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OMELIA DOMENICALE

Spiegazione del Santo Vangelo

 

 

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Omelia del 28 Feb. 2016

Post n°110 pubblicato il 03 Marzo 2016 da giona2068

Dal van

Dal vangelo secondo Luca (13,1)

In quel tempo, si presentarono alcuni a
riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il
cui sangue Pilato aveva fatto scorrere
insieme a quello dei loro sacrifici. Pren-
dendo la parola, Gesù disse loro:
«Credete che quei Galilei fossero più
peccatori di tutti i Galilei, per aver subi-
to tale sorte? No, io vi dico, ma se non
vi convertite, perirete tutti allo stesso
modo. O quelle diciotto persone, sulle
quali crollò la torre di Sìloe e le uccise,
credete che fossero più colpevoli di tutti
gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi
dico, ma se non vi convertite, perirete
tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale
aveva piantato un albero di fichi nella
sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma
non ne trovò. Allora disse al vignaiolo:
"Ecco, sono tre anni che vengo a cer-
care frutti su quest'albero, ma non ne
trovo. Tàglialo dunque! Perché deve
sfruttare il terreno?". Ma quello gli ris-
pose: "Padrone, lascialo ancora ques-
t'anno, finché gli avrò zappato attorno e
avrò messo il concime. Vedremo se por-
terà frutti per l'avvenire; se no, lo ta-
glierai».

Parola del Signore

 

Credete che quei Galilei fossero più peccatori

di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte?

Se il Signore Gesù non avesse sentito che quelle

persone, le quali si erano presentate davanti a Lui per

riferire della strage avvenuta,  stavano credendo di essere

meglio di quelle che avevano subito tale sorte, non avrebbe

posto questa domanda. Purtroppo il nemico satana è sempre

pronto a soffiare nella mente di chi si espone  il credere di

essere meglio di altri ed alla fine soffia  il credere di essere

già a posto quando in verità neanche i santi lo sono.

Figuriamoci come sarà chi non è santo, ma lo crede? 

Io vi dico no. Ora se la risposta è no, sorge spontanea

questa domanda: Chi c'è dietro questo inganno?

Ognuno risponda secondo ciò che sente, ma la verità

è che non c'è una terra di nessuno. O con me o contro

di me , dice il Signore Gesù.  La santità è l'Amore.

Il santo ama se stesso perché, anche se santo,

continua a cercare la sua salvezza. Chi s'incammina

verso la santità non può non portare la salvezza anche

ad altri. Nel santo vive, dimora e si manifesta il Signore

Dio che guida i suoi passi. Il Signore Dio ama tutti e cerca

di recupare quelli che sono lontani tramite i santi. Per questo

il santo non può non cercare la salvezza di altre persone.

Basta pensare agli Apostoli ed alle loro opere. Il segno della

santità nell'uomo è il rispetto e nel rispetto c'è l'umiltà che

gli impedisce di credersi migliore di altri, il santo vive nella

verità. Chi non è santo è peccatore e il peccatore è sotto il

dominio del maligno.

Noi in questo percorso a che punto siamo? In quel tempo il

Signore Gesù ha parlato al popolo di quel tempo, ora sta

parlando a noi e ci sta chiedendo: Qualcuno pensa di

essere meglio di altri? Non ce lo sta chiedendo perchè non

lo sa, ma perché noi possiamo renderci conto di ciò che vive in noi.

////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////////

Signore sta dicendo: Ecco, sono tre anni che vengo a

cercare frutti su questo albero, ma non ne trovo!

Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?

Ogni persona che non è santa è questo albero che non

da frutti. Il Signore ha pensato di tagliarlo dopo tre anni

che non  da frutti, non ha pensato questo dopo il primo anno.

Il Signore è lento all'ira e ricco di grazia e tenerezza per ogni

creatura. Con altre parole, il Signore è paziente con ognuno

di noi, ma noi siamo pazienti con il nostro prossimo? 

Fondamento della pazienza sono l'umiltà e la speranza.

Chi non è umile è superbo ed orgoglioso, il superbo non

può accettare  che altri sbagliano perché, nel suo immaginario,

chi sbaglia è inferiore a lui che crede di non sbagliare mai.

La via per far aumentare in noi la pazienza è chiederci,

prima di perdere la pazienza a causa del credere di essere

migliore di altri, qual è la ragione per la quale sono

migliore di chi sto giudicando?  Sono certo che la

risposta non arriverà e se arriverà non sarà convincente

e questo frenerà il nostro perdere la pazienza. Se l'umiltà

contribuisce a non farci perdere la pazienza, la speranza

aiuta a rafforzarla. Per questo il Signore sta dicendo che

non ha disposto di tagliare l'albero già nel primo o nel

secondo anno ed ha  continuato a sperare che venisse

il giorno in cui facesse un frutto, ma alla fine del terzo

anno, quando ha perso la speranza, ha deciso di farlo tagliare.

La stessa cosa fa con noi e con il mondo. Fino a quando spera

di poter trovare un giusto nel mondo, continuerà a dar vita

al mondo, ma se non troverà  nessun  giusto chiuderà la storia

umana come al tempo di Noè e Sodoma e Gomorra. Infatti 

Abramo, nella sua preghierà chiese al Signore: Se troverò

500/100/50/5 giusti, salverai il mondo? Si Abramo, lo salverò,

disse il Signore, ma alla fine il diluvio venne perchè giusti sulla

terra non ve ne erano.  La preghiera di altri può salvarci

perché il Signore spera e sperando porta ancora pazienza

come nel caso di questa lettura e nel caso di Abramo,

ma noi dobbiamo credere che la nostra conversione,

il nostro portare frutto, che va ben oltre l'essere brave

persone, può salvare noi e il mondo intero. Il Signore è

lento all'ira e ricco di grazia perchè ci ama.

Non togliamoGli la speranza, altrimenti la nostra

fine sarà peggiore del nostro inizio.

Grazie Signore Gesù.

 

 
 
 
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