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Post n°1611 pubblicato il 01 Aprile 2018 da das.silvia
Un fazzoletto di terra a ridosso del Tevere dentro cui è racchiuso un concentrato di storia, religione, arte e politica difficilmente misurabile: questo è la Città del Vaticano ancora oggi, nonostante ormai, da quasi 150 anni, sia terminato il potere temporale della chiesa. Con l’arrivo di Jorge Mario Bergoglio il 13 marzo 2013, tuttavia, molte certezze sono andate in frantumi e nei fatti, tra i viali ordinati, le collinette con i prati sempre perfetti e verdissimi, i rari gendarmi e gli uffici che pullulano di funzionari laici e religiosi, di uscieri con la divisa un po’ logora, di segretarie e guardie svizzere, la stessa idea di stato vaticano ha cominciato a scricchiolare, quanto meno nella sua versione tradizionale. Le burocrazie interne – per lunga abitudine prudentissime, abituate a scorgere un pericolo in ogni sommovimento – non sono troppo contente, ma d’altro canto tra prelati e laici al servizio del papa nessuno pensa veramente che si possa fare a meno del Vaticano, anche se la corte pontificia non conta più niente e i gentiluomini di sua santità sono precipitati da qualche tempo in un meritato oblio. Prospettiva cupa Le cause di lavoro, inoltre, affollano il tribunale vaticano e il problema non dev’essere tanto secondario se Francesco, incontrando i dipendenti e le loro famiglie lo scorso 21 dicembre, ha detto: “L’altro giorno ho avuto una riunione con il cardinale Marx, che è il presidente del consiglio dell’economia, e con monsignor Ferme, il segretario, e ho detto: ‘Non voglio lavoro in nero in Vaticano’. Vi chiedo scusa se questo ancora c’è. Dobbiamo lavorare qui dentro perché non ci siano lavori e lavoratori precari”. Nel frattempo – almeno per ora – la vita di ogni giorno continua, con la consueta fila di gente che entra da porta Sant’Anna, in via del Mascherino, vicino a piazza Risorgimento, per accedere alla mitica farmacia vaticana dove ci si mette in fila per medicinali rari pagati magari a minor prezzo o per quei prodotti cosmetici extralusso “che dai preti costano la metà”, come recita una vulgata capitolina.(WEB) |
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Buona Pasquetta, silvia!
Abbracci cari.
virgola
così come su tutto il mondo.
La voglia di sgomitare, di primeggiare dell'essere umano
degli ultimi tempi più che mai,
unito ai problemi legati a sovra popolazione,
alla risorsa lavoro
che è diventato una risorsa sempre piùcarente come l'acqua
e lo sarà sempre di più con la diffusione dell'automazione,
tutta la società è in crisi esistenziale.
...per ora, con un bel soleggiato lunedì di pasquetta ,
autenticamente primaverile,
Cari Abbracci, Silvia.
Un sorriso ed un abbraccio.
Un caro saluto.
e che sia assai coccoloso!