formidabili i 70

Trenta..ehm anni e non sentirli... Dedicato alle "pinhe" Ale, Ross e Tici, ai nostri teucci e alle nostre nostalgie.

 

E ADESSO PROVATE A NON COMMUOVERVI...!

 

Abbiamo tutti un sogno una fotografia
una canzone prigioniera in un jukebox
che ci ha lasciato un segno un po' di nostalgia
in quell'estate al mare intorno ad un falò
e c'era una chitarra che non smetteva mai,
era così la nostra Isola di Wight…
Abbiamo tutti dentro una periferia
una ragazza un plaid una domenica
noi che avevamo sempre voglia di andar via,
noi che eravamo pazzi dell'America
e tutto era più bello, o ci sembrava a noi,
ma come passa il tempo dai vent' anni in poi….

Come passa il tempo,
come si butta via,
io che non sono un santo
ed ho sbagliato tanto in vita mia….
come passa il tempo
che non ripassa mai
va come una Seicento,
e quei ragazzi dentro siamo noi…….
come passa il tempo

Abbiamo tutti un albero che non c'è più
e tutti almeno un verso di una poesia
un cinema all'aperto ed un maglione blu
prestato ad un amore che è volato via…
ci credevamo eterni, ci credevamo eroi,
ma il tempo se ne frega e passa su di noi….
come passa il tempo,
sulla felicità,
noi non abbiamo vinto
ma viviamo e il sogno va più in là…..
come passa il tempo
va dove tutto va,
va e ci sembra lento,
ieri era tanto tempo fa
tanto tempo fa……..

 

ECCOMI QUI!

Perchè un blog sugli anni '70? Perchè sono gli anni della mia infanzia...e appartengono al secolo scorso...! Per ricordarli con chi c'era, e raccontarli a chi non c'era ancora.
Perchè sono gli anni dell'ultimo scudetto del Torino e delle matite minamì. Di Mike Bongiorno pettinato come la Orsomando che faceva pubblicità alla grappa Bocchino. Gli anni di Orzowei e di Furia cavallo del west.
Erano gli anni in cui Qui Quo e Qua non usavano ancora internet o il cellulare, e trovavano tutte le risposte sul Manuale delle Giovani Marmotte. Gli anni dell'austerity e di Atlas Ufo Robot.
Gli anni di... cedo la parola a voi, ai vostri ricordi e alle vostre nostalgie!

Comunque la pensiate, e di qualunque annata siate, benvenuti ad anni 70!

 

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Dove eravamo rimasti

Post n°601 pubblicato il 15 Settembre 2010 da LaPinha

Mi scuso per questi mesi di assenza, so che la mia sparizione dai teleschermi ha causato sgomento, preoccupazione e notti insonni a chiedersi dov'ero finita. Per dovere di cronaca vi informo che non mi sono ritirata a vita privata a Tonga dopo aver vinto il superenalotto. Non ho altresì vinto Miss Italia, cosa che vi lascerà senz'altro stupefatti e neppure mi hanno rapito gli alieni, che dimostrano un certo buon gusto.

Di mezzo c'è stato semplicemente un cambio di casa con un trasloco in quella che chi mi vuol bene definisce una soffitta bohemienne e chi mi vuol male una stalla tenuta su con lo sputo (i più coraggiosi possono ammirare foto del restauro su Facebook). Mentre giocavo a fare Margherita Gauthier, fortunatamente senza tisi, e a sporgermi dagli abbaini con la candela in mano, ho fatto passare un po' di mesi. Ma rieccomi qua. E ora sono tutti c..zi vostri.

 
 
 

giù il cappello!

Post n°600 pubblicato il 17 Aprile 2010 da LaPinha

 

 
 
 

quarant'anni (in fila per sei senza il resto di quattro)

Post n°599 pubblicato il 04 Marzo 2010 da LaPinha

Con il consueto ritardo, ringrazio tutti quelli che con mail, messaggi, biglietti, fiori e opere di bene mi hanno augurato un buon quarantesimo compleanno. Certo, quaranta sono tanti. Ho apocalittiche visioni di pasta per dentiere, creme antirughe super intensive, brodini, mele cotte e Gerovital che si avvicinano. Sto meditando di imparare a fare il mezzopunto e i centrini all'uncinetto.

Ma d'altro lato, penso che quarant'anni oggi siano il prezzo da pagare per avere avuto un telefono a disco beige nell'ingresso, per aver bevuto il latte dai pacchetti triangolari e aver fatto le orride bolle con il Crystal Ball. Per aver potuto andare in bici senza casco, avere visto Furia alle sette di sera, per avere visto i Ricchi e Poveri quando erano ancora in quattro, avere usato le penne stilo Auretta e avere mangiato il gelato Gommolo. Per avere attraversato "dal vivo" tutti quei formidabili anni 70 e avere scatole e scatole polverose di ricordi da raccontare.

E tutto sommato, non è poi un gran prezzo.

Grazie ancora a tutti. In particolare ai miei colleghi, Karen in testa, e ai miei studenti stranieri per i loro auguri in tutte le lingue del mondo. Ogni tanto vi avvelenerei col topicida, ma mi basta sentirvi parlare italiano per ricordarmi di quanto amo il mio lavoro.

 
 
 

in tutti i luoghi e in tutti i laghi

Post n°598 pubblicato il 21 Febbraio 2010 da LaPinha

Dunque, è ufficiale, stiamo invecchiando: e non c'è nulla di meglio del Festival per rendersene conto. Ti accorgi di avere ormai un piede nella fossa quando 1) vedi i Nomadi e fatti due conti scopri che insieme fanno circa seicento anni 2) guardi il Festival sulla sedia a dondolo con il gatto in braccio 3) scopri che volendo farti del male puoi comprare gli mp3 delle canzoni invece di appostarti con il registratore Geloso e la TDK da 90 per registrare il Festival 4) senti la mancanza di Amedeo Minghi e dudù dadadà 5) hai apprezzato molto Nilla Pizzi 6) ti sorprendi a chiederti se Pupo si fa la tinta color gatto morto o se ha direttamente il parrucchino 7) con tutta la buona volontà la storia dei luoghi e dei laghi ti risulta totalmente incomprensibile 8) Sotto la doccia stamattina cantavi Italia amore mio, e l'avresti pure televotata, se solo avessi saputo come fare.

Facciamocene una ragione: non abbiamo (più) l'età.

 
 
 

se questo è un uomo (intelligente)

Post n°597 pubblicato il 16 Gennaio 2010 da LaPinha

Il deputato leghista Paolo Grimoldi ha presentato un'interpellanza al ministro dell'istruzione, Mariastella Gelmini, chiedendo il suo intervento nei confronti di una scuola elementare brianzola in cui è stato letto il testo integrale del Diario di Anna Frank. Secondo il leghista, nella versione integrale "vi è un passo nel quale Anna Frank descrive in modo minuzioso e approfondito le proprie parti intime e la descrizione è talmente dettagliata da suscitare inevitabilmente turbamento in bambini della scuola elementare".

Immediata la replica dalla scuola, la Lina Mandelli di Usmate Velate (Monza-Brianza). "Credo che il ministro dell'Istruzione abbia cose più importanti di cui occuparsi", ha detto Claudio Redaelli, dirigente vicario dell'istituto. Secondo il dirigente le pagine a cui si riferisce il deputato sono "descrizioni in termini talmente ingenui, come logico attendersi da una dodicenne degli anni Quaranta, da non destare, soprattutto se mediata dall'intervento dell'insegnante, particolare turbamento in bambini del ventunesimo secolo che in tivù vedono e sentono di peggio".

"Io sono stato interpellato dagli stessi genitori della scuola per ben tre volte - ha detto Grimoldi - La prima volta ho riposto che c'è l'autonomia scolastica, la seconda che forse c'e stato un abuso dell'autonomia, la terza mi sono sentito in dovere di fare questa interrogazione: credo che quelle pagine per bambini di nove anni si possano definire hard".

Vorrei entrare nella mente di questo deputato (rabbrividisco al pensiero che lo stipendio gli venga pagato anche con i miei soldi) e di questi genitori per provare l'ebbrezza del vuoto pneumatico. Perchè il Diario di Anna Frank l'ho letto, e come me milioni di ragazzini, degli anni 70 e non. E garantisco che c'erano molte cose che ci turbavano di quel libro, il nazismo (di cui a volte sentivamo parlare per la prima volta proprio attraverso quelle pagine), le persecuzioni razziali, la tortura di vivere per oltre due anni senza poter mettere il naso fuori di casa. Le pagine "hard", quelle proprio no, sempre tenendo presente quali pensieri hard potesse avere una dodicenne degli anni Quaranta.

Vorrei davvero conoscerli,  questi genitori che levano gli scudi contro uno dei libri più letti al mondo ma che, sono pronta a scommetterci, alla sera piazzano i pargoli davanti alla Tv a guardare il Grande Fratello, quello sì, esempio di intelligenza e di valori etici. E vorrei conoscere questo legaiolo che si erge a difensore della moralità dei bambini, per i quali una pagina del Diario non va bene ma il suo capo che ce l'ha perennemente duro e lo fa sapere a tutti, adulti e non, va bene eccome. Quella che si chiama coerenza.

 
 
 

pace alle aurore che verranno

Post n°596 pubblicato il 01 Gennaio 2010 da LaPinha

"Sia pace per le aurore che verranno,
pace per il ponte, pace per il vino,
pace per le parole che mi frugano
più dentro e che dal mio sangue risalgono
legando terra e amori con l’antico
canto; e sia pace al portalettere
che entra di casa in casa come il giorno,
sia pace per il piccolo Museo
di Wyoming, dove la più dolce cosa
è un cuscino con un cuore ricamato,
pace per il fornaio ed i suoi amori,
pace per la farina, pace per tutto il grano
che deve nascere, pace per ogni
amore che cerca schermi di foglie,
pace per tutti i vivi,
per tutte le terre e le acque."

(Pablo Neruda)

Buon 2010, e che sia finalmente un anno di pace.

 
 
 

so this is christmas

Post n°595 pubblicato il 24 Dicembre 2009 da LaPinha

Buon Natale a chi è passato da queste parti, a chi passerà prossimamente, a quelli che mi hanno scritto per chiedermi "ti ricordi"?. Buon Natale ai miei amici, vecchi e nuovi, a quelli ritrovati e a quelli persi per strada. Alla mia famiglia e ai miei nipoti veri e finti. Ai miei studenti e agli ex studenti che sono tornati a casa e adesso stanno a mezzo mondo da qui ma stasera festeggeranno anche loro. A chi stanotte si metterà in cammino per seguire una stella, di cuore, Buon Natale.

 
 
 

let it snow!

Post n°594 pubblicato il 22 Dicembre 2009 da LaPinha

Misericordia nevica. Più o meno come nevicava trent'anni fa. Funziona così: fa freddo, cadono 10-20-30 centimetri di neve, la gente tira giù due bestemmie perchè deve mettersi a spalare, dopo un paio di giorni piove e fine della fiera. Funzionava così anche negli anni 70, con il grosso bonus che almeno non avevamo i Tg che sfrantecavano l'anima a ciclo continuo con i servizi sulle eccezionali nevicate. Che visto che siamo a dicembre e non a metà luglio di eccezionale non è che abbiano poi molto. E invece no: al di là del curioso fenomeno per cui secondo i Tg nevica solo a Milano, dobbiamo subirci: imperdibili interviste alla madamazza in tacco 12 che è scivolata sul marciapiede atterrando di culo sulla pelliccia di visone, al bambino saccente che fa il pupazzo di neve e a un paio di sfigati assortiti in coda in auto da 4 ore e venti. A seguire, previsioni apocalittiche dell'esperto di turno che consiglia di stare in casa, casomai ci venisse in mente di fare una gita al Sestriere con gli infradito.

Signori del Tg, abbiate pietà di noi: che siamo nella morsa del gelo l'abbiamo capito da soli. Potreste cambiare argomento, che so, Amanda e Raffaele, che sono almeno tre giorni che non ne parlate?

 
 
 

allora aboliamo anche la scuola

Post n°593 pubblicato il 20 Novembre 2009 da LaPinha

Da sempre la scuola funziona così: al mattino ascolti le lezioni e prendi appunti, e al pomeriggio ti chiudi in camera tua e fai i compiti, che poi vuol dire: studiare e svolgere gli esercizi. Un vero supplizio. Un tempo, tipo quarant’anni fa, poteva anche avere un senso: alla tivù c’erano solo due canali e i programmi del pomeriggio duravano solo un’oretta, più o meno dalle cinque alle sei; i centri commerciali, dove andare a vagolare per ore ciondolando da un negozio all'altro con gli amici, non esistevano.

Gli animatori maghi giocolieri non c’erano e quindi le mamme non organizzavano megafeste di compleanno per i loro pargoli a cui invitare quaranta bambini urlanti; fare corsi di aikido, pallacanestro, tiro con l’arco, giapponese, cucina indiana non usava; lo snowboard non era ancora stato inventato e quindi i ragazzi non si buttavano per tutta la domenica da cime innevate tornando alle due di notte pieni di birra (a proposito: non esistevano neanche le notti bianche e quindi non veniva in mente a nessuno di passare la notte in mezzo a una piazza del centro scolandosi dieci bottigliette di birra). Ma soprattutto non erano ancora nati: il computer, il gameboy, l'iPod, il nintendo, la microbar detta anche «macchinetta», la playstation, il cellulare, xfactor, internet, twitter, facebook, youtube e il grandefratello.

Poveri noi
Quindi, cosa potevano mai fare i poveri ragazzi di quarant’anni fa, come potevano mai passare il tempo, impegnare la mente e il corpo, dove andavano nel pomeriggio, cosa s'inventavano, se non di stare chiusi in casa a leggere, studiare e fare i compiti?
I compiti sono stati per noi che oggi abbiamo cinquant’anni, diciamocelo, il nostro unico passatempo. Se no, ci saremmo sparati. Vivevamo in un mondo così povero e vuoto. Niente caos, rumori, clacson, impegni, stage. Nemmeno un piccolo corso di orientamento o un convegnino sul multiculturalismo. Una vita piatta e scialba. Avevamo solo i libri (e il lego e l’idrolitina…), poveri noi! Certo che leggevamo come matti e guai a chi ci distoglieva! Certo che sgobbavamo chini sui quaderni a finire la versione, fare le equazioni e scrivere in bella la parafrasi di un canto di Dante. Lo facevamo perché non avevamo niente dalla vita, niente!
Ma oggi… Come si fa a riempire ancora di compiti i ragazzi? Quale mente antiquata e perversa può ancora pensare che siano utili? Utili a cosa, poi, a imparare latino e greco, a usare la logica argomentativa, a saper scrivere, e magari anche a capire un romanzo dei primi del 900, come quell’astruso, ostico, incomprensibile e assolutamente inutile Pirandello (che infatti nessuno dei giovani d’oggi capisce più, e che tutti giustamente si rifiutano di leggere)?
Ma via, cerchiamo di essere moderni! Cerchiamo di stare al passo coi tempi e di essere meno bacchettoni reazionari! Basta con questi benedetti compiti, che rovinano la vita a tutti: ai giovani, ai quali tolgono la libertà beata di non fare nulla dal mattino alla sera; alle madri e alle nonne, che devono farli al posto loro sobbarcandosi pagine e pagine da studiare invece di fare shopping con le amiche; agli insegnanti che, masochisti come sono, passano le notti a correggerli, umiliando poi con uno squallido voto i poveri studenti, costretti per la frustrazione ad andare dallo psicologo o riempirsi di psicofarmaci!

La soluzione finale
Benedetto il Canada! Quello sì che è un paese civile, con tribunali lungimiranti. Come mi piacerebbe che l’Italia seguisse l’esempio e liberasse i giovani dal cappio dei compiti a casa! Anzi, direi di più: oggi la scuola stessa è diventata un fardello intollerabile; diciamoci le cose come stanno, ci disturba, ci ingombra inutilmente la vita, opponendosi alla nostra felicità e al nostro sacrosanto diritto di divertirci! E basta, facciamola finita una buona volta, siamo coraggiosi e andiamo fino in fondo: aboliamo la scuola.

(da "La Stampa" del 20 novembre 2009)

Ringrazio Paola Mastrocola, autrice del pezzo, per aver espresso così bene esattamente quello che penso.

 
 
 

la (sempre) peggio gioventù

Post n°592 pubblicato il 07 Novembre 2009 da LaPinha

Non vorrei ripetermi, ma comincio a essere alquanto preoccupata per la meglio gioventù che questi anni stanno sfornando: dopo il ragazzino che, visto che non sapeva che fare, ha pensato bene di impiccare un cane (se fossi stata sua madre gli avrei personalmente spezzato le ditine delle mani una per una), arrivano in rapida successione: quelli che marchiano a fuoco un compagno per vedere che effetto fa, quelli che sparano dalla finestra perchè si annoiavano, e dulcis in fundo, il demente che si barda con sciarpa e pistola giocattolo e si autofilma preannunciando una strage a scuola. I genitori, invece di fargli il proverbiale culo a capanna, asseriscono che ovviamente trattasi di ragazzate.

Ora: posto che a quindici anni si è tutti più o meno scemi, mi si permetta di dire che le ragazzate sono altre: rompere un vetro giocando a pallone o rubare le mele del vicino, forse, non certo mettere a repentaglio la vita altrui perchè sei un demente scervellato e hai genitori più scervellati di te che prendono pure le tue difese.

Nè a me nè ai miei amici o alle mie compagne (e giuro che non ci sono Premi Nobel fra di noi) è mai venuto in mente di dare fuoco ai compagni, di darla a destra e a manca per comprarci il 33 giri degli Wham! o di minacciare stragi a scuola fotografandoci con la Polaroid. Al massimo si telefonava a scuola da un telefono a gettoni per dire che c'era una bomba, ma ci sgamavano sempre.

Non so dire cosa sia cambiato, dove sia finito il cervello e il cuore di certi esemplari di razza umana, ma direi che c'è da preoccuparsi. Perchè questi gentlemen, imbottiti di telefonini, Ipod, pay tv e Internet hanno dichiarato, nessuno escluso, di avere agito "per noia". E mi viene in mente che trent'anni fa, con due reti televisive e il telefono a disco beige, riuscivamo a non annoiarci. E se ci annoiavamo, incredibilmente non andavamo a dare fuoco ai barboni. Uscivamo con gli amici, guardavamo la tv e -misericordia- a volte leggevamo perfino un libro.

 
 
 

una storia degli anni 70

Post n°591 pubblicato il 18 Ottobre 2009 da LaPinha

Un giornalista accompagnò un amico a comprare il giornale. Entrati nell'edicola, l'amico salutò gentilmente il giornalaio, che si limitò a grugnire qualcosa in risposta. La stessa cosa accadde quando lasciarono l'edicola. L'amico, educatamente augurò buona giornata, ma l'edicolante non si disturbò neppure a rispondere.

Il giornalista chiese: "Ma è così scortese tutti i giorni?"

"Sì", rispose l'amico.

"E allora perchè continui a essere gentile con lui, visto che lui è così maleducato?" si stupì il giornalista.

"Perchè" rispose l'amico "non voglio che sia lui a decidere come devo comportarmi".

 

Questa è una storia che ho letto trent...ehm, parecchi anni fa sul libro di lettura dell'epoca, Progetto Uomo.

Non chiedetemi perchè, ma non l'ho mai dimenticata, e mi torna in mente ogni volta che ho a che fare con una persona non esattamente gentilissima. E incredibilmente, funziona sempre!

 
 
 

news dal fronte

Post n°590 pubblicato il 03 Ottobre 2009 da LaPinha

Mi scuso per la latitanza forzata ma sono alle prese con una deliziosa traduzione bancaria lunga come la Treccani e interessante come un libro di Bruno Vespa che mi sta togliendo dieci anni di vita.

Ci si risente, prima o poi, preferibilmente prima.

 
 
 

sempre più in alto, mike!

Post n°589 pubblicato il 08 Settembre 2009 da LaPinha

Ho sempre pensato che il giorno in cui Mike Bongiorno sarebbe morto, se ne sarebbe andato con lui un pezzo enorme della storia della Tv (quella con la T maiuscola) italiana.  Lo penso ancora di più oggi che Mike ha fatto i bagagli e se ne è andato per davvero, con le sue gaffes incredibili, i suoi campioni in bianco e nero, la signora Longari che gli è caduta sull'uccello, o forse no (pare si tratti di una leggenda), le pettinature improponibili, le scalate al Cervino sbronzo di grappa Bocchino sigillo nero e i fiati alle trombe di Turchetti. Con le puntate di Scommettiamo il giovedì sera, il cavallino Michele, Pio Ics e il perfido Signor No.

Se ne è andato un uomo che sapeva fare bene il suo mestiere. Nella tv di oggi, cosa più unica che rara.

Buon viaggio, Mike. Sempre più in alto!

 
 
 

addio al papà dell'ape maia

Post n°588 pubblicato il 01 Settembre 2009 da LaPinha

Il cartoonist statunitense Marty Murphy, creatore e disegnatore del popolare cartone animato «L’ape Maia», è morto nella sua casa di Los Angeles all’età di 76 anni. La notizia della scomparsa, che risale a giovedì scorso, è stata data oggi dalla nipote dell’artista, Judy Kaenel Czajka, al «Los Angeles Times». La notorietà di Murphy è legata soprattutto alle avventure dell'insetto, tradotte in 43 lingue e trasmesse in oltre cinquanta paesi. Creata e disegnata nel 1975 da Marty Murphy, la serie è tratta dai racconti «L’Ape Maia e le sue avventure» (1912) e «Il popolo del cielo» (1912) dello scrittore tedesco Waldemar Bonsels (1881-1952).

In Italia Maia arrivò nel 1979, trasmessa su Raiuno: qui i simpatici disegni di Murphy e la celebre canzone cantata da Katia Svizzero («Vola, vola l’Ape Maia...») conquistarono da subito i più piccoli. Il cartone «L’ape Maia» fu realizzato grazie a una co-produzione tedesco-giapponese dalla Apollo Film e dalla mitica Nippon Animation. Marty Murphy ha lavorato come fumettista per 45 anni per la rivista «Playboy», dove esordì con le sue strisce ironiche nel 1963. Sul mensile «Playboy» ha pubblicato complessivamente 348 lavori a fumetti. Nel mondo dei cartoni animati, Murphy esordì nel 1962, collaborando alla realizzazione del film «Mister Magoo's Christmas Carol», per entrare poi nello staff di Hanna-Barbera.

Tra i suoi lavori per l’animazione figurano numerosi episodi di «Fritz the Cat» ed ha scritto tanti soggetti per «DuckTales», l'avventurosa serie con protagonisti i paperi disneyani,  «Garfield and Friends» e «Tom and Jerry». Per la Nippon Animation ha creato la serie «Bambino Pinocchio» ed ha scritto il soggetto di «Little Nemo». Murphy lavorò con grande soddisfazione alla creazione di «L’ape Maia», da lui stesso pensata come ricca di contenuti educativi e pedagogici, un cartoon intramontabile in cui dietro la descrizione delle scoperte di Maia, c’è la crescita interiore della protagonista, la ricerca del suo ruolo nella comunità delle api. Maia è intelligente, curiosa, impaziente di scoprire il mondo, di conoscere nuovi amici, di non fermarsi alle apparenze. Tutta la vasta gamma di personaggi che incontra, non sono altro che i modelli di altrettanti «esemplari» della società umana.

(Da "La Stampa", 1 settembre 2009)

 
 
 

dum dum, questo sconosciuto

Post n°587 pubblicato il 28 Agosto 2009 da LaPinha

Miei piccoli fans,

ho ricevuto questo messaggio. Data la mia giovanissima età non sono in grado di aiutare Donatella, ma magari qualcuno fra di voi...

Vorrei chiedere a tutti gli amici del blog un aiuto: sto da sempre cercando disperatamente una foto e qualcos'altro di DUM DUM, uno scimpanzè che compariva in un telefilm degli anni '70 di cui, purtroppo, non ricordo nemmeno il nome.
Mio fratello compirà a novembre 40 anni e all'epoca, quando aveva visto in tv lo scimpanzè, aveva sentenziato (aveva davvero pochi anni!!): da oggi dovete chiamarmi DUM DUM!!!!
Vorrei fargli una sorpresa per il suo importante compleanno: qualcuno mi aiuta?

Grazie e complimenti a tutti, Donatella

 
 
 
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INFO


Un blog di: LaPinha
Data di creazione: 23/07/2006
 

EMIL DI LONNEBERGA... PIÙ 70 DI COSÌ!

 

BENVENUTI... O BENTORNATI!

immagine

Quando sarai stanco di viaggiare

Attraverso il tempo e attraverso il mare

Oltre alle città oltre il confine

Del mondo che si sposta dentro le cartoline

Quando sarai stanco di giocare la partita

Che detta le sue regole finché non è finita

Quando sarai stanco di non vincere più niente

Vienimi a cercare puoi trovarmi qui

Quando sarai stanco di aspettare

Leggi le mie lettere

E vienimi a cercare

Vivo la mia vita tra i papaveri e il grano

Il cielo è trasparente il mondo gira piano

E c’è un camino acceso e coperte sui divani

La notte sopra il tetto e il correre dei cani

E sentirai l’odore della bella primavera

E suoni di campane tra gli echi della sera

E conterai le stelle nella notte senza luna

Vienimi a cercare io ti aspetto qui

(Mimmo Locasciulli - Lettere dalla Riserva)