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Sonetti Alchemici

Post n°112 pubblicato il 01 Maggio 2010 da TASPI45
 

- 1 - Voi pellegrini che andate in romitaso cercando la scientia excelente, la vostra serva va con lui in viaggio monaco bianco pare a chi non sente ; Ma lo re dell’universo spatio di sciamito d’oro veste la sua gente chollui si scontrò e folle e saggio ;  colerico bianco fa el suo sergente Et è così benigno a chi l’uccide che gli fa lume nella casa oscura e di tristesa fallo ingiovanire. Chi fa questo è di grande ardire : Non altro che colui dal quarto cerchio posto in lo inferno sotto il so martire.

- 2 - Io son la vera luce a diradare del sommo archimia ogni rustico e sodo animo, son colui che senza frodo dell’arte mostro ciò che si può fare. Io son colui che chi mi vuol usare da povertà lo spicho e da suo nodo  co l’arte, colla regola e col modo col suo bel fine, col suo coequare Corpo disfò e poi rifò un corpo rimosso da materia, e dogli forma sempre sguardando al velenoso scorpo Traggo da sua materia e metto in forma [manca un verso] coagolando con fuoco e con norma. Giammai non si disforma dal tuo intelletto, se ben hai inteso per questi versi quel che ti paleso.

- 3 - Geber Quest’è la pietra magna benedetta  la qual tractò Ermete et Gratiano, Elit, Rosir, Pandolfo e Ortolano, Pictagora con tutta la sua secta. Questa non si concede a gentilesa né a bellesa, né a esser humano,  di questo ogni pensiero torna vano a chi per sua virtù la gratia aspetta. Di gratia speciale, da Dio recetta basse vivande, vivere mesano,  sua residensa sta in piccole tetta De’ tu che miri la figura picta riman contento, e bastite sapere quanto el balestro la saecta gitta. E nello amore di Dio sta felice e non voler saper quel che non lice !

- 4 - Questa è la pietra che si va cercando dagli alchimisti per ogni sentiero da color che hanno l’animo sincero,  ma non da quei che vanno sofisticando. A tutti quanti loro vò dare bando,  però che sono tutti ingannatori,  e non cognoscono e loro errori ;  per tutto el mondo vanno trapolando Di solfo e di mercurio farò, quando io vorrò, tutto l’arte a punto ; e co’ l’arsenico, ch’è il terzo congiunto, col sale armoniaco imbeverando farò di tutti quanti un congiunto,  putrefaciendo e poi lor calcinando : E fassi un corpo, et è Elisir perfetto ; dicoti el vero, per Dio benedetto !

- 5 - O alchimisti ingrati, incredula gente più che non fu Thomaso nella fede andate sofisticando e nessuno crede la verità mostrata a voi presente. Al petto vostro recate la mente, ché, come dice Cristo, più beato sarà colui che non arà tocato col dito la ferita tanto ulenta. Quest’è la pietra ch’è tanto lucente La qual trattò la gran Turba magna,  e dimostrasi a ciascuno intendente ; la bella Rosa tratta certamente delle scritture di quella compagna, la qual parlò sì scuro a ogni gente. El sole colla luna intendi il mio parlare E col nostro mercurio seguitare.

- 6 - Intendi e nota ben quel ch’io ti dico ; l’anima non entra se non col suo corpo là donde ell’è cavata, senza corpo ;  questa è la verità o caro amico. Se un altro congiugni al suo nimico, lavori invano e perdi el tempo tuo, però che l’altro non è fratello suo e l’opera tua non varrà un fico. Ma quando si congiugne col suo amico e tutti due fanno conjuntione nel ventre del lione a te saputo,  alora ti puoi tocare sotto al belico e dire : i’ son ,maestro certamente e nessun altro vale un lombrico. Sarà Elisir perfetto in fede mia,  e potrai combattere la Saracinia.

di Frate Elia e Cecco D’Ascoli

 
 
 
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