Messaggi di Maggio 2018
Post n°1634 pubblicato il 30 Maggio 2018 da das.silvia
COS’È un proverbio? Un dizionario lo definisce “breve detto, di origine popolare, che esprime una norma, un pensiero, una ammonizione desunta dall’esperienza”. (De Mauro) Gli yoruba della Nigeria ne danno una definizione più pittoresca: “Un cavallo che può portare rapidamente a scoprire delle idee”.
L’importanza dei proverbi, o espressioni proverbiali, è racchiusa in questo proverbio, ben noto agli akan del Ghana: “A un saggio non si parla in prosa, ma con proverbi”. Il punto è che il saggio non ha sempre bisogno di un discorso per convincersi della cosa giusta da fare. Un proverbio appropriato induce a pensare, aiuta a capire e può spingere a fare ciò che è giusto.
Nel Ghana si fa largo uso di proverbi durante le cerimonie nuziali e i funerali, e sono il tema di canti folcloristici. Sono indispensabili anche negli incontri diplomatici. Un rappresentante o un inviato fa spesso abile uso dei proverbi.
Fra gli akan essere abili nell’uso di proverbi è segno di saggezza. A proposito, nella Bibbia si legge che il re Salomone, famoso per la sua saggezza, il suo sapere e la sua diplomazia, conosceva 3.000 proverbi. Naturalmente i proverbi biblici erano divinamente ispirati e sono sempre veritieri, a differenza dei proverbi basati sull’esperienza e la perspicacia umana. I proverbi degli uomini, per quanto saggi, non sono mai all’altezza di quelli contenuti nella Bibbia. Ma esaminiamo alcuni proverbi akan. (WEB)
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Post n°1633 pubblicato il 27 Maggio 2018 da das.silvia
Si irrorano
di tenui filari d'amore
i miei silenzi irrisolti
Si insinuano dentro
bigie sagome d'ombra
che di dolci traiettorie
trafugano il labile nesso
E’ complice d'un imprendibile
soffocato mormorìo
che di risacca
frange
l'effervescente brusìo @Silvia De Angelis |
Post n°1632 pubblicato il 25 Maggio 2018 da das.silvia
Le strade sono sempre più deserte….. Quando si esce, nel pomeriggio assale un forte senso di desolazione, in quanto, a meno che, non si transiti per vie costellate di svariati negozi, negli altri percorsi della città, vige un quasi deserto.
Ciò accade anche nel sabato pomeriggio, quando la maggior parte delle persone non è impegnata lavorativamente.
Possibile che siano tutti solo su internet e il desiderio di una sana passeggiata in una bella giornata d’autunno, non assalga più nessuno?
Mi chiedo spesso dove siano tutti….e quei pochi che circolano sono tutti in compagnia del loro “quattrozampe”, malvestiti e distratti, in attesa che il loro amico strattoni fortemente il guinzaglio , verso la direzione di casa.
In compenso i centri commerciali sono diventati il ritrovo di famiglie, single e tutto il resto della popolazione, che si rifugia in quei mega mercati, cercando di dimenticare, per qualche ora, tutti i disagi della vita…
@Silvia De Angelis 2016
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Post n°1631 pubblicato il 23 Maggio 2018 da das.silvia
Importanti il Museo di Gauguin, a Papeari, e le Grotte di Maraa: grazie ad un’illusione ottica generata dal bacino d’acqua, la grotta sembra molto più piccola di quanto in realtà non sia. Il visitatore ne resterà stupefatto. Tra le spiagge più belle spicca quella di Papara: la presenza costante del vento, la rende il paradiso per i surfisti di tutto il mondo. L’arcipelago delle Taumotu è il più tranquillo, quello più riservato e sfuggente dal turismo di massa, l’ideale per chi voglia immergersi nella natura e sentirsi parte integrante di essa. Le occupazioni principali degli abitanti consistono nella coltivazione della rara perla nera e nel condurre i turisti ad esplorare l’isola. Appartiene alle Taumotu Rangiroa, l’atollo più grande della Polinesia, con i suoi 240 “motu”(isolotti). Rangiroa, dall’alto, sembra un grande anello di terra emersa che, al centro, racchiude una meravigliosa laguna. Coralli, delfini, mante, barracuda, pesci napoleone e squali grigi costituiscono solo pochi esempi dell’immensa varietà di specie osservabili durante le immersioni. (web)
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Post n°1630 pubblicato il 21 Maggio 2018 da das.silvia
Nella dimensione
d’una realtà rarefatta
si muove agile
sulle esili zampe
minuscolo imenottero
Ispirato d’ abili antenne
nei motivi sintomatici
d’un agire programmato
movimenta con passi decisi
un notevole ciclo vitale
agevolato dalla salda mandibola
efferata nei soffi di difesa
Inquadrato in severe caste
s’addentra in ombrosi cunicoli
impegnando riti atavici
tramandati dalla specie
Imbattibile laboriosità
nei cromosomi ereditati
dona all’insetto irripetibile forza
nell’espansione d’un dominio
che lo fa prevalere
nel mantenimento
di rigenerazione della natura
@Silvia De Angelis
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Post n°1629 pubblicato il 18 Maggio 2018 da das.silvia
Incredibile quanto sia legato il rapporto mente/corpo….
Appena si instaura un disagio notevole, nel nostro pensiero quasi immediatamente percepiamo un malessere ben definito nel nostro organismo.
Probabilmente, quella parte del fisico è estremamente fragile, in quel momento, e rispecchia, con precisione, gli impulsi negativi, propagati dal cervello.
Il corpo ci dà dei messaggi ben precisi, che nel corso del tempo impariamo a distinguere nettamente, dandogli un motivo abbastanza preciso.
Non bisognerebbe rafforzare l’entità d’una preoccupazione, né renderla continua, perché in questo caso abbasseremmo le nostre difese immunitarie, a discapito dello stato generale di salute.
Affermare questi concetti, non è cosa difficile….forse metterli in pratica richiede bu volontà e costanza, attributi non sempre disponibili nella nostra persona, spesso stressata dal ritmo quotidiano di vita, non sempre accettabile.
Cerchiamo di ragionare, senza farci prendere da stati d’ansia….anche perché talvolta, il bello della vita è anche saper superare, con energia le varie difficoltà
@Silvia De Angelis
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Post n°1628 pubblicato il 15 Maggio 2018 da das.silvia
Densi d’immagini luttuose
sono incursioni di pensieri ombrosi
nei respiri concitati
di fotogrammi senza tempo
Martellano a piombo
la soglia d’attenzione
nella tregua ormai sfuggente
a proiezioni rubiconde
forse perse nella cecità remota
Ed è un oscuro sentore astratto
presente nella conca della vita
a non dare assoluzione a chi
indossi pregiudizi
articolando a dismisura
la linea dello zigomo
@Silvia De Angelis 2015
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Post n°1627 pubblicato il 12 Maggio 2018 da das.silvia
Secondo un certo cliché, ormai viviamo nell’era della “comunicazione istantanea”. Ma non è proprio così. Viviamo in un’epoca in cui la comunicazione istantanea è possibile – cioè possiamo ricevere immediatamente la risposta a un’email, a un sms o a un messaggio in chat – ma in realtà questo spesso non succede. A volte passano giorni, o perfino settimane, prima che qualcuno risponda a un’email o a un messaggio. “Il risultato”, ha scritto di recente Julie Beck sulla rivista The Atlantic, “è la sensazione che, se volessero, tutti potrebbero risponderci immediatamente – e l’ansia che ne consegue quando non lo fanno”. In passato, le risposte immediate erano dovute (come in una conversazione faccia a faccia) oppure impossibili (come con la posta ordinaria). Oggi, invece, tendiamo a confondere le due cose. Perciò quando la risposta non arriva, non sappiamo che cosa pensare. Questo spiega la sensazione tipicamente moderna di trovarci di continuo in situazioni emotivamente imbarazzanti che, in realtà, forse esistono solo nella nostra mente. Convinzioni senza prove Naturalmente non ho la minima prova di nessuna di queste due convinzioni: può anche darsi che il mio amico non abbia dato nessun peso alla cosa, e che il mio contatto al momento sia impegnatissimo ma che prima o poi mi risponderà. C’è una speciale, solitaria follia nello sperimentare una situazione di tensione con persone che quasi sicuramente non la stanno condividendo con noi.(WEB) |
Post n°1626 pubblicato il 10 Maggio 2018 da das.silvia
Volo all’indietro
d’un agile colibrì
preda raggiunta @Silvia De Angelis
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Post n°1625 pubblicato il 08 Maggio 2018 da das.silvia
La mutazione nell’immobilità. Mutazioni che spesso hanno a che vedere con la rivelazione, con la meraviglia per essa. Questo è Jirō Taniguchi, maestro del manga contemplativo, scomparso nel febbraio del 2017. Ora arriva nelle librerie La foresta millenaria (edizioni Oblomov) il suo libro postumo, tutto a colori – luminosi, vibranti – in un magnifico formato orizzontale. Purtroppo non potremo leggerne la seconda parte, ma le quasi quaranta pagine in appendice, composte da un lungo testo, disegni, bozzetti, ci forniscono la chiave di volta del progetto. “Riconosco nei disegni di Taniguchi qualcosa che vedo ogni giorno, come il balenare improvviso nel verde cupo della foresta di un ammasso di rocce chiare”, scrive Vittorio Giardino, maestro anche lui, che ha rivisitato la cosiddetta linea chiara belga (quella del padre di Tintin, Hergé, e del creatore della serie Blake & Mortimer, Edgar P. Jacobs) per un rilettura della storia moderna in chiave adulta e profonda. Posseduto da una visione panteistica del mondo, Taniguchi sfrutta al massimo l’immobilità insita in una narrazione per immagini fisse come quella del fumetto, e rivisita la pulizia, la linearità grafica e narrativa del manga, radicalizzandoli con il fine di rileggere, se non rovesciare, il consueto dinamismo frenetico tipico del manga nella concezione orientale della stasi, della contemplazione. Quasi la riappropriazione di un’identità culturale e filosofica. Nelle tre splendide illustrazioni a colori di Vittorio Giardino – un inno alla natura – che corredano la prefazione, i due approcci sembrano coincidere, confondersi. A proposito di Wataru, il bambino protagonista, Giardino scrive: “Attraverso il suo sguardo scopriamo il fascino misterioso della foresta, fascino avvolgente ma non rassicurante, perché c’è pure un aspetto inquietante nella natura”. Giardino parla di sguardo, ed è ovvio che qui lo sguardo puro del bambino e dell’artista si confondono, coincidono, si uniscono. Al lettore non resta quindi che inoltrarsi nella quietudine che cela la bellezza dell’inquietudine, la tempesta nell’alito di vento appena percettibile, dietro all’apparente splendore, magnificente, di una foresta millenaria. Apparentemente immobile, immutabile, ma densa di mutazioni, quindi di rivelazioni. Francesco Boille |
Post n°1624 pubblicato il 06 Maggio 2018 da das.silvia
Hai scandito
la migliore sinergia
per sedimentare
in me
dolci bocche d’amore
Ora che sei in sordina
rincorro
strategie
per far mulinare l’aorta
d’un tocco di te
aldila’ del sole
@Silvia De Angelis 2018
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Post n°1623 pubblicato il 04 Maggio 2018 da das.silvia
Una sensazione improvvisa e fastidiosa, difficile da spiegare per il suo ambiguo e labile porsi, sui margini della coscienza, di tanto in tanto sembra prendere piede nei meandri del nostro segreto, trasmettendoci un inspiegabile senso di irrequietezza. Improvvisamente ci sentiamo pervasi da un malessere indescrivibile, subdolo e insinuante che sembra volerci, in qualche modo mettere in guardia, da un evento quanto meno spiacevole che dovrebbe accadere di lì a poco tempo. Le difese dell’organismo passano immediatamente al contrattacco, trasmettendo ai ricettori della sensisitivà immagini sfavillanti e positive, ma lei, l’istintiva inaccettabile compagna, sembra superarle tutte e instaurarsi in modo deciso nei nostri pensieri. Perché accade questo evento? Probabilmente perché ci troviamo in un momento delicato della nostra esistenza, in cui dobbiamo prendere delle decisioni importanti e la complessità della vita incide fortemente sull’andamento del nostro quotidiano. La stanchezza mentale non andrebbe mai sottovalutata, perché anch’essa grava sul nostro sistema immunitario, rendendolo fragile e attaccabile da parte di agenti capaci di danneggiare l’organismo. L’istinto della sopravvivenza è una grandissima risorsa, alla quale dobbiamo sempre far capo, ricordandoci che una sana dose di egoismo ci preserva da danni maggiori e volersi tanto bene e piacersi aiuta a raggiungere un benessere personale notevole, che ci difende accuratamente anche dagli attacchi, inevitabili, di persone che non vorrebbero la nostra serenità e il nostro buon profitto. @Silvia De Angelis |
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