Creato da StregadellaFavola il 01/09/2006

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Strega della Favola ovvero Fata Ignorante

 

 

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Post n°1144 pubblicato il 11 Agosto 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

Il mio amico ...

Il mio amico ...... è uno di quei principi senza regno che si danno un gran da fare nella speranza di essere baciati e potersi trasformare in rospi. Capisce tutto al contrario e per questo mi piace tanto. Mi osserva pensando che io non lo veda. Crede che potrei svanire se mi tocca e che, se non lo fa, a svanire sarà lui. Mi ha messo su un piedistallo così alto che non sa più come fare per salirci sopra. Pensa che le mie labbra siano le porte del paradiso, ma non sa che sono avvelenate. Io sono così vigliacca che, per non perderlo, non glielo dico. Fingo di non vederlo e, sì, anche di poter svanire...
Il mio amico Oscar è uno di quei principi che farebbero bene a tenersi lontani dalle fiabe e dalle principesse che le
abitano. Non sa che è il principe azzurro a dover baciare la bella addormentata per svegliarla dal suo sonno eterno, ma questo succede perché Oscar ignora che tutte le fiabe sono menzogne, anche se non tutte le menzogne sono fiabe. I principi non sono azzurri e le addormentate, per quanto belle, non si risvegliano mai dal loro sonno. È il miglior amico che abbia mai avuto e, se un giorno mi imbatterò in Merlino, lo ringrazierò per avermelo fatto incrociare sulla mia strada.

Da "Marina" di Carlos Luiz Zafon

 
 
 

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Post n°1143 pubblicato il 31 Luglio 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

"Ti avverto, chiunque tu sia.

Oh tu che desideri sondare gli arcani della Natura,

se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi

non potrai trovarlo nemmeno fuori.

Se ignori le meraviglie della tua casa,

come pretendi di trovare altre meraviglie?

In te si trova occulto il Tesoro degli Dei.

Oh Uomo, conosci te stesso

e conoscerai l’Universo e gli Dei"

 

Oracolo di Delfi

 
 
 

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Post n°1142 pubblicato il 14 Luglio 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

Erano troppo cattivi e superbi gli uomini da qualche tempo. Giove, il possente nume che governava il Cielo e la Terra ne era proprio stanco."Bisogna punirli" si disse. E, chiamato presso il suo trono il fabbro Vulcano gli comandò di fabbricargli una donna. "Fabbricare una donna!!! Ma non é la stessa cosa che cesellare lo scudo di Minerva o sbalzare l'armatura di Marte!" gli disse. "Obbedisci!!" ripeté Giove, severo. "Ho bisogno di castigare gli uomini che stanno diventando veramente malvagi!" E Vulcano obbediente se ne tornò alle sue fucine e cominciò a costruire la donna.  Con le braccia vigorose, la modellò in argilla dal capo alle piante, la fece disseccare, le plasmò con dita sapienti un volto soave, la colorò di tenero rosa e le diede come anima una scintilla del fuoco divino che ardeva nei forni immensi dell'Olimpo. Allora la donna aprì gli occhi, sorrise e le sue membra si mossero con grazia; era in tutto simile alle bellissime Dee. Accorse Minerva ad ammirarla e le donò una cintura di perle e un abito ricchissimo di porpora e gemme; le Grazie le adornarono il petto e le braccia di gioielli scintillanti; Venere, la dolce dea dal sorriso adorabile, sparse sulla testa della fortunata ragazza tutte le più squisite grazie femminili, mentre le Ore dalle lunghe trecce dorate inghirlandavano la donna appena creata con serti di rose vellutate e profumate. Anche Giove volle offrire il suo dono alla bellissima mortale, prima di mandarla fra gli uomini."Io ti metto nome Pandora " disse Giove. "E il tuo nome vuol dire la donna "di tutti i doni" e a quelli che hai ricevuto ora, aggiungo il mio. Eccolo, tu porterai questo vaso con te, quando andrai sulla terra. Esso contiene tutti i mali che possono far piangere, soffrire, rovinare gli uomini. Guardati dunque dall'aprirlo, essi sfuggirebbero tutti per il mondo; mentre invece chiusi lì dentro, rimarranno imprigionati in eterno e non potranno nuocere a nessuno". La donna accolse grata il dono del nume e su di un cocchio a forma di cigno, scese sulla Terra ove il Fato aveva stabilito che dovesse diventare la sposa di un re. Ma la curiosità, a poco a poco, prese a roderle il pensiero: che cosa dunque conteneva il prezioso vaso intarsiato donatole da Giove? Tutti i mali aveva detto il nume? Ma come erano fatti? Quali erano? E se avesse aperto appena un pochino il coperchio e avesse curiosato con precauzione da uno spiraglio?  Piano piano la donna sollevò il coperchio, ficcò il viso nella breve fessura, ma dovette staccarsene subito inorridita. Un fumo denso,  nero e acre usciva a folate enormi dal vaso e mille fantasmi orribili si delineavano in quelle tenebre paurose che invadevano il mondo e oscuravano il sole. C'erano tutte le malattie e tutti i dolori e tutte le brutture e tutti i vizi. E, tutti rapidi, inafferrabili, violenti, uscivano dal vaso irrompendo nelle case tranquille degli uomini. Invano Pandora, cercava affannosamente di chiudere il vaso, di trattenere i Mali e di rimediare al disastro. Il Fato inesorabile si compiva e da quel giorno la vita degli uomini fu desolata da tutte le sventure scatenate da Giove.  Quando tutto il fumo denso fu svaporato nell'aria e il vaso parve vuoto, Pandora guardò nell'interno: c'era ancora un grazioso uccellino azzurro; era la Speranza, l'unico bene rimasto ai mortali a conforto delle loro sventure.  Giove aveva punito gli uomini con la curiosità rovinosa di Pandora, aveva voluto che i Mali fossero liberi di causar loro infiniti castighi, ma aveva anche donato alla vita travagliata che egli stesso aveva imposto all'umanità, un dolce azzurro conforto:la Speranza che non abbandona nessuno.

 dal web

 

 
 
 

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Post n°1141 pubblicato il 03 Luglio 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

""… la gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo in una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesce a fare ciò per cui è nata.
Allora, lì, è felice. Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare
.

Quando aspetti o ricordi non sei nè triste nè felice. Sembri triste, ma è solo che stai aspettando o ricordando.
Non è triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda
Semplicemente è lontana.”

Alessandro Baricco "questa storia"

 
 
 

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Post n°1140 pubblicato il 27 Giugno 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

Una vecchia leggenda Indiana racconta che vi fu un tempo in cui tutti gli uomini erano dei.
Essi però abusarono talmente della loro divinità , che Brahma Signore degli dei, decise di privarli del potere divino e decise di nasconderlo in un posto, dove fosse impossibile trovarlo.
Il grande problema fu dunque quello di trovare un nascondiglio.

Quando gli dei minori furono riuniti a consiglio per risolvere questo dilemma, essi proposero la cosa seguente: "Sotterriamo la divinità  dell'uomo nella terra".
Brahma tuttavia rispose: '"No, non basta perchè¨ l'uomo scaverà  e la ritroverà ".
Gli dei allora replicarono: '"In tal caso, gettiamo la divinità  nel piu' profondo degli oceani".
E di nuovo Brahma rispose '"No, perchè¨ prima o poi l'uomo esplorerà  le cavità  di tutti gli oceani e sicuramente un giorno la ritroverà  e la riporterà  in superficie".

Gli dei minori conclusero allora: '"Non sappiamo dove nasconderla, perchè¨ non sembra esistere sulla terra o in mare luogo alcuno che l'uomo non possa una volta raggiungere".
E fu cosi'¬ che Brahma disse: '"Ecco ciò che faremo della divinità dell'uomo.
La nasconderemo nel suo io piu' profondo e segreto, perchè è il solo posto, dove non gli verrà  mai in mente di cercarla".

A partire da quel tempo l'uomo ha compiuto il periplo della terra, ha esplorato, scalato montagne, scavato la terra e si è immerso nei mari alla ricerca di qualcosa che si trova dentro di lui.

 
 
 

volare tra le farfalle

Post n°1139 pubblicato il 27 Giugno 2009 da kiara540

volare

 
 
 

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Post n°1138 pubblicato il 26 Giugno 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

Ci fù una volta nella storia del mondo un giorno terribile, in cui l’odio, che è il Re dei difetti e dei cattivi sentimenti, riunì a se tutti i più neri e desideri perversi del cuore umano, per uccidere l’ Amore…..

Il primo volontario fù il cattivo carattere, ma dopo un anno tornò sconfitto…poi fù la volta dell’ambizione, ma dopo una lunga ed estenuante lotta, vinse ancora l’Amore….poi a ruota, arrivarono la gelosia, la freddezza, l’egoismo, l’indifferenza, la povertà, la malattia…ma nulla da fare…fallirono tutti…!!!.

Raccontando che era l’unico che avrebbe potuto sconfiggere l’Amore

Poco dopo tempo...tornò vincitore…tutti erano sorpresi,e gli chiesero, come finalmente fosse riuscito nell’impresa…lui alzò il cappello e si presentò…..

“ Io…sono la Routine….”

 dal web

 
 
 

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Post n°1137 pubblicato il 22 Giugno 2009 da StregadellaFavola
 
 
 

buona Estate !

Post n°1136 pubblicato il 21 Giugno 2009 da stelladanzanteforeve

un pensiero affettuoso ! 

 
 
 

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Post n°1135 pubblicato il 13 Giugno 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

« ......... sul tardi d'un pomeriggio di marzo, vi fu in Sicilia un pastore che entrò col figlio e una cinquantina di pecore, più un cane e un asino, nel territorio della città di ...
Questa sorge all'incrocio di tre vallini, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo del letto d'una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini. È nell'estremità sud-orientale dell'isola; e chi vi arriva dall'interno se la trova d'un tratto ai piedi, festosa di tetti ammucchiati, di gazze ladre e di scampanii; mentre chi vi arriva venendo dal non lontano litorale la scorge che si annida con diecimila finestre nere in seno a tutta l'altezza della montagna, tra fili serpeggianti di fumo e qua e là il bagliore d'un vetro aperto o chiuso, di colpo, contro il sole...Ma la pietra la lasciò cadere, appena arrivato. Il volto di Rosario si era alzato radioso dinanzi ai suoi piedi dalla roccia che scendeva tra cielo e cielo. Insieme gli si era aperta dinanzi la città di ... con le corone dei santuari sulle teste dei tre valloni, con le rampe dei tetti e delle gradinate lungo i fianchi delle alture, e con un gran nero di folla che brulicava entro a un polverone di sole giú nel fondo della sua piazza da cui parte e s'allarga verso occidente un ventaglio di pianura. Rosario era felice, indicandola al padre, come se avesse temuto di vederla svanire prima del suo arrivo.... Abbracciò il cane al collo, in un gesto di entusiasmo, e di nuovo indicò tutta la valle di case; poi i quartieri delle pendici ch'erano deserti e immobili nell'azzurro dell'ombra; poi la folla ch'era in fondo, immersa nel sole, e in essa indicò l'origine della musica che s'udiva vibrare ogni tanto, filtrata dalle diecimila stanze vuote e dalle gole d'organo della montagna.
«Ma che cos'è? - domandò - È Gerusalemme?»
Aveva negli occhi punte azzurre di sole che gli impedivano di distinguere che faccia facesse suo padre. L'udí in ogni modo rispondergli: «Non so che città sia». Egli, con questo, non aveva detto che non poteva essere la Città per eccellenza: «Gerusalemme o altro che si chiamasse....Come devono essere contenti in questa città!» Esclamò Rosario....
Rosario continuava: «È la più bella città che abbiamo mai vista. Più di Piazza Armerina. Più di Caltagirone. Più di Ragusa, e più di Nicosia, e più di Enna...»
Il padre non lo negava. Egli considerava la pietra senza dir nulla, e Rosario poté soggiungere: - Forse è la più bella di tutte le città del mondo. E la gente è contenta nelle città che sono belle.... »

Elio Vittorini  

 
 
 

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Post n°1134 pubblicato il 12 Giugno 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

Il cratere era colmo
d’ambrosia.
Ermete prese un’anfora,
versò. Tutti gli dèi
reggevano le coppe,
libavano. Allo sposo
fecero auguri di felicità

SAFFO (seconda metà del VII a.C. ca. - ?)

 
 
 

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Post n°1133 pubblicato il 11 Giugno 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

  • Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo. E a subirla ti senti ingannato, beffato, umiliato. La vittima d'una ingiustizia che non t'aspettavi, d'un fallimento che non meritavi. Ti senti anche offeso, ridicolo, sicché a volte cerchi la vendetta. Scelta che può dare un pò di sollievo, ammettiamolo, ma che di rado s'accompagna alla gioia e che spesso costa più del perdono.
  • Oriana Fallaci " Un cappello pieno di ciliegie" 

 
 
 

buongiorno !

Post n°1132 pubblicato il 11 Giugno 2009 da stelladanzanteforeve

Chiunque sia in grado di mantenere la capacità di vedere la bellezza

non diventerà mai vecchio.

(Franz Kafka)

 

un caro saluto, Marie.

 
 
 

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Post n°1131 pubblicato il 09 Giugno 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

“Un giorno la paura bussò alla porta: 

il coraggio si alzò ed andò ad aprire. 

Ma non trovò nessuno….” 

(Goethe)

 

 
 
 

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Post n°1130 pubblicato il 06 Giugno 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

'Acqua come olio. E un silenzio strano, intorno. Sentì la leggerezza di un velo di seta che scendeva su di lui. E le mani di una donna - di una donna - che lo asciugavano accarezzando la sua pelle, ovunque: quelle mani e quel tessuto filato di nulla. Lui non si mosse mai, neppure quando sentì le mani salire dalle spalle al collo e le dita - la seta e le dita - salire fino alle sue labbra, e sfiorarle, una volta, lentamente, e sparire.
[...] ... arrivò davanti alla sua stuoia, e si sdraiò. Si mise a osservare la fiamma che tremava, minuta, nella lanterna. E, con cura, fermò il Tempo, per tutto il tempo che desiderò.'


'Per mille volte cercò gli occhi di lei, e per mille volte lei trovò i suoi. Era una specie di triste danza, segreta e impotente.'

'Hervè Joncour non aveva mai visto quella ragazza, nè, veramente, la vide mai, quella notte. Nella stanza senza luci sentì la bellezza del suo corpo, e conobbe le sue mani e la sua bocca. La amò per ore, con gesti che non aveva mai fatto, lasciandosi insegnare una lentezza che non conosceva. Nel buio, era un nulla amarla e non amare lei.'

'Forse è che la vita, a volte, ti gira in un modo che non c'è proprio più niente da dire.'


Alessandro Baricco, Seta
.

 
 
 

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Post n°1129 pubblicato il 05 Giugno 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

C’era una volta un povera donna che chiedeva qualche spicciolo all’angolo della strada…Era conosciuta da molti negozianti e passanti della zona come una persona mite e che non dava assolutamente alcun fastidio:si limitava con discrezione ad esporre il suo cappello ed un breve biglietto per raccontare la sua storia.

Con regolarità passava da lei un signore molto distinto, che si fermava a parlare.

All’inizio nessuno dei vicini ci fece caso, ma poi questa presenza periodica iniziò ad attirare l’attenzione.

Qualcuno notò che questo signore, sempre ben vestito, non lasciava mai neanche un soldo....e cosi cominciarono a circolare critiche di tutti i generi sulla “tirchieria” di questo personaggio.Tuttavia la donna sembrava sempre molto contenta di vederlo.Una volta uno dei negozianti presso cui la nostra donnina stazionava, dopo che il signore distinto fu andato via, gli chiese:“come stanno andando le entrate oggi?”

“molto poco…anzi quasi nulla…

In quel momento passo una signora che lasciò qualche centesimo….al che il negoziante aggiunse, con una punta di sarcasmo:
certo però che se almeno quel signore cosi distinto ti desse una frazione dei suoi averi, potresti evitare di stare qui tutto il giorno..

oh, no, non è cosi – rispose la donna – Sai chi è quello??

Quello è il presidente di una grande società: per parlare con lui la gente fa la fila per settimane.

Ogni minuto del suo TEMPO vale un sacco di soldi…!!”“ e allora?? A maggior ragione dovrebbe dare di più…”

ma lui dà di più…..mi dona ogni giorno il bene più prezioso che ha…una cosa che non si riguadagna: un pò del suo tempo per ascoltarmi…e per farmi sentire importante per qualcuno…..

….”

 dal web 

 
 
 

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Post n°1128 pubblicato il 04 Giugno 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

La luce filtra a fatica fra le ciglia ancora chiuse. Ti penso e continuo a rigirarmi il tuo pensiero fra i denti. Lo mastico e lo assaporo piano, insieme al giorno.

Ha un gusto dimenticato sul palato ubriaco dalle troppe sigarette. Amaro. Si, il tuo pensiero sa di amaro,  acre come l'aceto bevuto a crudo. E' un graffio senza crosta e brucia.

Non posso fare a meno di sentire la tua assenza.

Non posso fare a meno di dirmi quanto mi manchi ora che mi innamoro dell'onda delle tue parole.

Ora , mi manchi, penso e l'alta marea sommerge i miei pensieri. Mi manchi mentre alla mente riaffiora il tuo sorriso che si infrange sugli scogli dei miei silenzi.

Si, mi manca la tua allegria come antidoto alla mia malinconia.

Mi manchi e ti guardo scivolare sulla linea di confine della mia prigione.

Mi manchi come miraggio appiccicato a quella porta da cui sei uscito. Mi manchi me lo sussurro piano mentre il giorno stenta a nascere.

Mi manchi e lo tengo stretto fra i denti e rido per non far sentire ad altri il rumore della tua assenza dentro me.
Mi manchi e non voglio che altri sappiano.

Annuso la tua assenza, il tuo silenzio, e calzo le scarpe nuove affinchè nessun altro sappia quanto sia banale il mio silenzio.

dal web

 
 
 

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Post n°1127 pubblicato il 25 Maggio 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

C'era una volta, tanto tempo fa…

 una ragazza dolcissima, dai lunghi capelli neri e gli occhi scuri. Era una di quelle fatte più di sorrisi e sguardi che di parole. Aveva sempre avuto una certa paura del mondo, nonostante il suo vivere, la portasse a contatto con universi paralleli ai suoi….ma quando poteva….. restava intere giornate nella sua casa dalla pareti colorate; restava lì  e silenziosamente cercava di allontanare dalla sua mente le voci, i rumori di quel mondo che tanto la spaventava. Viveva tranquilla nel suo universo isolato, fatto di sogni fantastici, e di musica. Le piaceva conoscere persone irreali, viaggiare in terre lontane, correre via senza dover temere nulla. Pensava che non ci fosse niente di meglio di quel mondo bellissimo che solo lei conosceva, e che soltanto lei poteva accedervi. Chiusa nella sua casa dimenticò quello che di reale la circondava, le persone e le cose che le erano accanto.

Voleva vivere piena d'Amore in un posto dove non avrebbe dovuto piangere, dove non avrebbe sofferto, dove non sarebbe stata costretta ad affrontare quei problemi che la realtà le presentava davanti. In quel luogo sapeva che sarebbe sempre stata felice e che niente avrebbe rovinato quella perfetta armonia che lei stessa aveva creato.

Eppure non poteva sapere, che quel mondo incantato non sarebbe durato a lungo, che quella casa meravigliosa che la proteggeva sarebbe crollato sotto il peso delle verità che aveva nascosto al suo animo.

E quando la catastrofe avvenne, quando fu troppo tardi per rimediare e rimettere insieme quei sogni che tanto aveva faticato per costruire, si rese conto che oramai erano andati perduti. E trovandosi davanti alla dura realtà, capì che forse aveva vissuto troppo tempo cercando di evitarla, di cancellarla, che ora non era capace di combatterla.

In quel momento, i suoi sogni caddero a terra spezzandosi in mille pezzi.

Si dice che di quei sogni, nessuno ne seppe più niente, forse sono ancora sotto i nostri piedi e non possiamo vederli.

….Della dolcissima ragazza si sa soltanto che in questo mondo che tanto odiava, lasciò soltanto piccoli frammenti di speranze che aveva perduto durante il viaggio.

Molti hanno cercato di ucciderla dentro..

Stranamente e' ancora viva....

(dal web)

 
 
 

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Post n°1126 pubblicato il 23 Maggio 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

Tra una persona normale ed una speciale esiste una grande differenza da cui   deriva il calore che si sente nell’avere contatti con lei,  lo stare bene che c’infonde la sua sola presenza.

La persona speciale è una persona normalissima, solo che crede in quello che fa, in quello che dice e nel modo in cui si comporta. Coltiva in sé  il sogno di volare in alto libera ma anche quando ha paura e intorno a sé c’è il buio riesce sempre a vedere la luce.

Ha un cuore pieno d’amore  anche se  la vita le ha riservato  il dolore più grande !

La persona speciale è una grande amica  che  ti inonda del suo affetto e riesce a trasformare qualsiasi momento in un momento unico. Sa quando  parlare ma sa anche quando tacere avvolgendoti  in un silenzio che non è assenza ma attesa più forte di mille parole.  La persona speciale è educata, sensibile e rispettosa delle tue idee, del tuo modo di fare. La serenità e la tranquillità che emana ti contagia. Non ha fretta, ogni tessera del suo mosaico ha un significato preciso, costruisce giorno per giorno la sua vita, consapevole che ogni momento è prezioso perché  lei ha conosciuto come  il destino in un attimo può sconvolgerti la vita.

 La persona speciale è bella, ha il viso radioso, un sorriso gioioso, gli occhi splendenti ma la sua bellezza interiore e la purezza dei suoi sentimenti sono molto di più.

Non tutti hanno l’occasione di incontrarla nel proprio cammino. Quando l’ho scoperta, anzi, quando mi è stata donata ho capito quanto io sia stata fortunata.

dal web

 
 
 

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Post n°1125 pubblicato il 14 Maggio 2009 da StregadellaFavola
Foto di StregadellaFavola

Un grande guerriero giapponese che si chiamava Nobunaga decise di attaccare il nemico sebbene il suo esercito fosse numericamente soltanto un decimo di quello avversario. Lui sapeva che avrebbe vinto, ma i suoi soldati erano dubbiosi.

Durante la marcia si fermò a un tempio shintoista e disse ai suoi uomini: «Dopo aver visitato il tempio butterò una moneta. Se viene testa vinceremo, se viene croce perderemo. Siamo nelle mani del destino».

Nobunaga entrò nel tempio e pregò in silenzio. Uscì e gettò una moneta. Venne testa. I suoi soldati erano così impazienti di battersi che vinsero la battaglia senza difficoltà.

«Nessuno può cambiare il destino» disse a Nobunaga il suo aiutante dopo la battaglia.

«No davvero» disse Nobunaga, mostrandogli una moneta che aveva testa su tutt'e due le facce.

(101 storie zen) 

 
 
 

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Ho aspettato per anni parole che non sono arrivate.

Ho incollato zampilli di silenzio alla sorgente viva del mio dolore,

prigioniera di un tempo mascherato di generoso impegno.

Tra lettere di lacrime derise sono rimasta sola a perquisirmi l'anima,

per salvarmi la vita quel tanto che basta e aspettarti...

L'attesa mi ha regalato saggezza, pazienza, frammenti di felicità.

 

 

(Anna Magnani)

 

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Che è tutta una vita che passo da qua,
e ancora rischio di perdermi,
magari è questione di troppa sensibilità,
o sono soltanto motivi tecnici...

E tu dici una bussola, dovevi almeno portarla con te,
una bussola potevi almeno spiegarmelo come si usa
una bussola, scusa....

Ci sono amori che non si ricordano
e baci che non si dimenticano,
persone che passano e non si salutano e sputano,
e cani bianchi che a volte ritornano.

E tu dici la vita dovevi almeno capire perché,
la vita, il tempo che cambia col vento che arriva
quest'anima stanca che pure respira
quest'angolo piatto che gira, quest'anima
dolce e cattiva, che dice "guardami..."
dice "perché non parli...?" dice "sbrigati
prima che sia troppo tardi... guardami...
perché non parli?
Fermati prima che
sia troppo tardi...."


(Francesco De Gregori)

 
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...e quando Psiche riaprì gli occhi, si rese conto, ancor prima di guardarsi intorno, che tutto era stato solo un gioco della fantasia...

non c'èra il bel palazzo...

non c'erano damigelle a curare la sua bellezza...

sopratuttutto non c'era Amore....

si rese conto che non era vero niente...

ne le parole...

ne i gesti...

ne le emozioni ricevute...

le parve di essere in preda alla pazzia... lei era stata sincera, era stata come è...credendoci più che in se stessa...poi senti una fitta provenire dalla schiena...

si sfiorò con la mano e senti una lama fredda conficcata tra le scapole che scendeva fino al cuore...

lei aveva perso un'illusione ma rimaneva come è...vera. 


Amore, invece, aveva perso la vita...il vivere...

condannato ad essere un morto vivente...

per sempre.

 

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I MIEI LINK PREFERITI

Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

Sant’Agostino

 
 
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