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Metamorfosi di una farfalla - Mindfulness & Love Coaching

 

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Inviato da: irene.74
il 19/06/2024 alle 14:24
 
La felicità è un concetto generale. Ognuno è felice a modo...
Inviato da: Anonimo11dgl
il 19/06/2024 alle 14:09
 
Esattamente &#9786;&#65039;
Inviato da: irene.74
il 17/06/2024 alle 22:58
 
Grazie &#128591;&#127995;
Inviato da: irene.74
il 17/06/2024 alle 22:57
 
Lei con questo blog meriterebbe ben altri palcoscenici....
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il 17/06/2024 alle 22:52
 
 

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Messaggi di Agosto 2017

Liberi di amare...

Post n°340 pubblicato il 23 Agosto 2017 da irene.74
Foto di irene.74

Credo che nessuno possa dirsi privo di cicatrici del cuore. Tutti, in un modo o nell'altro, abbiamo sperimentato quanto male possa fare l'amore. Quando vissuto con la persona sbagliata, quando tradito, quando usato come maschera per celare altri giochi perversi.

Fatto sta che al dolore ciascuno reagisce in maniera differente. C'è chi, dopo essersi scottato, giura che non giocherà mai più col fuoco. Chi riesce ad andare avanti come se nulla fosse accaduto. Chi prova un odio profondo e ha sete di vendetta. E potrei elencare altre mille sfaccettature differenti. Ma credo di aver reso bene l'idea già così...

Non esiste in valore assoluto la reazione giusta e quella sbagliata. Ma oggi vorrei che riflettessimo insieme su una cosa importante.

Se sei consapevole che un'esistenza senza amore sia triste, se l'idea di invecchiare solo non ti fa fare salti di gioia, se hai voglia di condividere con un partner le mille cose belle della vita... è necessario che tu abbia il cuore libero.

In questi tempi balordi ammetto che l'amore sia diventato una specie di campo minato. Necessita di coraggio, impegno e fiducia. E a volte sembra pure non bastare, questo mix vincente. 

Ma se ogni volta che torniamo a crederci ci portiamo dietro il peso delle relazioni precedenti, se ci accostiamo alla vita di coppia con pesanti aspettative o con una disperata voglia di riscatto, se pretendiamo che il partner ci aiuti ad elaborare un vissuto che ci fa soffrire ancora, ho idea che il capolinea non sia troppo lontano...

Ogni esperienza che facciamo nella vita, serve ad insegnarci qualcosa. A noi spetta il compito di imparare la lezione e andare avanti con una consapevolezza nuova. Quando questo accade, il passato ha fatto il suo. E possiamo lasciarlo andare, non serve più. Abbiamo diritto ad un cuore libero per poter godere del presente, non credi?

Eppure tanti di noi restano legati ancora al vecchio partner. Non dall'amore quanto dal risentimento o dalla sete di vendetta, dalla voglia di distruzione... Chiedo: cosa cambia? Se una persona ti ha fatto soffrire, se ha giocato coi tuoi sentimenti, se ti ha ferito... ha senso volerla tenere ancora, in qualche modo, con te? 

Il perdono è l'unica via possibile. Non ti sto parlando del "porgi l'altra guancia", attenzione. Sto parlando di un dono che devi a te stesso. Se non lasci andare quel dolore, sarà come essere ancora legato a chi ti ha fatto del male. Meriti di essere libero, di avere il cuore in festa per accogliere ciò che di bello la vita vorrà donarti ancora. 

Pensaci. Ho sentito tante persone dire: "Non me ne frega più niente del mio ex! Non vedo l'ora che il destino lo ripaghi con la stessa moneta!" Ma ci rendiamo conto che un'aspettativa del genere implica pur sempre un legame tra me e quella persona?

Se perdono, se imparo la lezione, se lascio andare... torno libero. Allora il mio ex potrà fare quel che vorrà senza che le sue azioni ed esperienze abbiano ripercussioni nella mia vita. Ma se attendo al varco che inciampi, se divento verde dall'invidia mentre le cose gli vanno bene... sono consapevole che gli sto ancora dando potere, vero?

Ho scelto la strada del perdono molti anni fa. Quando ho intrapreso il percorso spirituale che mi ha permesso di mettermi in ascolto di me stessa. Lontana da ogni forma di religione, questa scelta è stata dettata dal mio bisogno di serenità. 

E non mi sono mai pentita. Essere centrati, prestare attenzione a se stessi, amarsi, vivere sereni e in pace col mondo, è diventato il mio stile di vita. Il tuo, qual è?

 
 
 

Un equilibrio (sopra la follia...)

Post n°339 pubblicato il 10 Agosto 2017 da irene.74
Foto di irene.74

Siamo sempre alla ricerca dell'incastro perfetto. Quello che ci offra la possibilità di donare il meglio di noi stesse in tutti gli ambiti. Come madri, lavoratrici, figlie, amiche, compagne... e chi più e ha più ne metta.

Sono tanti gli errori che possiamo commettere strada facendo. In primis quello di restare schiacciate dalle responsabilità finendo col dimenticare che, oltre tutti i ruoli e le convenzioni possibili, siamo anche delle donne. E meritiamo una vita privata serena ed appagante che possa garantirci la felicità. 

Succede però che non si riesca a distribuire bene le energie. A dosare tempi e spazi nel migliore dei modi. Esageriamo in un senso o nell'altro perchè scendono in campo tanti fattori. La voglia di far felici gli altri, il bisogno di zittire i nostri sensi di colpa, il timore di essere giudicate...

Credo sia fondamentale partire dal presupposto giusto: essere in pace con noi stesse. Ed essere pronte a inserirci tra le priorità.

Proprio questa settimana ho risentito una vecchia amica. Ci eravamo perse di vista 6 anni fa. Lei ha 17 anni più di me. Mi ha raccontato che i figli hanno ormai spiccato il volo, preso la propria strada. E lei continua a vivere coi suoi. La mamma purtroppo è gravemente ammalata e necessita di assistenza. Che il padre, anziano anche lui, non è in grado di fornirle da solo. La ascoltavo in silenzio con una profonda malinconia nel cuore.

Perchè in tempi non sospetti l'avevo messa in guardia in tal senso. "Sai, Irene? Avevi ragione tu. Le situazioni mi son sfuggite di mano senza che me ne rendessi neppure conto. Avrei dovuto scegliere di andare a vivere da sola quando i miei godevano ancora di ottima salute. E invece ho optato per quella che allora risultava essere la via più comoda. I miei figli hanno cominciato ad essere sempre più liberi ed indipendenti e a cercarmi poco e niente. E' anche giusto, per carità... Ma non è facile la vita che conduco ora. A 59 anni non ho amici, nè svaghi, nè un compagno e neppure una casa tutta mia dove poter tirare un respiro di sollievo al termine delle giornate faticose. Avrei dovuto dare ascolto alle tue parole. Ma non credevo che sarebbe andata a finire così, sono sincera..."

Già... ci illudiamo che i figli continuino a cercarci sempre, a volerci costantemente al loro fianco. Quando i genitori godono, tutto sommato, di buona salute non pensiamo che l'andare degli anni possa costituire un'incognita cui prestare le dovute attenzioni. Ci rifiutiamo di capire che, quando uno dei due verrà meno, ci saranno nuovi equilibri da assestare. Crediamo che arriverà comunque un tempo tutto per noi, per coltivare le passioni, per frequentare persone che ci facciano star bene, e magari per incontrare pure l'amore.

Ma credi abbia senso mettere tutto in standby? Eppure ci sono segnali che dovremmo tenere nella giusta considerazione. Imparare a prestare attenzione agli equilibri. Immagina che il tuo tempo libero dal lavoro abbia un valore pari a 100, quanto ne dedichi ai figli? Ai genitori? Agli amici? Al partner?

Perchè a tutti capita di sentirsi muovere delle critiche. Frequentemente accade che quel che facciamo venga giudicato insufficiente. Ma a questo punto l'unica decisione saggia da prendere è valutare obiettivamente quanto ci sta accadendo, prenderne coscienza. Se 99 è il tempo che dedichi a genitori e figli, 1 al tuo partner e 0 agli amici, chi credi che abbia ragione di lamentarsi? Genitori e figli sicuramente no. E' evidente che a portarli alla critica impietosa sia un egoismo talmente cieco da rasentare il possesso: devi pensare a me e a me soltanto. Un partner merita 1? E' questa la relazione che hai in mente di costruire? E davvero non c'è tempo per gli amici?

Quello che sto cercando di dirti è che la strada dell'osservazione passiva è sicuramente la più comoda. Ma è anche quella che porta a disastri certi. Chi ti ama può portare pazienza fino a un certo punto. Oltre il quale inevitabilmente ha bisogno di conferme. Fatte di presenza, attenzioni, rispetto. E se tu scegli di non vedere che la bilancia pende pericolosamente dal lato del 99, ti assicuro che chi è costretto ad accontentarsi dell'1 non potrà mai fare salti di gioia, se ti ama. 

E allora... prima che sia troppo tardi, non credi che sarebbe il caso di far pace con te stessa? Di capire che siamo noi a permettere che le cose vadano in un modo o in un altro? Puoi anche scegliere consapevolmente di votarti al martirio, come è successo alla mia amica. Purchè tu sia pronta ad indossare con coraggio la lungimiranza necessaria a vedere oltre il presente.

Le persone che ci vivono accanto sono specchi che ci permettono di guardare meglio noi stessi. Alcuni sono puri e cristallini, ti aiutano a vedere parti di te che potresti sottovalutare. Altri sono come quelli del Luna Park, deformanti. E per quanto tu possa impegnarti, ti vedono in brutte espressioni, perchè quell'immagine che riflettono è distorta dal loro egoismo (che sei sempre tu a permettere, chiaramente).

Non lasciare che la vita scorra sotto i tuoi occhi distratti di spettatore passivo. Sei protagonista del tuo tempo e le distrazioni possono costarti care. Lascia che sia il tuo cuore a guidarti i passi. E stabilito ciò che è giusto per te, secondo i tuoi valori e le tue convinzioni, punta all'equilibrio. Non te ne pentirai, vedrai... 

 
 
 

Come si fa ad avere una relazione di coppia felice?

Post n°338 pubblicato il 04 Agosto 2017 da irene.74
Foto di irene.74

Ce lo siamo chiesti in tanti, almeno una volta nella vita: come si fa ad avere una relazione di coppia felice?

Se ci pensi bene è inquietante questa domanda. Come se, tra qualche decennio, arrivassimo a chiederci in che modo si debbano amare i figli.

L'amore dovrebbe nascere spontaneamente. Ed altrettanto spontaneamente dovrebbe svilupparsi e consolidarsi. Dovrebbe trattarsi di un percorso automatico che i partner intraprendono nel preciso istante in cui scelgono di condividere quest'esperienza di coppia.

Ma sembra non essere questa la realtà. Sembra che ci si incontri per scelta e ci si tenga per caso: più di qualcosa non quadra...

Potremmo parlare per ore dell'importanza del rispetto. Di quanto meriti attenzione la fiducia. Di come la fedeltà non sia passata di moda (nonostante quello che vogliono farci credere) e costituisce un perno essenziale attorno a cui ruota la felicità. Ma oggi ho voglia di parlare di altro.

Un'amica, giorni fa, mi raccontava di aver posto fine ad una relazione durata dieci anni. Non senza dolore, chiaramente. Mi precisava che si era trattato di una scelta inevitabile. Che aveva sprecato anche troppo tempo in un rapporto destinato a donarle poco. Il quadro razionale, insomma, era più che chiaro. Ma poi - e in questo noi donne siamo imbattibili - subentrava quello emozionale. E mi diceva che continuava a pensare a lui. Che avevano vissuto tantissimi momenti felici insieme. Che c'era una splendida complicità tra loro. Che le mancava da morire. Mi son permessa di ricordarle, conoscendo la storia, che lui l'aveva ripetutamente tradita. Ed umiliata. Che nei momenti difficili non c'era stato mai. Che non si era lasciato sfuggire nessuna occasione per farla sentire inferiore. E lei, come una bambina intenta a voler capire qualcosa che, per quanto la spaventi, necessita di approfondimento, mi ha dato ragione. Erano esattamente quelli i motivi per cui si era decisa a porre fine alla loro storia. Ma... "come si fa??" A non aver visto prima... a trovare il coraggio necessario ad amare un altro uomo... a costruire una relazione felice senza sprecare inutilmente altro tempo?

Le ho portato un esempio tanto semplice quanto incisivo. Quando andiamo a fare una passeggiata con qualcuno, non sappiamo che tipo di passo abbia. Noi iniziamo col nostro. Salvo tenere d'occhio quello di chi ci cammina accanto. Se è più lento, rallentiamo per ridurre la distanza. Se è più veloce del nostro proviamo ad accelerare. Ma se questa persona inizia a correre, talmente veloce che riuscire a starle dietro diviene oggettivamente faticoso, l'unica cosa sensata da fare resta la decisione di lasciarla proseguire da sola. Così come decideremmo di fare noi, se questa persona ci trattenesse forzatamente impedendoci il passo. 

In amore accade la stessa cosa. Identica e precisa. Io ed il mio uomo scegliamo di fare un cammino insieme. Ci saranno momenti in cui, in maniera assolutamente spontanea, porteremo entrambi lo stesso passo. Ce ne saranno altri in cui uno dei due dovrà accelerare o rallentare per adeguarsi al ritmo dell'altro. Purchè si voglia camminare insieme, va benone così. Ma se dovessimo accorgerci di non star facendo più il cammino insieme, se dovessimo notare che uno dei due ha scelto di fermarsi oppure di allontanarsi (impedendo, in entrambi i casi, di vivere l'esperienza in due) l'unica cosa saggia da fare resterebbe la scelta coraggiosa di lasciar andare.

Perchè in amore si deve essere felici in due. Si cresce insieme, ci si rafforza, si diventa complici. Ma si deve aver voglia di stare insieme, sempre e comunque. Perchè l'amore è una melodia magica che non ammette note stonate e pulsa finchè si riesce a tener vivo il ritmo, la giusta vibrazione. 

 

 
 
 
 
 

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Un blog di: irene.74
Data di creazione: 30/09/2013
 
 

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