Messaggi di Novembre 2018

Una famiglia sul web

Post n°570 pubblicato il 30 Novembre 2018 da diogene51
 

 

Leggo su Corriere.it di una ragazza di New York, un'atleta e studentessa presso una prestigiosa università che è stata completamente diseredata dalla facoltosa famiglia perché non ha voluto abbandonare il suo orientamento sessuale e sottoporsi ad una fantomatica psicoterapia per “guarire” e tornare etero. Finita in miseria, si è messa a fare la cameriera; poiché non riusciva però a mantenersi ha accettato il consiglio di creare una raccolta fondi sperando di raggranellare 5000 dollari. Ebbene, ne ha ricevuti 100.000 e studio e atletica sono ora completamente alla sua portata.

Lei ha ringraziando tutti dicendo di avere trovato un'altra famiglia, anche se composta da perfetti sconosciuti. Alla fine i genitori hanno compreso la pessima figura che hanno fatto e si sono dichiarati pronti a riammetterla in famiglia.

Io credo che il web, che viene da più parti demonizzato come un luogo in cui è facile perdersi, in questa occasione ha dimostrato la possibilità di dare sostegno vitale a chi si trovava in un brutto momento della sua vita. Peccato anzi che queste possibilità non siano sfruttate a fondo.

 
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Frutta e verdura

Post n°569 pubblicato il 26 Novembre 2018 da diogene51
 

 

Leggevo l'altro giorno, mi pare su “Il Fatto alimentare”, una rivista on-line di alimentazione, che se tutto il mondo seguisse una dieta sana, non ci sarebbe abbastanza frutta e verdura per tutti.

Così è, dunque: la nostra alimentazione è possibile solo perché noi occidentali, che abitiamo il Nord del mondo, sfruttiamo il resto del pianeta.

Già, in molti paesi del cosiddetto terzo mondo non si mangia abbastanza perché il terreno coltivabile è sfruttato per l'agricoltura da esportazione: banane, caffè, thè, mangimi per i nostri pasciuti bovini, eccetera.

Così non ce n'è abbastanza per chi vive lì, non solo per coltivare il grano per il pane, il cous cous, ecc. ma anche per quei vegetali che formano il corollario di una sana alimentazione per tutti e non solo per i vegetariani.

Notoriamente i terreni africani, per esempio, in molte zone non sono facili da coltivare (se sono fertili devono essere disboscati, se non lo sono vanno irrigati) e se vi sono aiuti esterni, a parte piccoli progetti della Fao e di altre benemerite organizzazioni, anche minuscole, anche ialiane, questi vengono dalle multinazionali che forniscono i capitali perché si coltivi ciò che poi compreranno.

Non è un invito a non mangiare frutta e verdura, anzi; ma a pensare cosa non va nell'organizzazione del mondo.

I migranti “economici” sono spesso più degni di aiuto di coloro che fuggono dalle guerre. Io non l'ho mai capita questa cosa, che avrebbero meno diritti: i civili non sono stati buoni buoni durante i conflitti mondiali? I tedeschi si son sopportati tonnellate di bombe al fosforo e anche gli Italiani ne hanno avuto una parte. I cinesi sono stati massacrati dai giapponesi, decine di migliaia solo i bambini (massacro di Nanchino). Non dico che non avrebbero voluto scappare, però non sono scappati...

 
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Prima gli Italiani

Post n°568 pubblicato il 16 Novembre 2018 da diogene51
 

 

 

 

 

Si chiamava Violeta Senchiu.

Era rumena.

Aveva 32 anni

Aveva anche tre figli.

Il suo compagno, un italiano, sì, un italiano di quelli che vengono prima, le ha dato fuoco, arsa viva con tre taniche di benzina.

E' morta dopo ore di incredibile sofferenza.

Niente articoli e inchieste sui giornali. Nessuna troupe televisiva che si aggira a Sala Consilina dove è accaduto l'omicidio. Nessun fiore portato da nessun ministro. Nessun tweet. Nessun corteo di Forza Nuova. Niente

https://27esimaora.corriere.it/18_novembre_08/violeta-32-anni-mamma-tre-figli-arsa-viva-compagno-italiano-femminicidio-cui-non-si-parla-4d446362-e33a-11e8-85dd-706d19559ca8.shtml

 

 

 

 

 
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una migrante

Post n°567 pubblicato il 09 Novembre 2018 da diogene51
 

 

Penso che ci siano varie persone che, anche se non condividono in tutto la posizione del Governo, sono contente del fatto che il flusso dei migranti verso l'Italia si sia alquanto ridotto fin quasi ad azzerarsi. In realtà non è tutto conseguenza del lavoro dell'attuale Governo, perché già quello precedente aveva operato in tal senso. Come ben sapete ci si avvale della guardia costiera libica (provvista di mezzi e denari da parte italiana) per riprendere i migranti che cercano di partire o mentre sono in mare. Questa guardia costiera prende le persone e le porta in campi di concentramento. Altri libici intercettano poi le carovane di profughi che salgono dal sud. Sbagliamo quando diciamo “la Libia”. A parte che in quel Paese ci sono due governi contrapposti, dei quali uno è riconosciuto dall'Italia e da altri Paesi, chi comanda davvero sono differenti tribù e gruppi di trafficanti che operano liberamente. Molti di questi migranti finiscono schiavi, essendo venduti come tali dai vari gruppi che li prendono in consegna. Questa pratica, dimostrata già un anno fa dalla rete televisiva americana CNN è stata chiamata dal segretario generale dell'ONUe dal suo Commissario per i diritti umani un “crimine contro l'umanità”, mentre la collaborazione dell'Italia e della UE con la guardia costiera libica è stata definita “disumana”.

 

Leggo ora sul n. 44 de “L'Espresso” del 2018 (ormai vecchio di un paio di settimane, che chi volesse se lo potrebbe leggere alla biblioteca pubblica) la testimonianza di una madre etiopica, (madre perché violentata) di 18 anni, ricoverata in Niger dove alla fine è giunta. A sedici anni è partita dall'Etiopia   che la siccità sta rendendo inabitabile, con un'amica, senza soldi (è quindi un “migrante economico”, che non avrebbe diritti come chi scappa dalla guerra). Così vengono subito vendute da un gruppo ad un altro. Una prima prigione in una stanza con trenta persone. I carcerieri fanno loro bere la propria urina. La violentano in diversi, per tre giorni, poi la sua amica per altri tre giorni. Vengono poi vendute ai libici . Un'altra prigione, sottoterra, dove non si sta in piedi. L'amica muore. Ogni tanto i trafficanti entrano e torturano qualcuno e ne ammazzano altri a sangue freddo. Vanno dentro e violentano le donne, in pubblico. Le permettono di chiamare un cugino che sta in Arabia Saudita e che paga il suo riscatto. Ormai è incinta di cinque mesi e viene venduta alla polizia libica (quella che noi aiutiamo), che la violenta ancora. Partorisce a Sabrata, cerca di uccidersi ma la salvano. Dicono che può ritornare a casa, ma non può perché “il marito l'ammazzerebbe per il disonore”. Alla fine l'Unhcr (commissariato ONU per i rifugiati) la trova e la porta in Niger, in una sua struttura.

 

Ora io mi domando: come mai tante donne che si muovono per un'attrice a cui un regista ha fatto delle avances pesanti, non si muovono per Nebras? Perché ha la pelle nera?

 

 
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