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OMELIA DOMENICALE

Spiegazione del Santo Vangelo

 

 

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Omelia del 6.3.16

Post n°113 pubblicato il 06 Marzo 2016 da giona2068

Dal Vangelo secondo Luca

""" In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro»."""

I pubblicani e peccatori sono vicini al Signore Gesù per ascoltare la Sua parola. Il Signore Gesù li rispetta, li ama e cerca di recuperarli senza umiliarli e senza disprezzarli per la loro condizione.

Parla a loro tramite la parabola del Figliol prodigo per offrire loro una via ed una speranza di poter recuperare ciò che hanno perso cadendo nel peccato che li ha portati lontano dal Signore Dio, ma lo fa  con la delicatezza che appartiene solo a chi ama.

Le parabole non sono fatti realmente accaduti, ma sono fatti che possono accadere tenuto conto della mentalità e dell'ambiente in cui si collocano. Le parabole sono oltretutto ciò che il Signore spera che succeda.


Scribi e farisei non possono sopportare che il Signore prenda in considerazione quelli che loro considerano inferiori a loro stessi.

Con loro, si ripete un po' la storia di Caino.

Questo è il frutto dell'opera di satana che fa entrare nell'uomo l'orgoglio, l'invidia e la superbia che lo convincono di essere ciò che non è.

A noi è mai capitato?

Se la risposta fosse no, sarebbe la prova che ci è capitato ma che non ci siamo accorti.


"""Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto."""

Secondo la "sapienza" degli uomini, questo Padre che divide il patrimonio per darlo ai figli  fa bene oppure fa male?

La risposta potrebbe essere che ha fatto male perché il figlio va a spendersi la sua parte ed abbandona il Padre.

Fino a quando l'importante è la conservazione del patrimonio tutto gira attorno al modo in cui conservarlo, ma quando diventa importante che il figlio comprenda che le vie del mondo portano alla perdizione, la perdita delle ricchezze  nulla conta, se serve per salvare un figlio.

Questa è  sapienza divina e oltretutto la Sua prescienza, cioè la conoscenza di come andranno a finire  le cose.

Umanamente nessun papà farebbe questo perché la ricchezza non si tocca e oltretutto perché nessuno è capace di vedere nel futuro.

Il Signore Dio, che nella parabola indossa la veste di un papà umano, ha invece visto come sarebbe finita questa storia e per questo ha lasciato andare ilo figlio.

Il figlio che si è allontanato dal Papà  è ognuno di noi e la nostra  parte di patrimonio sono le grazie che erano in noi prima di perderle.

Il Signore Dio lo ha permesso  affinché  ci rendessimo conto che lontano da Lui non c'è vita.

Purtroppo nella nostra stoltezza crediamo che questa sia  la nostra libertà e il nostro diritto di essere liberi per fare come ci piace, senza  però renderci conto di quello che abbiamo perso e  che ancora stiamo perdendo. 



"Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre"".

Questo giovane che pensava di sapere tutto così come noi abbiamo creduto di sapere tutto, ad un certo punto si accorge del suo sbaglio e cade nella disperazione, ma nella disperazione trova la speranza, anche se può  sembrarci assurdo.

Il disperato è una persona seduta in un bivio: O prende la via che lo riporta al Padre, il Signore Dio, oppure si lascia sopraffare dalla disperazione e vive l'inferno nell'anima e corpo vivo.

Bisogna però vedere quante tenebre sono entrate in lui, le quali  soffocano  parte o tutta la nostalgia  di tornare dal Padre. Ricordiamo i due ladroni sulla croce.

In quel tempo, il  Signore Gesù ha scelto la parabola del figlio che ritorna al Papà per dare speranza ai peccatori che Lo stanno ascoltando, scribi e farisei compresi, anche se questi ultimi non accetteranno e neanche si accorgeranno che il Signore sta parlando anche per loro.

In questo tempo sta raccontando a noi la stessa parabola sperando di trovare un figliol prodigo fra di noi.


Se questo figlio non avesse avuto fiducia nella misericordia del padre non sarebbe tornato a Lui. La misericordia salva e fa ritornare figlio chi ha peccato, ma a condizione che vi sia il pentimento.

 Per questo è scritto che chi crede sarà salvato, cioè sarà salvato chi crede di aver sbagliato, ma è anche scritto che chi non crede di aver sbagliato sarà condannato.

Noi crediamo di aver sbagliato?

Chi non è santo ha sbagliato, anzi sta sbagliando ancora, ma beati quelli che si renderanno conto del loro errore prima che sia troppo tardi.



""Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa."""

Il Padre, che era davanti alla casa ad aspettarlo, gli corre incontro e lo abbraccia, ma non ha bisogno di perdonare il figlio. Chi ama non ha bisogno di perdonare perchè non lascia mai spazio al rancore, alla vendetta ed al rifiuto.

L'amore è già perdono ed il perdono è amore e misericordia, ma la  misericordia e l'amore non possono operare senza pentimento.

Noi dobbiamo preoccuparci del nostro pentimento, la misericordia c'è già, se vogliamo essere come questo figliol prodigo.

Ognuno di noi è chiamato ad essere un figliol prodigo, ognuno di noi è chiamato a credere di essere figlio dell'Amore per ritornare figlio dell'Amore che ci sta aspettando e ci è venuto incontro venendo a soffrire nel mondo per noi.

Così si realizza in noi la scrittura che dice: Alcuni degli ultimi diventeranno primi ed alcuni dei primi diventeranno  ultimi.



""""Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”»."""


Il Signore Dio è il Papà dei papà e vuole recuperare anche l'altro figlio il quale credeva di essere giusto senza esserlo. Con questo gesto da la possibilità  anche a lui di scoprire la sua verità.  Questo è l'Amore, costruire insieme una famiglia unita nell'amore per un mondo migliore che viva nella vera pace.

Grazie Signore Gesù.

 

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