Messaggi del 14/12/2018

La fusione nucleare

Post n°571 pubblicato il 14 Dicembre 2018 da diogene51
 

 

 

A che punto è la fusione nucleare? Si è fatto un gran parlare di questa tecnologia che dovrebbe assicurare in futuro energia a basso costo con cui sostituire i combustibili fossili e da affiancare a quella rinnovabile. Si è parlato anche della fusione fredda, ricordate? Ma gli esperimenti hanno dimostrato che i risultati ottenuti dai primi due scienziati sono stati un caso e non sono ripetibili. Le principali nazioni industrializzate del mondo stanno invece collaborando insieme per ottenere energia dalla costruzione di un reattore a fusione in Francia. In Italia si costruirà un impianto sperimentale vicino a Frascati.

Comuque sia i primi kilowatt saranno prodotti verso il 2050, perché ci sono grandissimi problemi da risolvere.

La fusione nucleare è quella che produce enormi quantità di energia nel Sole ed è la fusione di due atomi leggeri, l'idrogeno e un altro (sulla terra si usa il trizio) per produrne un terzo che sarà l'elio. Questo processo, che si compie nel Sole e sulle stelle, è possibile perché è confinato all'interno del corpo celeste da una grande pressione gravitazionale che sulla terra non si può riprodurre. Allora si cerca di confinare questa fusione in un circuito a forma di ciambella circondato da potentissimi magneti. I materiali disponibili non permettono di contenere direttamente il plasma caldo, la cui temperatura raggiunge i 40 milioni di gradi. Solo una piccola parte del calore potrà essere indirizzato verso uno scambiatore per produrre vapore ed alimentare una turbina per l'energia elettrica. Al momento attuale siamo ancora agli esperimenti, che producono questo plasma caldissimo per pochi secondi, ma non vi è dubbio che, con l'aumentare delle prove e l'affinarsi della tecnologia questo diventerà possibile.

Questa tecnologia, a differenza di quella impiegata nelle centrali nucleari attuali, che rompono gli atomi anziché fonderli, è del tutto sicura: produrrà pochissimi materiali radioattivi a vita breve (come quelli che si usano negli ospedali) e sarà impossibile l'instaurarsi di una reazione a catena, come quella che produce gli incidenti nelle centrali attuali. Basterà spegnere un interruttore e la reazione si fermerà.

Certo difficilmente noi la vedremo, ma i nostri figli sì...

 

 

 
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