Pensieri di Diogene
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Non si conoscono le esatte origini del castagno. Ritrovamenti di reperti fossili attestano che l'albero dovrebbe derivare da un ceppo originatosi nel Terziario, circa 10 milioni di anni fa e che in periodo a clima caldo si era diffuso in Asia, in Europa e nelle Americhe.
In Italia si sono rutrovati resti fossili risalenti a circa 10.000 anni fa.
La castagna era conosciuta in Grecia sin dall'antichità. Le castagne erano conosciute anche nell'antica Roma. Ne parlno Catone il Censoe, Varrone, Virgilio, Plinio il Vecchio (che lo considerava un frutto di scarso valore).
Con le grandi vittorie di Roma e la conquista di nuovi territori, la coltura si estese oltre il suolo italico e in poco tempo tutta l'Europa centro-meridionale venne interessata alla coltura e i castagneti da frutto si ritrovarono in Portogallo, Spagna, Francia, Svizzera e Inghilterra meridionale.
Nel Medioevo le castagne diventano frutti conosciuti ed apprezzati. Nell'Età moderna le castagne, ormai conosciute in tutta Europa, assumono un ruolo fondamentale nella storia agraria italiana diventando una voce costante nelle esportazioni verso altri Stati.
Nel Novecento la castanicoltura italiana si evolve in maniera travagliata: dapprima la castanicoltura continua a mantenere un ruolo strategico per la sopravvivenza di una larga fascia di popolazione della montagna italiana. Poi, oltre a soddisfare un consistente consumo nazionale, la castagna diventa oggetto di una vivace commercializzazione sia sui mercati europei che di Oltreoceano. Dopo questo prosperoso periodo, nella seconda metà del Novecento la castanicoltura ha manifestato una notevole crisi: la popolazione di montagna ha abbandonato le campagne e le colture più disagevoli, diminuendo, quindi, le cure e le attenzioni verso i castagneti.
I termini castagna e Marrone vengono spesso confusi, ma rimandano a due specie ben differenti. nella castagna la percentuale di frutti settati, cioé con il gheriglio che divide il frutto, è maggiore del 12%, mentre nei Marroni è minore del 12%.
Il castagno è funestato da vari insetti, tra cui uno, il cinipide del castagno (vespa cinese) si è diffuso dal 2002 e ha portato al deperimento di un gran numero di piante, decimando i raccolti e costringendo all’importazione di castagne. Ora però è stato individuato un nemico naturale di questo parassita; il Torymus sinensis che mangia le sue larve. Esono cominciati i “lanci” di questo insetto nei castagneti.
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