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L'attentato di Parigi tra ipocrisia libertaria e strategia della tensione.

Post n°44 pubblicato il 08 Gennaio 2015 da yululunga
Foto di yululunga

Nell'esprimere il mio cordoglio per tutte le vittime sopratutto alle famglie dei dipendenti (vittime non completamente responsabili della linea editoriale della redazione) morti nella carneficina a Parigi per mano di estremisti religiosi islamici, credo che qualcosa vada detta in merito a questa vicenda che desta qualche perplessità sulle modalita quantomeno esagerate di pratica della liberta di espressione (di satira) che è tale fino a che essa stessa, sopratutto in un paese come la Francia che tanto ha preso dalle sue colonie quanto ha negato in termini di pari dignità , non racchiuda nella sua espressività i presupposti della sua negazione violenta e terribile.

Forse in questa situazione di grandi cambiamenti geopolitici e grandi conflitti in atto, una satira non censorea ma meno virulenta verso una religione notoriamente meno incline a sorridere sul proprio Dio avrebbe giovato, come hanno fatto i media americani l'indomani che a differenza di molti loro colleghi europei non hanno rimbalzato le vignette dissacranti sulla religione islamica.

Forse perche gli Stati Uniti a differenza dell'Europa hanno pagato un altissimo tributo e non solo in patria alla lotta contro l'estremismo islamico.

Ma perchè si e arrivati a questa tragedia ?

Non abbiamo una conoscenza sicura della natura dell’attacco alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi, per poter sapere chi sono i suoi reali promotori, per separarli da chi cerca semplicemente di approfittare di questo atto. Ma possiamo, leggendo nei trascorsi complottisti anche italiani, fare unaa ipotesi nemmeno troppo azzardata.

La domanda che sorge è come sia stato possibile alla luce delle dichiarazioni di Hollande di svariati attentati di matrice jahadista sventati nei mesi precedenti, che i servizi di informazione francesi non sapessero o almeno prevedessero (anche in virtu delle minacce e del precedente incendio doloso della sede di Hebdo), che sarebbe potuto accadere qualcosa.

L’attacco alla redazione di Charlie Hebdo potrebbe essere un episodio della strategia della tensione praticata dai gruppi imperialisti stessi: francesi, americani, tedeschi o altri. 

La Francia è un paese imperialista chiave per la trasformazione dell’UE in un vero e proprio Stato federale, quindi anche per impedirla. Esclusa la Gran Bretagna che è troppo legata agli USA per impegnarsi in una simile impresa (infatti non solo non vuole pagare i contributi comunitari ma non condivide neanche la moneta), la Francia è in Europa lo Stato politicamente più forte. Infatti in termini di relazioni internazionali, di capacità di influenza e di manovra nel mondo la borghesia imperialista francese è di gran lunga più forte della borghesia imperialista tedesca.

Senza la Francia, la Germania non può costituire un serio avversario per gli USA sul piano politico: quindi anche come potenza economica non può andare oltre limiti accettati dai gruppi imperialisti USA. D’altra parte sul piano interno la borghesia imperialista francese è debole: per ragioni radicate nella sua storia ha difficoltà a tenere saldamente in pugno le masse popolari.

Per una serie di eventi la redazione di Charlie Hebdo era diventata un bersaglio ideale per compattare con un attacco contro di essa una larga parte della popolazione francese (gli strati superiori) attorno allo Stato, ma nello stesso tempo anche per approfondire il distacco e il contrasto tra questa parte e larga parte della classe operaia, dei lavoratori autonomi e degli emarginati compattati al grido di je suis charlies. Era quindi un bersaglio ideale sia per chi vuole rafforzare lo Stato francese sia per chi vuole indebolirlo. Se l’attacco di Parigi è stato un’operazione di strategia della tensione, sarà la prontezza nello sfruttare l’attacco che indicherà chi è il promotore di esso.

E questo succederà domenica prossima 11 Gennaio 2015 a Parigi ( riunione dei ministri di difesa e interni UE).

Non ti chiedo caro lettore e lettrice di condividere questa mia possibilità ma ti chiedo di analizzare chi e cosa c'è dietro la destabilizzazione degli architravi laici e progressisti del mondo arabo, e mi riferisco a tre tra i piu estesi paesi del nord Africa che non avevano nel loro DNA l'integralismo e l'estremismo e che erano tra i piu ricchi e progrediti del medio oriente e che invece ora sono cumuli di rovine tra le cui macerie proliferano i virus piu letali.

Virus che colla complicità e l'ipocrisia libertaria dei media borghesi del'imperialismo europeo e italiano sono ad un tempo condannati e ad un tempo finanziati.....

 

Questi paesi sono Iraq, Siria e Libia.

 

roberto

 

 
 
 
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