Creato da Clark_Kent80 il 19/09/2007
...ovvero, l'uomo che non può sposarsi

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Tutti "In Treatment"

Post n°6 pubblicato il 12 Aprile 2008 da Clark_Kent80
 
Foto di Clark_Kent80

La serie (43 episodi mandati in onda cinque giorni a settimana) è incentrata su sedute psicanalitiche di 5 personaggi diversi: il terapista Paul Weston (Gabriel Byrne) analizza infatti Laura (Melissa George), una donna con problemi affettivi che si è innamorata di lui, Alex (Blair Underwood), pilota della Marina che ha ucciso 16 bambini sganciando una bomba su una scuola irachena (unico storyline “variato” rispetto alla versione originale, che parlava invece del conflitto israeliano-palestinese), Sophie (Mia Wasikowska), una teenager ginnasta olimpionica che idolatra il suo allenatore e che è sospettata di aver cercato di togliersi la vita, e una coppia sposata (Jake e Amy, Josh Charles e Embeth Davidtz) che deve decidere se abortire o meno; la quinta puntata è invece dedicata a Paul, che viene a sua volta psicanalizzato da una sua collega, Gina (Dianne Wiest).
Come abbiamo già accennato, “In Treatment” (sceneggiata e diretta da Rodrigo Garcia, che ne è anche produttore esecutivo assieme a Mark Wahlberg) è il remake della serie israeliana “BeTipul”, paese dove il programma è diventato un fenomeno sociale e televisivo, vincendo premi a destra e a manca come miglior serie drammatica, miglior regista, miglior sceneggiatura, miglior attore e attrice e ottenendo ascolti record. Osannata dai giornali locali come uno show “superlativo” (Haaretz: “la più importante serie drammatica mai fatta da Israele, prova che il minimalismo in televisione può generare la massima qualità”; Maariv: “la cosa più simile alla letteratura che si può trovare in tv”; Yedioth Ahronoth: “i più sublimi e fini dialoghi mai visti sugli schermi israeliani”), la serie ha convinto in pieno la HBO, che dopo 5 episodi “sperimentali” ha dato il via libera ad altri 40. “Sentiamo, ha spiegato la presidente di HBO, Carolyn Strauss, che ‘In Treatment’ è una serie unica su vari livelli, format, contenuto ed esecuzione. Per questo abbiamo pensato che un programma così eccellente meritasse una programmazione altrettanto originale”. Unicità confermata dal creatore della serie originale, Hagai Levi, che spiega come “non esista un’altra serie incentrata interamente sui dialoghi, in cui ci siano solo due attori, praticamente fermi dall’inizio alla fine, con poca azione. Gli attori possono usare solo il potere della parola e loro stessi, e quando giriamo facciamo spesso una unica ripresa da venti minuti, una cosa molto vicino al teatro”. Il “minimalismo” è esteso anche ai costi di produzione, che Levi stima “un quarto di quelli generalmente spesi per ogni puntata di una serie drammatica ‘regolare’. Ogni episodio è girato in un singolo giorno, il che contribuisce alla tensione. E’ come simulare una vera seduta, ogni attore ha il suo giorno e filmiamo cronologicamente, come i personaggi della serie”. In America la serie ha ottenuto critiche ed elogi in quantità: su Metacritic è valutata con 70 punti su cento, e se secondo l’Huffington Post “Byrne è eccellente e l’esperimento è interessante, lo show è nessuna delle due cose. Le puntate della serie sono praticamente tutte uguali, statiche, la sceneggiatura è amatoriale. Il concetto di fondo è molto teatrale ma poco adatto alla tv, nonostante il successo riscosso in Israele da cui abbiamo già importato il flop ‘Phenomenon’ della NBC”, il Wall Street Journal sottolinea come “dopo I Soprano e le sedute psicanalitiche di Tony, HBO ha trovato questa serie che potrebbe annoiare, ma non lo fa, mantenendo alta la vostra attenzione”. La rete, comunque, è convinta dell’investimento fatto, tanto da mettere gratuitamente online i primi 15 episodi dei 43, disponibili disponibili in streming su HBO.com, HBO On Demand, e, dopo la messa in onda, anche downloadabili da iTunes.

 
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Fine dei nostri incubi? ^_^

Post n°5 pubblicato il 01 Aprile 2008 da Clark_Kent80
 
Tag: Sesso

Da una recente ricerca pubblicata dal Journal of
Sexual Medicine risulta che la durata media dell’amplesso maschile va
dai 3 ai 13 minuti
a cura di Matteo De Rose

Il Journal of Sexual Medicine ha pubblicato gli esiti di un nuovo
studio, ossia la durata media di un amplesso. A
fine febbraio la rivista di divulgazione scientifica era salita alla
ribalta per aver pubblicato una ricerca che testimoniava
l’esistenza della tanto dibattuta zona del piacere femminile,
il punto G.

Grazie al lavoro svolto da uno studioso dell'università de
L'Aquila, Emmanuele Jannini, docente di sessuologia medica, si
è giunti, tramite l’ecografia
transvaginale  e all’individuazione tra le donne
prese a campione di quelle con orgasmi vaginali, al riscontro di un
certo inspessimento della parete tra uretra e vagina.

rapporto sessuale1Ora
sulle pagine della prestigiosa rivista medica, si potranno leggere i
risultati dello studio: "Percezioni della normale e anormale
latenza eiaculatoria secondo i sessuologi canadesi e americani: quanto
dovrebbe durare l'amplesso?"
di Eric W. Corty e Jenay M.
Guardiani, due ricercatori statunitensi del Behrend College di Erie in
Pennsylvania.



Partendo dalla divaricazione temporale che esiste tra percezione comune
della durata dell’amplesso e relativo tempo reale, lo studio
si è poi basato sul parere di 33 sessuologi, rappresentanti
della Società di sessuologia e ricerca degli Stati Uniti e
del Canada. secondo i quali, appunto, per essere appagante e
di qualità un intercorso sessuale non deve durare troppo a
lungo
.

Gli standard di tempo stabiliti si basano su quattro tipologie che sono
“adeguato”, “auspicabile”,
“troppo breve” e “troppo
lungo”.

Da qui i risultati: il rapporto ottimale, diciamo
desiderabile, è quello che dura dai 7 ai 13 minuti
.
Preliminari e coccole finali escluse dal conteggio. Troppo breve,
invece, un incontro intimo che dura meno di 3 minuti, mentre da 3 a 7
è adeguato. Oltre i 13 minuti, poi, diviene stancante, e
mezz'ora è decisamente troppo.

Ma è bene chiarirlo subito, gli esperti in questione
sottolineano che queste sono indicazioni di massima
e che la cosa migliore è di non farsi influenzare dalle
lancette dell’orologio, dato che ogni individuo ha le sue
peculiarità ed ogni coppia è a sé
stante.



Lo studio vorrebbe semplicemente dimostrare che i tempi da
maratona sono spesso pura fantasia
e non rispecchiano la vita
reale della maggior parte delle coppie. Insomma, l'intento è
di ridimensionare le aspettative poco realistiche di chi è
convinto che se un rapporto sessuale dura poco, o se l'uomo interessato
non riesce a reggere per ore e ore tra le lenzuola, allora
c'è qualcosa che non va.

Queste nello specifico le parole di Eric Corty, uno dei due titolari
della ricerca. “Non vorremmo che questi dati venissero presi
troppo alla lettera, né che l'atto sessuale si banalizzasse
ad una performance a tempo, l'intento della nostra ricerca è
proprio quello di tranquillizzare le coppie e molti uomini che
vivono in rapporto sessuale2maniera
stressante la loro vita sessuale
. Bisogna ricordare che la
durata di un rapporto sessuale cambia notevolmente da coppia a coppia e
dipende dall'interazione dei singoli individui. Il modello sessuale
ideale per l'uomo è quello dalle dimensioni enormi,
dall'erezione facile e capace di sostenere un'intera notte di
attività sessuale. Sembra che molti uomini e donne vivano di
questa fantasia. I risultati del mio studio forniscono dei dati reali,
non un modello ideale".



"Tutte le generalizzazioni riguardanti l'adeguata durata dell'amplesso
dovrebbero essere prese con cautela – ricorda Alex McKay,
ricercatore del Consiglio Canadese di educazione ed informazione
sessuale - non è il tempo che definisce un
rapporto ma la sua qualità
".

E’ tanto vero che le generalizzazioni spesso non reggono e
che regole in merito non esistono, che da un sondaggio condotto tra la
popolazione americana è emerso che per molte donne
un rapporto di 7 minuti è troppo breve
, ma vi sono
anche quelle per le quali è più che sufficiente.
Per gli uomini invece è quasi sempre auspicabile la maggiore
durata possibile. “In realtà” - sostiene
Sandra Byers, sessuologa e presidente del dipartimento di psicologia
presso l'Università di New Brunswick –
“la durata ideale è quella che permette a entrambi
i partner di divertirsi. Non si può prescindere dal
contesto, dal momento, dall'intesa e dalla comunicazione tra i
componenti della coppia: non è la durata che conta, ma la
qualità del rapporto.”


http://www.giovani.it/sesso/eros/ricerca_durata_rapporto.php



E ora cosa diranno le donne esigentissime? Continueranno a dire che "gli uomini sono un disastro a letto" perchè durano meno delle loro aspettative?

 
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TDK

Post n°4 pubblicato il 01 Aprile 2008 da Clark_Kent80

 
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Internet: è qui la comunicazione?

Post n°2 pubblicato il 11 Novembre 2007 da Clark_Kent80
 

Siamo Internet ed io. Un posto che può essere bello ma alla lunga devastarti e farti capire che in questa società c'è sempre meno comunicazione tra individui - strano a dirsi visto che parliamo di una rete che unisce tutto il mondo -
I blog, i fotolog, e tutta la merda che ci è entrata prepotentemente nelle nostre vite, sono il modo più banale e freddo per esprimere ciò che non siamo in grado di fare a voce. Molti dicono "cavoli, questo aiuta anche i più timidi!!". Ma tutto ciò è una falsa illusione, visto che questo mezzo inibisce inconsciamente ogni singolo soggetto (mi riferisco anche a quelle persone che credono di non essere minimamente toccate perchè solari, aperti verso gli altri). Cosa voglio intedere con questo groviglio di idee - di certo non buttate qui per buttarle - apparentemente insensate?
Manca il calore nei rapporti interpersonali, e questo è quello che ci trasciniamo anche grazie alla nostra amata - ma non troppo - società ipertecnologica.

Spero di non aver annoiato nessuno. Spero che il tempo che spenderete - si spera - per leggere queste righe scritte apertamente vi metta quanto meno il dubbio a cosa stiamo andando. Di certo, non voglio essere un robot, privo di espressioni, di umanità, e perciò scriverò quando mi pare e piace. Preferisco trascorrere meno tempo su questo blog opprimente e privo di un'anima.

 
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