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PIERPAOLO PASOLINI
Post n°610 pubblicato il 28 Ottobre 2012 da das.silvia
Eminente figura della letteratura italiana del 900 questo eclettico autore si è distinto nello scrivere , nel poetare ed in altre innumerevoli attività artistiche. Grande artista e intellettuale, dotato di peculiare versatilità, ha lasciato inverosimili, validi contributi nelle sue variegate opere. Si è soffermato profondamente sulla trasformazione della società italiana, dal dopoguerra sino alla metà degli anno ’70, suscitando diatribe per l’estremismo delle sue osservazioni fortemente critiche verso la borghesia e il consumismo, ma anche nei confronti del Sessantotto e dei suoi protagonisti. Per Pasolini il friulano rappresenta la lingua essenziale, più intensamente lingua della madre. Troviamo in lui un duplice aspetto comportamentale, in parte molto coinvolto, dall’altra di distacco sperimentale di fronte all’argomento linguistico, definito da lui stesso come coesistenza di “un eccesso di ingenuita” con “un eccesso di squisitezza”. Nei suoi componimenti si riflette una tematica composta dal triangolo madre – giovinezza – morte. La presenza dell’essenza friulana si pregna di un mondo leggendario, quasi onirico, vissuto, in parte, come un senso di colpa, da chi non ne è partecipe fino in fondo. Tantissime le sue opere in friulano fra cui : Poesie a Casarsa, Suite Furlana, Tetro entusiasmo, Tal cour di un fruit e Poesie Dimenticate O me donzel di Pierpaolo Pasolini (dialetto friulano) O me donzel ! Jo i nas ta l’odòur che la ploja a suspira tai pras di erba viva… I nas tal spieli da la roja. In chel spieli Ciasarsa -coma pras di rosada – di timp antic a trima. Là sot, jo i vif di dòul, lontan frut peciadòur, ta un ridi scunfuartàt. O me donze, serena la sera a tens la ombrena tai vecius murs : tal sèil la lus a imbarlumìs. T R A D U Z I O N E O me giovinetto nasco nell’odore che la pioggia sospira dai prati di erba viva nasco nello specchio della roggia In quello specchio Casarsa come i prati di rugiada trema di tempo antico Là sotto io vivo di pietà lontano fanciullo peccatore in un riso sconsolato O me giovinetto, serena la sera tinge l’ombra sui vecchi muri : in cielo la luce accesa
Silvia De Angelis
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