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Come una pietra che rotola
Post n°8 pubblicato il 22 Luglio 2011 da rodopiecassandra
Mi ciondola la testa da un lato. E non m’importa. Mi fisso le caviglie gonfie e non voglio bere. Mi guardo mentre digito al pc questo post, a 48 anni. E mi confondo. Ero ancora lucida. Chiaroveggente. Ora dipendo da chi m’imbocca e mi pulisce. Non so scrivere. Solo bagliori. A 48 anni, mentre digito, premonisco l’incoscienza e ne ho paura. Ora che non ho paura non ne ricordo l’odore. Non lo sento. C’è Rex in Tv e rido. Di denti non miei. Che non mi servono. Non cammino. Resto. A 48 anni, mentre digito il mio futuro, impazzisco. Ora impazzita, sto in silenzio. Ma non accetto. O forse sì. Non so. Non so chi sono. Dovrei rileggermi quello che ho battuto un giorno di Luglio sulla tastiera, mentre ancora potevo. E non sarebbe servito ad impedirlo. |
INFO
PER TE AMORE MIO
Mi ha detto che secondo lui la gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesci a fare ciò per cui è nata. Allora, lì, è felice. Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare. Quando aspetti o ricordi, mi ha detto, non sei né triste né felice. Sembri triste, ma è solo che stai aspettando, o ricordando. Non è triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda. Semplicemente è lontana.
Alessandro Baricco, da “Questa Storia”