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« Editoria a pagamento - c...All'amico "scrittore"... »

Editoria a pagamento o no? Un ultimo suggerimento...

Post n°7 pubblicato il 18 Novembre 2012 da scrittorifrontiere

 

         È molto importante sapere che sono necessarie parecchie operazioni, per rendere pubblicabile un libro, alcune delle quali possono essere svolte da un’agenzia letteraria (e molti editori lo preferiscono), ecco un elenco molto approssimativo, ma da considerare con attenzione:

1.       Valutazione del testo da parte di un consulente editoriale, che può essere sia un lettore professionista che un editor scout che un agente, e in caso di scheda di valutazione con esito positivo, seguiranno quindi:

2.     Editing (o chek-cross), molto spesso step by step, cioè invio del primo capitolo all’editor, che lo rispedisce all’autore con i suggerimenti del caso, l’autore corregge e rispedisce il primo e il secondo capitolo e alla via così;

3.     Proofreading (correzione delle bozze o giri di bozza); di solito sono tre. Ma gli editori più maniacali ne fanno un numero maggiore.

4.     Veste grafica, che deve essere tenuta in debita considerazione, con un’accurata impaginazione, scelta della carta, font, eccetera e ovviamente realizzazione di una bella copertina, così “l’Oggetto Libro” potrà avere il suo peso nelle vendite (quindi non un disegnino insulso o una foto più o meno sfocata);

5.     Un risvolto di copertina o un “pezzullo” ben curato;

6.     ISBN, che è un codice di identificazione internazionale;

7.     Bollino SIAE, facoltativo ma importante se volete sapere quanti dei vostri libri sono stati venduti; Il “visto si stampi” dovrebbe essere subordinato al CFQ (controllo finale di qualità);

8.     Realizzazione di una buona scheda editoriale; indispensabile sia alla distribuzione che alla promozione;

9.     Un ufficio Stampa qualificato per la promozione, che sia in grado di proporre il libro nelle librerie ancor prima che finisca di essere stampato; sia per favorire la distribuzione che per ottenere inviti per la presentazione del libro, magari con la gradita presenza dell’autore;

 

         Da tenere bene a mente: una vera promozione non significa presentare il libro in un paio di librerie, un’intervista sulla piccola emittente locale e qualche economica riga sul free press della città.  Si tratta di promuovere possibilmente a livello nazionale… capita l’antifona?

         Naturalmente ribadiamo che tutto questo deve avvenire previa proposta di pubblicazione da voi regolarmente approvata. Una cosa IMPORTANTISSIMA è firmare  il Contratto Editoriale PRIMA che il libro vada in stampa. Se volete che i vostri diritti siano garantiti e ricevere rendiconti puntuali e tutte le royalties che vi spettano, l’unica strada è farsi rappresentare da un’agenzia letteraria. Un agente pretenderà che sul vostro contratto siano specificate date, percentuali, penali (a vostro favore, in caso di ritardo nei pagamenti), verificherà che non ci siano clausole capestro (molto utilizzate con gli esordienti), controllerà i rendiconti, insomma farà in modo che siano garantiti i VOSTRI interessi, perché sono anche i suoi…

        

            Esistono diverse associazioni editoriali che offrono il servizio di prima lettura e scheda di valutazione, chiedendo solamente un piccolo rimborso spese.  Fate una ricerca sul web, troverete certamente ciò che fa al caso vostro. Anche per questa eventualità, sappiate valutare il rapporto qualità/prezzo.

         Alcune agenzie letterarie sono piuttosto famose, ed è comprensibile che le loro tariffe appaiano alte. Se si tratta di agenzie che hanno promosso parecchi libri celebri e rappresentano autori molto conosciuti, tali tariffe sono più che giustificate. Se siete esordienti, cercate agenzie specializzate in esordienti. Se siete anche furbi, cercate agenzie NO Vanity Press.


         Se il nostro testo ottiene una valutazione negativa è opportuno valutare i suggerimenti ricevuti. Un consulente che si rispetti non vi dirà semplicemente che il vostro lavoro è una schifezza, ma cercherà di essere chiaro su pregi e difetti e su tutto ciò che potreste fare per migliorare il manoscritto, compilando un’accurata scheda di valutazione del testo narrativo. Se non avete voglia di perdere tempo dietro quei suggerimenti vi trasformerete in potenziali vittime del peggior editore a pagamento, che troverà le giuste lusinghe per accedere al vostro portafoglio… cari pigri pseudo-scrittori.

 

         Se ricevete una proposta di pubblicazione da un editore, prestate la massima attenzione a parole come “contributo” e “collaborazione” e all’accattivante tono finto-accademico; le frasi più gettonate sono:  “scritto con piacevole scioltezza”; “superba padronanza nello stile del linguaggio”; “siamo davanti ad un talento emergente”; “la straordinaria impronta personale”; “originalità ed efficacia si fondono con la freschezza della narrazione”; “abbiamo incontrato pagine di rara bellezza che invitano a riflettere”; “ci sorprende la profondità di alcune affermazioni, capaci di stuzzicare la curiosità…”; “la sfera poetica”; ecc, ecc, ecc: vogliono solo i vostri soldi!  

         Concludendo, se vi chiedono quattrini per “pubblicare”, fate in modo di sentire nella vostra testa non un semplice campanellino d’allarme, ma tutte le campane della Cattedrale di San Pietro a Pasqua! Chiaro?

 

         Alcuni affermano che l’editoria a pagamento è l’unico modo per far sopravvivere i piccoli editori, che altrimenti soccomberebbero alla grande distribuzione, ma se questo fosse vero, sarebbe la stessa cosa per qualsiasi altro prodotto. C’è chi compra biscotti industriali e chi preferisce quelli dei laboratori artigianali. Avete mai sentito di una biscotteria artigianale che chieda ai suoi commessi o alle massaie di versare un “contributo” per zucchero, burro e farina ancor prima di avere i biscotti, con la scusa che nei supermercati c’è la grande distribuzione di Macine, Oro Saiwa e Osvego?

         Nessuno obbliga un imprenditore a fare l’editore, in Italia c'è la libera imprenditoria, ma se non se lo può permettere, si accontenti di fare il tipografo.

         Senza dubbio, un biglietto da visita dove c’è scritto “tipografo”, non è prestigioso come uno con su scritto “editore” ma provate a partecipare ad un Gran Premio di Formula 1 con la bicicletta, chiamandola Ferrari…

         Il titolo di professionista si conquista sul campo con sudore e fatica.  Per il titolo di “scrittore” vale lo stesso principio: non te lo puoi comprare.

         Siete scrittori se meritate di esserlo, se c’è qualcuno che vi legge, se avete  saputo “dare” qualcosa di vero. Se pagate per stampare il vostro “libro”, ma è una schifezza e nessuno lo vuole, siete solo un bluff. Non è affatto obbligatorio pubblicare… e nemmeno stampare.

         Se vi dicono che siete scrittori fantastici ma poi vi chiedono dei soldi per quello che avete scritto, un pochino di puzza la dovreste sentire, no?

 

         Non pubblicate a pagamento! Se amate scrivere e sentite che quella della scrittura è la vostra strada, preoccupatevi di migliorare. Seguite corsi di scrittura, partecipate a forum e community, consultate professionisti veri. Seguite i blog e i siti di scrittori famosi. Indagate. Fate ricerche. Informatevi. Informate.

 

         L’editoria a pagamento, paradossalmente, distrugge la piccola editoria di qualità e favorisce proprio la grande distribuzione: il lettore occasionale, in genere, acquista il prodotto libro molto pubblicizzato, ma il Lettore di Libri, cerca sempre nuove proposte; se queste sono pessime, è forzato a ripiegare sulle edizioni  conosciute, che gli garantiscono un minimo di sicurezza. Più si pubblica a pagamento più gli scrittori esordienti faticano ad emergere, perché il sospetto della qualità scadente è comprensibilmente all’orizzonte.

 

         Informatevi digitando su Google “contro editoria  a pagamento”. Vi suggeriamo inoltre di consultate il sito dei Writer’s Dream: www.writersdream.org. Sono ragazzi molto determinati, che mettono a disposizione degli aspiranti autori diversi servizi e un’accurata lista di editori, che viene costantemente aggiornata, ed è assolutamente affidabile. Il movimento dei WD è da anni in prima linea nella lotta contro l'editoria a pagamento, comprovata dai numerosi e discutibili tentativi di delegittimazione portati avanti dagli editori a pagamento che il WD ha collocato nella Black List.

         Se siete fortunati e avete un libraio di fiducia, magari una di quelle librerie a conduzione familiare dove andava anche vostro nonno (in questo caso avete anche la nostra invidia), molto probabilmente sarà il primo a sconsigliarvi certi libri. Dategli retta.

         

 

 
 
 
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