantità di cibi sono abbastanza limitate. Per cui dopo un po’, i cibi hanno tutti lo stesso sapore. E poi, non abbiamo la possibilità di cucinare e non possiamo avere le fiamme in orbita. Non abbiamo un frigorifero e una cucina e quindi tutti i cibi sono preparati e già inscatolati. E poi, lo stare in un ambiente chiuso per tanto tempo fa perdere il gusto. Quindi aggiungono tanto sapore ai cibi, però secondo me ammazzano il sapore vero del cibo. Insomma, il sapore si perde per tutti questi motivi, un po’ per l’ambiente e un po’ per il modo di cucinare il cibo. A metà della missione, con una navicella sono arrivate le arance e le mele. Era strano come un’arancia e una mela avevano profumi così fortissimi e buonissimi. Molto bello.

Lei e la sua collega avete spacchettato il primo robot astronauta. Ha mai pensato che questo robot fosse un rivale?

 

No, no, sicuramente no! Ci vuole ancora tempo prima che i robot possano veramente lavorare come un essere umano. Ma nello spazio c’è così tanto lavoro, ci sono tante cose da fare che non sono interessanti per un essere umano e ci sono tante cose che una macchina come un robot potrebbe fare in un modo sicuramente migliore di quello che fa un essere umano e senza errore. Per cui, sono convinto che nello spazio abbiamo bisogno dei robot e di dividerci il lavoro che dovremo fare in futuro.

 

Secondo Lei, perche la maggior parte dei bambini hanno il sogno di diventare un astronauta?

 

Secondo me si ha l’idea un po’ generale che gli astronauti siano supereroi, superuomini e tutto super. In effetti, non è vero. Lo posso testimoniare io. Gli astronauti sono delle persone normali come tutti gli altri che però hanno studiato, hanno fatto tanti sacrifici e hanno avuto anche la fortuna di riuscire ad arrivare nello spazio. Tanti bambini pensano che gli astronauti siano famosi e ricchi ma non è vero. Gli astronauti non sono ne ricchi ne famosi e semplicemente sono persone normali che hanno realizzato i propri sogni. Perche la felicità nella vita non neccessariamente si raggiunge diventando ricco e diventando famoso, ma si raggiunge arrivando a realizzare tutti i sogni. Da questo punto di vista mi sento bene e sono molto contento.

 

Penso che Lei sia un tifoso dell'Inter, è vero?

 

Sì, sì, anche se... devo essere sincero... anche se non seguo molto il calcio, l’Inter è la mia squadra di quando ero bambino. Non sono molto tifoso, però insomma se qualcuno mi chiede della mia squadra del cuore, rispondo che la mia squadra è l’inter.

 

il link originale:

http://www.mehrnews.com/fa/NewsDetail.aspx?NewsID=1326080

 
 
 

I libri di Asterix e Obelix contengono 704 vittime di trauma cranico

Post n°4 pubblicato il 27 Giugno 2011 da hoda.arabshahi
 
Foto di hoda.arabshahi

Un team di ricercatori tedeschi è riuscito a individuare 704 vittime di trauma cranico in 34 libri di Asterix e Obelix.

 

Asterix il Gallico è una serie a fumetti francese creata da René Goscinny e Albert Uderzo.

 

Ambientata nell'antica Gallia al tempo di Giulio Cesare, attorno al 50 a.C ha per protagonisti il guerriero gallico Asterix, il suo miglior amico Obelix.

 

34 titoli delle avventure di Asterix e Obelix sono stati pubblicati e tradotti in 100 lingue tra 1959 e 2009.

 

Ora, un nuovo studio giudato da Marcel A Kamp dell’Università Heinrich-Heine di Düsseldorf, pubblicato sull’European Journal of Neurosurgery ha mostrato che in totale, questi titoli contengono 704 vittime di trauma cranico.

 

I ricercatori tedeschi hanno indentificato che di 704 vittime, 698 sono maschi e 63.9% sono romani. Gli altri feriti includono 120 galli , 20 normanni, 8 vichinghi, 59 pirati, 5 britanni e 4 extraterrestri.

 

87.1% dei traumi sono causati dai galli ed Asrerix e Obelix sono responsabili di 57.6% dei casi.

 

Soltanto 32 traumi cranici sono provocati dai romani e solo un caso causato da un pirato.

Nonostante che 70.5% delle vittime indossavano l’elmetto, ma quando Asterix e i suoi amici bevevano un agente dopante chiamato “Bevanda Magica”, gli elmetti non servivano troppo, così che 83% delle persone protette da un elmetto vengono colpiti da un trauma cranico.

 

Inoltre, ci sono 390 casi con “trauma severo”, 89 con “trauma cranico moderato” e 225 con “leggero trauma”.

 
 
 

Il sesto senso del pesce sega

Post n°2 pubblicato il 21 Giugno 2011 da hoda.arabshahi
 
Foto di hoda.arabshahi

Una nuova ricerca rivela che il rostro del pesce sega misterioso funziona come un'antenna per individuare le prede e affettarle in due.

I risultati preliminari della ricerca sono stati presentati a giugno a "Fresh Science”, un seminario di comunicazione per giovani ricercatori organizzato al Melbourne Museum, e pubblicati su National Geographic.

questa ricerca attualmente in corso indica che il rostro del pesce sega, un prolungamento cefalico costeggiato da entrambi i lati da scaglie placoidi simili a denti, e che può raggiungere oltre un quarto della lunghezza totale dell'esemplare, è dotato di un "sesto senso” in grado di rilevare i movimenti o i campi elettrici delle prede di passaggio: una sorta di "tatto a distanza”, dice Barbara Wueringer, neurobiologa della University of Queensland in Australia.

Un'abilità particolarmente utile per scovare cibo nelle acque torbide o scure, spiega la studiosa.

Inoltre, in laboratorio è stato osservato che questi rari pesci della famiglia Pristidae utilizzano il rostro per "affettare” in due, con dei rapidi movimenti laterali, le prede più piccole.

"Anche se si tratta di creature molto grandi, che possono raggiungere i 5 metri di lunghezza, sappiamo molto poco dei pesci sega”, dice Wueringer. "Scoprire che il rostro funziona come una sorta di antenna per individuare le prede è davvero sorprendente”.

Oltre a osservare in laboratorio il comportamento dell'animale, Wueringer ha dissezionato alcuni pesci sega catturati accidentalmente o morti per cause naturali.

Ha scoperto così che il rostro dei pesci sega è disseminato di piccoli pori che indicano l'abilità dell'animale di rilevare i campi elettrici presenti in ogni creatura vivente. Ne sono dotati gli squali e le razze (parenti dei pesci sega), nonché altri pesci come i dipnoi (o pesci polmonati) e persino alcuni mammiferi come l'echidna.

Osservando la distribuzione dei pori sul rostro di quattro specie di pesci sega, Wueringer ne ha "mappato" la superficie, confrontandola poi con la distribuzione dei pori su due specie di pesci chitarra.

Secondo la studiosa, capire dove sono maggiormente concentrati i pori offre delle indicazioni sul comportamento alimentare dei vari animali.

"Ad esempio, le razze hanno gli occhi sopra la loro testa, mentre la bocca è al di sotto. I pori distribuiti intorno ad essa consente al pesce di rilevare la presenza del pesce e di ingoiarlo anche se non possono vederlo”, spiega.

Nel pesci sega, i pori sono maggiormente concentrati sulla parte superiore del rostro, il che dovrebbe consentire a questi predatori di attaccare le prede nello spazio sovrastante.

 
 
 
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Un blog di: hoda.arabshahi
Data di creazione: 06/06/2011
 

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