Creato da stefanomac il 29/04/2006
Stefano Maciocchi
La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perchè dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni. (E. Berlinguer)
Creato da stefanomac il 29/04/2006
Stefano Maciocchi
La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perchè dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni. (E. Berlinguer) « Guardie e ladri | Messaggio ai cortesi vis... » |
Chi ha paura di Gianfranco Memmi?
A Canale c’è in giro un personaggio pericolosissimo, un incrocio tra Al Capone e Totò Riina. Alcuni lo hanno visto aggirarsi di notte, irto di peli superfui ed ululante sotto la luna piena. E’ il nemico pubblico numero uno, il vero capo del Ku Klux Clan, della Stasi, di Al Qaeda, dei Lupi Grigi e della triade Moggi-Giraudo-Bettega. Vi starete chiedendo chi sarà questo homo horribilis? Voglio darvi un aiuto: se leggete le bacheche e le lettere dei “diversamente progressisti” c’è tanto di nome e cognome.
Gianfranco Memmi, architetto.
Gianfranco Memmi, architetto.
E’ stato detto e scritto di tutto su Gianfranco, è stata persino messa in dubbio la sua presenza all’albo professionale. Ma perché tanto livore, dove sta la pericolosità di questa persona? Per noi uomini liberi, Gianfranco non solo non è pericoloso ma è la soluzione dei mali che hanno infestato Canale Monterano in questi ultimi venti anni: l’assoluta commistione tra alcune cariche politiche e talune cariche tecniche. Memmi è pericolosissimo per chi ha paura che possa aprire qualche cassetto di troppo, per chi ha segreti da nascondere. E’ deleterio per chi vorrebbe un tecnico malleabile, magari mandato dal partito e gradito a consulenti che si fanno pagare decine di migliaia di euro. Ma già! Questi non sono soldi che gravano sulla collettività, sono molto più pesanti i cento euro mensili di adeguamento che la legge ha previsto per le cariche comunali!
Come potrà mai la sinistra affermarsi in Italia se è piena di così tanta ipocrisia? Come può un segretario di Rifondazione Comunista darci lezioni sulla sinistra quando alle primarie di Milano Dario Fo è stato osteggiato proprio da Bertinotti e compagnia bella? Hanno preferito fare il tifo per un prefetto, incredibilmente. Non parliamo poi di Franca Rame che è dovuta emigrare nel partito di Di Pietro visti i “niet” che ha subito dai “compagni del quartierino”. Siamo così disabituati a sentir dire qualcosa di sinistra che le parole ed i gesti di un socialdemocratico spagnolo, coerente con le sue idee e con le promesse fatte agli elettori, sembrano quelle di un novello Carlo Marx.
Triste è quella sinistra che è costretta a fare il tifo per Zapatero.
Triste è quella sinistra che è costretta a fare il tifo per Zapatero.
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In ricordo della mia cara professoressa di lettere, donna di grandissima cultura ed immensa umanità: Loredana Rossi Molinaro.
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