L’aria estiva, una vecchia canzone rifatta… tornano alla mente atmosfere lontane , un tempo andato , muto ricordo di odori allora sgradevoli , oggi dolci come miele … Non volevo andare, non avrei voluto lasciare l’atmosfera estiva nota , rassicurante , uguale anno dopo anno.
Andammo.
Primo viaggio…
Mal d’auto e poi mal di mare , nausea continua e rimbrotti di papà , dispetti di mia sorella. Mamma era allegra come sempre ... splendeva. Era viva.
Scoprivo la via principale del paese , diritta e pulita , l’aria pregna dell’odore di porto , le vecchie case accese.
Il nostro balcone si affacciava su una viuzza che sapeva di mare , e la sera io e mia sorella guardavamo le stelle e cantavamo quella vecchia canzone. Poi mio padre ci portava a fare una passeggiata , e io continuavo a seguire le stelle , immaginavo storie che non vedevo l’ora di trascrivere.
Poca gente per le strade scesa la sera , poca gente ovunque.
Locali che chiudevano presto , i pochi giovani in un andirivieni senza meta... aspettando il sonno che tardava ad arrivare... e i primi sguardi per me , ancora troppo bambina. La fantasia che s’involava. Le storie nella mia mente che prendevano forma, personaggi acquisivano consistenza e mi sussurravano all’orecchio altre mille storie…
Il cielo era terso e nero.
L’indomani saremmo andati a guardare mio padre pescare , poi mia madre avrebbe cucinato.
L’aria era calda e asciutta, soffiava una leggera brezza di pace.
beatriceh
lampedusa,1989
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