Seguendo un link su facebook ho letto di una nuova “iniziativa” chiamiamola così del mondo musulmano. La guida Al-Kathami ha proibito alle donne l’uso della bicicletta (rende le donne desiderabili), provocando, almeno in Iran, la loro rivolta. “Il Giornale” si è spinto ad intervistare dei musulmani italiani, i quali sostengono tale posizione, dicendo che la donna deve stare in casa e non andare in giro in bicicletta. E spiegano: per noi la donna è una cosa sacra e come tutte le cose sacre le teniamo nascoste. Anche mostrare un dito del piede dovrebbe essere proibito.
Al di là di cose ben più gravi (i matrimoni combinati, le rappresaglie familiari per le ragazze che si scelgono un ragazzo non musulmano, l’obbligo vigente per le donne in qualche paese di uscire di casa solo se accompagnate da un parente, l’anatema contro i gay, ecc.) questo è un segno, piccolo ma significativo, di come funziona la morale del mondo musulmano (bisogna fare un distinguo per l’Indonesia, che è il più popoloso paese musulmano, ma da cui non mi sembra provengano immigrati). Gli uomini fanno le leggi che riguardano le donne, che ovviamente non vengono interpellate, perché le donne sono cosa loro. Sacre, ma loro possesso.
Ecco perché io sono di quelli che ha paura quando si parla di relativismo della cultura. Non si tratta di costumi occidentali che si vogliono imporre, qui si tratta della possibilità di scelta, della autonomia, di metà degli individui (secondo alcune statistiche anche più della metà).
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Questione davvero difficile da trattare.
E così pure la bicicletta le hanno tolto, che altro resta? Che l’uomo musulmano possa proibire a suo piacimento , e quando più gli aggrada , qualsiasi cosa al genere femminile è cosa ormai nota…..la mia posizione è stata sempre molto netta nei confronti di certi usi e costumi del mondo islamico e cioè non li tollero nel mio mondo in cui, le donne in special modo, certe conquiste le hanno pagate a duro prezzo e parlo di libertà, della piena libertà…molti contestano il fatto che i nostri costumi, quelli femminei soprattutto, sono forse peggiori di certe restrizioni, proibizioni e affini….e io ribatto che la mia libertà, me la gioco come voglio, ho l’opzione sempre pronta, usarla nel modo giusto o sbagliato, ma lo decido da me….la differenza sta tutta qui. E che nessuno mi venga a raccontare che portare il burka sia una “scelta”, perché l’origine di quella scelta è e resta comunque maschile, poi il lavaggio del cervello può produrre qualsiasi orrore. Certo ci vorrà tempo, tantissimo tempo perché qualcosa cambi, già molti islamici la pensano diversamente, solo che sono, in genere, personaggi della cultura, scrittori, giornalisti, artisti (e spesso atei)…..e ho detto tutto. Non amo il relativismo culturale, essere aperti all’"altrui" non significa che nel mio paese posso accettare(veramente non l’accetto in nessun posto) cose aberranti come l’infibulazione(qualcuno ci ha provato ad ammetterlo come facente parte di una tradizione), nel momento in cui si nega la libertà e la dignità a qualcuno non c’è relativismo che tenga. |
(Rispondi)
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