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Post n°163 pubblicato il 03 Maggio 2016 da damaristich
Leggo una sola riga, e avrei voglia di cancellarla con le lacrime. Ma la leggo dove è impossibile toccare l'inchiostro, l'inchiostro neanche c'è.
Non è più nostalgia, è l'impossibilità il sospeso, l'irrisolto. E' quel dubbio che trasuda dalle poche parole e dal silenzio, il dubbio che viene dalle differenze e dai paragoni. Io ho scelto di essere felice e lontana. ho io scelto di essere felice e lontana?
scrivere, fa bene. Come sempre...
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"Forse s'avess'io l'ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una,
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Pił felice sarei, dolce mia greggia,
Pił felice sarei, candida luna"
tratto da "canto notturno di un pastore errante dall'asia"