Scollinando
Paesaggi emozioni ricordi e esperienze di gente delle Langhe.
Post n°10 pubblicato il 17 Ottobre 2008 da andry5221
Eccomi con una storia di molti anni fa (neanche tanti...) sull' amicizia fra uomo e animale, legata anche alla fatica di sopravvivere in un mondo dove la vita era durissima per tutti. Il periodo dell' anno e' quello di Dicembre in concomitanza della Fiera del Bue Grasso di Carru'. Per altre storie potete visitare www.viniromana.it Quel mattino Vigin si alzò alle tre del mattino,accese il lume,si vestì e andò in cucina. Mise un po’ d’acqua nel catino e si lavò la faccia. Quella notte non aveva chiuso occhio e neanche Jetina sua moglie. Era il giorno della fiera del “Bue Grasso” a Carrù e quell’ anno era giunta l’ ora di vendere il vecchio bue “Miclot”. Uscì,andò nella stalla,prese la coperta da bue,lo coprì,lo slegò dalla catena e insieme uscirono dalla stalla. La strada era lunga,il bue era lento nel camminare e avrebbero impiegato almeno tre ore per arrivare a Carrù. Il buio era fitto e lungo la strada si scorgevano ombre di altre persone che si recavano alla fiera con i loro animali. Vigin aveva comprato il bue dieci anni prima da Miclot e per questo gli aveva dato questo nome. Miclot gli aveva raccomandato di non avvicinarsi mai al bue con un bastone o un rametto,perché era spaventato a morte da queste cose,(forse era stato picchiato dai precedenti proprietari…..) ma che avrebbe ubbidito anche se non si aveva nulla in mano. Infatti,a differenza degli altri buoi che temevano solo il bastone, questo sembrava capire le parole. Vigin e Miclot ararono insieme campi e vigneti per intere stagioni e non ci fu mai bisogno di nessuno a guidare il bue. Vigin diceva: “Miclot.. sotto! E il bue scendeva nel solco. Miclot…sopra! E il bue saliva sopra. Quando Vigin si fermava un momento all’ ombra per una fumata di “trinciato”(tabacco preferito dagli uomini di Langa) il bue si riposava con lui e annusava anche lui il fumo del tabacco. L’ inverno in cui Vigin e suoi fratelli avevano fatto lo scasso per piantare il vigneto dell”Utin Grand” il bue Miclot era stato un grande aiuto. Con l’ aratro tracciavano un solco,poi un altro all’ interno di questo e poi con le pale svuotavano lo scavo e ancora così per altri due solchi. Impiegarono tutto l’ inverno,ma fecero un bel lavoro. Nelle giornate fredde il bue sudato non poteva stare fermo,si sarebbe ammalato. Allora nel tempo che si impiegava a svuotare lo scavo il bue doveva tornare alla stalla. Miclot non ebbe mai bisogno di farsi accompagnare. Vigin lo slegava dall’ aratro e gli diceva: “Miclot…a casa” e il bue tornava da solo.A casa la vecchia madre apriva la porta della stalla e lui entrava tranquillo. Quando il solco era pronto Vigin e i suoi fratelli facevano un fischio alla madre seduta vicino alla finestra a fare lo “scapin”(parte sottopiede delle calze che veniva sostituita sovente per il logorio dentro gli zoccoli di legno). Lei apriva la porta della stalla e Miclot partiva e si avviava verso l’ aratro senza mai dimenticare a che punto del campo l’ aveva lasciato. Dieci anni erano tanti e ora Miclot non ce la faceva proprio più. Era vecchio e stanco e tenerlo ancora non era più possibile. Per questo Vigin camminava sulla strada per Carrù con un bue al seguito. Arrivarono alla fiera verso le cinque del mattino e Vigin legò “Miclot” alle sbarre con gli altri buoi, gli battè una pacca sul collo e andò all’osteria a mangiare un piatto di bollito e bere un bicchiere di dolcetto. Lì incontrò molti amici che come lui erano venuti, chi a comprare e chi a vendere i buoi. Quando si aprirono le contrattazioni “Miclot” fu venduto fra i primi perché pur essendo vecchio era ben tenuto,con il pelo lucido e curato e si vedeva che non aveva fatto la fame,la sua carne avrebbe dato ancora del buon bollito. Più tardi,dopo le premiazioni,i buoi vennero condotti alla stazione per essere caricati sui carri bestiame. Vigin si avviò anche lui con il suo Miclot e quando arrivarono alla stazione e vide i “tucau”(conduttori di buoi) con dei grossi bastoni nodosi in mano si ricordò della paura del suo bue. Chiese allora di condurlo personalmente sul vagone. Salì per primo e Miclot salì la rampa dietro di lui fra lo stupore generale. Vigin legò la corda alla sbarra,gli battè una pacca sul collo e si allontanò col capo chino. Miclot si girò,emise un leggero muggito,forse un saluto e si rassegnò al suo destino. Vigin non si fermò a parlare con nessuno quel giorno e qualcuno disse di aver visto una lacrima sul suo viso segnato dalla fatica e bruciato dal sole delle Langhe . Vigin ebbe ancora molti buoi,ma nessuno come Miclot. |
Post n°9 pubblicato il 27 Giugno 2008 da andry5221
Storia di quando la plastica arrivo' nelle nostre case. Il temporale era cessato improvvisamente e Cichin e Pinota fecero capolino da sotto al carro di fieno dove si erano rifugiati per ripararsi. Avevano visto i nuvolosi avvicinarsi minacciosi e avevano ammucchiato velocemente il fieno ormai quasi secco. Se si fosse preso il temporale sarebbe stato tutto rovinato. Quando era quasi tutto caricato sul carro erano arrivate le prime gocce e le ultime inforcate le avevano raccolte di corsa e poi avevano aperto il telo per coprire il tutto. Quando finalmente il telo fu legato loro erano bagnati fradici ma il fieno era in salvo. Pinota era molto orgogliosa di quel telo fatto di un materiale nuovo, leggero e impermeabile chiamato plastica. L’ aveva cucito lei durante l’ inverno. Cichin aveva comprato del concime contenuto in sacchi di questo materiale e li aveva tagliati con cura per non rovinarli. Lei li aveva lavati nel ruscello e cuciti con la vecchia macchina da cucire a pedale. Aveva sistemato tutte le scritte rivolte dalla stessa parte e aveva fatto una doppia cucitura come per le camicie. In questo modo risultava un lavoro ordinato, robusto e impermeabile alla pioggia. Man mano che il telo aumentava di volume il lavoro diventava sempre piu’ difficoltoso ma Pinota non si scoraggiò e dopo alcuni giorni il telo era abbastanza grande da coprire un carro. Il bello di questo nuovo materiale era che, oltre ad essere impermeabile, era molto leggero e facile da trasportare. Loro avevano un telo di materiale incerato ma era pesantissimo e quando pioveva molto cominciava a trasudare acqua e alla fine si finiva di bagnare ugualmente le cose. Anche il bue non si era bagnato perche’ anche per lui Pinota aveva cucito una leggera coperta di plastica. Questo nuovo materiale era veramente una scoperta eccezionale. Pinota aveva gia’ comprato degli utensili di plastica: un secchio per l’ acqua del pozzo e un mastello per lavare i panni. Il secchio aveva un piccolo difetto, era difficile da riempire nel pozzo perche’ galleggiava sull’ acqua ma con un po’ di accorgimenti si riusciva a riempirlo. Bastava lasciarvi entrare un po’ di acqua per appesantirlo e poi sollevarlo e farlo scendere di colpo ed ecco che si riempiva completamente. A quel punto si aveva un secchio pieno di acqua molto piu’ leggero da trasportare dei secchi zincati o di legno. Questa plastica era veramente una innovazione strabiliante!!! Gia’ Pinota e Cichin pensavano all’ uso che avrebbero potuto farne… Avrebbero cercato di non sprecarne neanche un pezzetto….!!!
In quegli anni le scoperte si susseguivano ad una velocita’ incredibile. Prima l’ elettricita’ che permetteva di avere la luce di notte senza il pericolo delle candele e dei lumi, poi il “pipigas” che permetteva di cucinare le piccole cose senza accendere il fuoco, il concime chimico che aiutava nelle coltivazioni ed ora questa “plastica”… leggera, impermeabile e quasi indistruttibile!!!
50 anni dopo: stiamo affogando in un mare di plastica leggera impermeabile e indistruttibile ..!! |
Post n°7 pubblicato il 26 Febbraio 2008 da andry5221
Letto e riportato da www.pmnet.it Il sistema THOR compatta e sterilizza ed il rifiuto è ancora lì da smaltire anche se sotto forma di CDR (Combustibile Da Rifiuto). Il nostro sistema (PIROMEX) gassifica SENZA BRUCIARE quindi non abbiamo camini e non abbiamo emissioni e tutto il rifiuto viene convertito in gas pulito ed una percentuale intorno al 6-10% in residuo solido inerte, che ha un suo impiego nell'edilizia o fondo stradale. |
Letto e riferito. Nella gestione dei rifiuti arriva Thor, il sistema di riciclaggio indifferenziato Un passo oltre la raccolta differenziata e il semplice incenerimento, con cui la spazzatura diventa una risorsa e che comporta un costo decisamente inferiore a quello di un inceneritore Quanto sia oneroso e problematico il trattamento dei rifiuti, lo dimostra la tragedia della Campania alla quale media e istituzioni stanno prestando la loro allarmata attenzione in questi giorni. |
Inviato da: ndeiana
il 25/02/2009 alle 22:30
Inviato da: andry5221
il 24/02/2009 alle 14:38
Inviato da: fuochista3
il 19/02/2009 alle 20:18
Inviato da: perdiamocidiv
il 28/01/2009 alle 02:34
Inviato da: andry5221
il 18/10/2008 alle 08:57