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GLI ESCHIMESI

Post n°868 pubblicato il 11 Settembre 2013 da das.silvia

Il nome „eschimese“ deriva dall‘algoncino, una lingua indiana, che in modo dispregiativo chiama questo popolo „mangiatori di carne cruda“ (letteralmente si traduce „mangia crudo“).
Gli eschimesi chiamano invece loro stessi Inuit, che significa „veri uomini“.
La storia
Le prime documentazioni relative a insediamenti umani nel continente americano risalgono a circa 28.000 anni fa.
Questi popoli, definiti „protoindiani“, non abitavano ancora l’Artide, che ai tempi era ricoperta quasi completamente da un immenso ghiacciaio.
Circa 6.000 anni fa alcune di queste popolazioni iniziarono un movimento migratorio verso l‘odierna Alaska, cosicché dal 500 d.C. cominciano ad essere documentate le prime civiltà specializzate nella caccia in mare aperto.
Quando nel XVI secolo i grossi cetacei cominciano ad evitare l’Artide a causa dell‘irrigidirsi del clima, gli eschimesi si trovano costretti a cibarsi unicamente di foche; questo dà la spinta necessaria allo sviluppo di una nuova tecnologia che permetterà di pescare anche in pieno inverno: la pesca attraverso un foro nel ghiaccio.
Sempre in questo periodo avvengono i primi contatti con gli europei, che nel 1742 scoprono quello che in seguito verrà chiamato stretto di Bering.
L‘ecosistema
Gli eschimesi vivono in uno dei luoghi più inospitali del mondo, l’Artide, che può essere definita l'insieme dei mari e delle terre situati attorno al Polo Nord e compresi entro l'isoterma di 10 °C del mese meno freddo, all'interno del 70° parallelo nord. I territori che fanno parte di questa zona sono quelli del Canada, della Russia, della Groenlandia, della Scandinavia, dell’Islanda e dell’Alaska.
Il clima è caratterizzato da temperature rigide durante tutto l'anno, con punte minime che giungono fino a -70 °C nel periodo invernale. Questo clima eccezionalmente freddo causa la solidificazione dei mari che formano così la banchisa, cioè uno strato permanente di ghiaccio dello spessore variabile tra i due ed i quattro metri; questo ghiaccio può spaccarsi, ed i lastroni di ghiaccio possono accavallarsi fino a raggiungere altezze di 200 metri.(WEB)

                     

 
 
 
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