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« Messaggio #2Le belve della notte »

Post N° 3

Post n°3 pubblicato il 03 Maggio 2007 da Mery29



Giosep  Lambert


Il funerale



La storia che vado narrando, a dell'inverosimile,ma vi assicuro,  è successo proprio a me.


A quei tempi avevo circa diciassette anni, e da tre, lavoravo come muratore, in una piccola impresa di paese. Una di quelle ditte dove ci si deve abituare a fare di tutto.
Ed e cosi! che, un pomeriggio di un giorno del mese di dicembre,il mio principale mi informa che, verso le tre mi devo recare al cimitero, per chiudere la tomba di un anziano signore, morto in un paese assai lontano, ma: avendo vissuto anni prima, nella nostra zona,desiderava essere sepolto vicino ai suoi genitori,la cui dimora era proprio nel nostro cimitero comunale. Questo era un lavoro che dovevano fare muratori esperti, ma purtroppo nessuno di questi, vuole fare questo ingrato lavoro. Alludendo che era imbarazzante, lavorare mentre i parenti del defunto, piangono.
E cosi il mio datore di lavoro, ripiegava sempre su noi giovani, per questo ingrato compito. E questa volta è il mio turno, svolgere questo ingrato compito.
Erano le due e trenta del pomeriggio, quando  presi il piccolo carretto, trascinato rigorosamente a mano, dopo avere caricato malta e mattoni, mi incammino verso il cimitero, dove vi giunsi circa dieci minuti dopo,già stanco,avendo trascinato questo carretto,su una strada sterrata, per più di un chilometro.
Nel cimitero incontrai, il vecchio custode, il quale, dopo avermi spiegato che, tra pochi giorni andrà in pensione,e visto che il carro funebre tarda ad arrivare, comincia come al solito, a raccontarmi le sue avventure, iniziando da quando, mandato da Mussolini in terra d'Africa, per combattere contro le truppe dell'allora imperatore dell'Abissinia, che lui ricorda, con il nome di Negus.
Dopo avermi raccontato a lungo queste sue avventure, (Che! devo dire,non mi interessavano molto, data la mia giovane età.)
Finalmente, verso le quattro del pomeriggio, vidi arrivare il carro funebre.
Nel mese di Dicembre, dove abito io,un piccolo paese della bassa bresciana, in questo periodo, c'è sempre una fastidiosa nebbia, e il buio arriva assai presto. Ma andiamo avanti con la mia storia.
Dopo che il parroco, diede la  benedizione, La cassa contenente il corpo del vecchio signore, viene trasportata nel posto destinato per la sepoltura. Questo si trova quasi in un angolo nascosto, del cimitero stesso.
Mentre io preparo la malta per chiudere il loculo,  i parenti del defunto, dopo un ultimo saluto, si allontanano, dovendo fare molta strada per ritornare a casa, e con la sera, che oramai incombe, preferiscono raggiungere la loro destinazione prima che la nebbia e il buio, rallentino troppo il loro ritorno.
Meglio cosi; pensai: non devo sopportare i loro piagnistei,e posso lavorare con un po' più di tranquillità.
Mentre io; aiutato anche dal custode, pongo dentro lo stesso loculo, una piccola cassetta in legno, dove erano deposti i resti da poco rimossi, da una vecchia tomba, di una lontana parente del morto.
Finalmente ero pronto a iniziare il lavoro, per cui ero sul posto, ovvero! chiudere con malta e mattoni questa tomba.
Nel frattempo la nebbia scende sempre più fitta, e il buio incombe sempre più, devo fare in fretta, nel cimitero non si vede quasi più nulla. Non mi era mai successo, di rimanere in un cimitero anche al buio, io che sono a dire poco, quasi terrorizzato da questo.
Per fortuna,sono sicuro, che anche l'anziano custode, si trovi ancora nel cimitero. Mentre sistemo i mattoni, uno sull'altro, cerco continuamente di individuare dove si trovi, stranamente non lo vidi.
Cerco cosi di chiudere in fretta la tomba, per ritornare in paese, quando ci sia ancora un po' di luce, per depositare in cantiere, il materiale rimasto. Questa tomba, è una delle più grandi. Purtroppo mi serve molto più tempo del previsto, per portare a termine il mio lavoro.
Ho quasi terminato, quando! dall'interno della cassa del morto, mi sembra di udire dei rumori abbastanza strani, mamma mia che paura! mi fermai: non sarà il morto che si muove, pensai terrorizzato.
E per assicurarmi che tutto questo, non sia solo frutto della mia fantasia, data da questa strana circostanza, mi accingo a cercare il custode, per chiedere anche una sua opinione, su questi strani rumori, che provengano mi sembra, della cassa del morto.
Dopo avere fatto un paio di volte,il giro all'interno del cimitero, non trovai il custode, ma fu molto di più la mia sorpresa, quando scoprii che, anche lui se ne era andato, chiudendo anche il cancello, con un grosso lucchetto.
Fui nuovamente invaso dal terrore, non sapevo più cosa fare.
Mi era impossibile, lasciare il lavoro a metà, devo terminare di chiudere la tomba.
Anche se in me era grande, la voglia di fuggire, da questo terribile posto.
Non so come,ma riuscii a trovare il coraggio,per ritornare al lavoro. Mentre ritorno in quell'angolo buio, a ogni passo,mi giro e controllo, che nessuno arrivi alle mie spalle. Ho paura, che uno di questi morti, esca dalla sua  tomba, per catturarmi, e trascinarmi poi con se.
Giunto nuovamente alla tomba,mi preparo per terminare la sua chiusura. Prima però! cerco di controllare, se ci sono ancora i rumori che udii poco prima. Salii su un minuscolo cavalletto, che avevo a disposizione, penetrai con la testa nella tomba, dove appoggiai l'orecchio alla cassa del morto, per controllare meglio, se effettivamente questi rumori provenissero dal suo interno.
Ed è stato allora, che scoprii che, questi rumori non erano da attribuire al morto, all'interno della cassa, ma provenivano da quella piccola cassettina, dove il custode aveva sistemato i poveri resti della parente del morto.
Questa: forse perché, l'abbiamo posta, quasi capovolta, per poterla farla entrare nello stesso loculo, le piccole ossa al suo interno, si erano mosse, e ora trovavano un altra sistemazione al suo interno, creando questi strani rumori.
Terminai finalmente il mio lavoro, e mi preparai ad abbandonare anch'io il cimitero. Ero ancora talmente invaso dalla paura, e mi ero dimenticato, che il cancello era chiuso.
Quando arrivai al cancello, cercai di trovare in fretta un altro modo, per uscire da questo cimitero.
Purtroppo, il muro di cinta che lo circonda, è troppo alto, per riuscire a superarlo. Cercai cosi; di arrampicarmi su un cipresso, ve ne sono quattro, all'interno del cimitero, ma sono troppo distanti, anche se cerco di spostarmi lungo un ramo, non riuscii a raggiungere il muro perimetrale, per poi allontanarmi.
Guardai l'orologio: erano solo le sei, i miei genitori terminavano il loro turno di lavoro, alle otto, e non possono notare la mia mancanza,per venirmi a cercare.
Decisi cosi di attendere, ero certo che, al loro ritorno a casa, non vedendomi, avrebbero chiamato il mio principale, e cosi! scoperto, che io, ero ancora nel cimitero.
Mentre aspettavo, mi sedetti ai piedi di un cipresso, e guardo le tombe, che mi sono più vicino. Con le piccole lampade votive, che illuminano le fotografie, poste sulle lapidi stesse, mi sembra che tutti questi morti, stiano proprio guardando me, come se stessero aspettando anche il mio arrivo, in questo funesto posto. 
Questo mi terrorizza sempre più.
Chiusi gli occhi, per non vedere, e attesi con ansia, l'arrivo dei miei genitori.
Controllo nuovamente il mio orologio; non sono nemmeno le otto, avrei atteso ancora a lungo, in questo posto.
Cosi! seduto sotto questo cipresso, quasi immobile dalla paura, iniziarono a farmi male le gambe. Dopo avere controllato che non vi sia nessuno, e di questo ne ero certo, gli abitanti di questo posto, sono sicuramente invisibili e immobili, decisi di alzarmi e fare due passi, sempre rimanendo nelle vicinanze del cancello, con la speranza che qualcuno arrivasse per farmi uscire. La gamba non mi fa più male, e decisi di ritornare a sedermi vicino al cipresso. Non l'avessi mai fatto, si vede, che nell'avvicinarmi nuovamente all'albero, abbia spaventato qualche animale notturno, che si era fermato sull'albero stesso. Questa bestiaccia, con delle urla allucinanti,nel fuggire mi sfiora la testa, questo mi  terrorizza a tal punto, che non so nemmeno io come abbia fatto, approfittando di alcuni contenitori di fiori, agganciati alle lapidi, riuscii a salire sul muro di cinta, per poi scendere dall'altra parte, e con una corsa, quasi al limite delle mie possibilità, raggiungere le prime lampade, che illuminavano il paese, e finalmente, poco dopo, la mia casa.
Dopo una notte da incubo,il giorno dopo quando ritornai al cimitero, per recuperare il carretto,ed il resto del materiale avanzato, incontrai anche il custode, a cui chiesi: “Come mai! la sera prima, lui mi abbia chiuso nel cimitero?”
La sua risposta e stata lapidaria: “Ero certo! che tutti se ne erano ritornati a casa, e non mi sono ricordato, che tu eri ancora all'interno.” Per non far vedere il mio imbarazzo, scherzai con lui, su questo fatto,ma solo io so bene, la paura che provai in quelle poche ore, e ancora oggi dopo molti anni, mi ricordo tutto come fosse successo, solo ieri.

Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
mari il 19/05/09 alle 16:29 via WEB
la cosa spaventosa di questo racconto è la grammatica e l'uso dei verbi assolutamente incoerente.
 
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la cosa spaventosa di questo racconto è la grammatica e...
Inviato da: mari
il 19/05/2009 alle 16:29
 
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Inviato da: Anonimo
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