Messaggi del 09/11/2018

una migrante

Post n°567 pubblicato il 09 Novembre 2018 da diogene51
 

 

Penso che ci siano varie persone che, anche se non condividono in tutto la posizione del Governo, sono contente del fatto che il flusso dei migranti verso l'Italia si sia alquanto ridotto fin quasi ad azzerarsi. In realtà non è tutto conseguenza del lavoro dell'attuale Governo, perché già quello precedente aveva operato in tal senso. Come ben sapete ci si avvale della guardia costiera libica (provvista di mezzi e denari da parte italiana) per riprendere i migranti che cercano di partire o mentre sono in mare. Questa guardia costiera prende le persone e le porta in campi di concentramento. Altri libici intercettano poi le carovane di profughi che salgono dal sud. Sbagliamo quando diciamo “la Libia”. A parte che in quel Paese ci sono due governi contrapposti, dei quali uno è riconosciuto dall'Italia e da altri Paesi, chi comanda davvero sono differenti tribù e gruppi di trafficanti che operano liberamente. Molti di questi migranti finiscono schiavi, essendo venduti come tali dai vari gruppi che li prendono in consegna. Questa pratica, dimostrata già un anno fa dalla rete televisiva americana CNN è stata chiamata dal segretario generale dell'ONUe dal suo Commissario per i diritti umani un “crimine contro l'umanità”, mentre la collaborazione dell'Italia e della UE con la guardia costiera libica è stata definita “disumana”.

 

Leggo ora sul n. 44 de “L'Espresso” del 2018 (ormai vecchio di un paio di settimane, che chi volesse se lo potrebbe leggere alla biblioteca pubblica) la testimonianza di una madre etiopica, (madre perché violentata) di 18 anni, ricoverata in Niger dove alla fine è giunta. A sedici anni è partita dall'Etiopia   che la siccità sta rendendo inabitabile, con un'amica, senza soldi (è quindi un “migrante economico”, che non avrebbe diritti come chi scappa dalla guerra). Così vengono subito vendute da un gruppo ad un altro. Una prima prigione in una stanza con trenta persone. I carcerieri fanno loro bere la propria urina. La violentano in diversi, per tre giorni, poi la sua amica per altri tre giorni. Vengono poi vendute ai libici . Un'altra prigione, sottoterra, dove non si sta in piedi. L'amica muore. Ogni tanto i trafficanti entrano e torturano qualcuno e ne ammazzano altri a sangue freddo. Vanno dentro e violentano le donne, in pubblico. Le permettono di chiamare un cugino che sta in Arabia Saudita e che paga il suo riscatto. Ormai è incinta di cinque mesi e viene venduta alla polizia libica (quella che noi aiutiamo), che la violenta ancora. Partorisce a Sabrata, cerca di uccidersi ma la salvano. Dicono che può ritornare a casa, ma non può perché “il marito l'ammazzerebbe per il disonore”. Alla fine l'Unhcr (commissariato ONU per i rifugiati) la trova e la porta in Niger, in una sua struttura.

 

Ora io mi domando: come mai tante donne che si muovono per un'attrice a cui un regista ha fatto delle avances pesanti, non si muovono per Nebras? Perché ha la pelle nera?

 

 
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