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ER PIANTO GRECO
Post n°570 pubblicato il 06 Ottobre 2012 da das.silvia
‘A sora Laura ‘na sera s’era ‘m’briacata pe’ mette da parte ‘o scompenzo d’amore che je bolliva drento pe’ esse stata abbandonata E mentre piagneva e se disperava a più nun posso er pappagallo che teneva a casa je rifaceva er verzo. Istizzita da quer vocìo stridulo decide de lamentasse a voce bassa pe’ evità l’immitazzione che je faveca proprio girà li cojoni Così quell’annimale dopo essese azzittito pe’ ‘n’po’ ripja fitto fitto er cicaleccio e je dice: ah bella è inudile che raji a bassa voce tanto er zomaro da qua recchia nun ce vo’ sentì!
TRADUZIONE La signora Laura una sera si era ubriacata per mettere da parte il dolore d’amore che la faceva star male, dopo l’abbandono E mentre piangeva e si disperava a più non posso il pappagallo che aveva in casa le rifaceva il verso. Innervosita da quel vocìo stridulo decide di lamentarsi a voce bassa per evitare l’imitazione che la innervosiva Così la bestiola dopo essersi ammutolito per un po’ riprende fitto fitto il cicaleccio e le dice cara è inutile che ragli a bassa voce tanto il somaro da quell’orecchia non vuole sentire!
Silvia De Angelis tutti i diritti riservati settembre 2012
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